Tasse non pagate e false fatturazioni per oltre 1,7 milioni di euro, truffa, ricettazione, violazione dei segreti industriali tramite l’utilizzo di chiavi informatiche e turbativa della libertà di impresa. Ce n’è per tutti i gusti nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari inviato dal pubblico ministero Claudio Cicchella alle cinque persone che, in base a quanto emerso finora, avrebbero messo in piedi un business illecito da migliaia di euro.
Affari “rubati” alla Globe srl di Foligno da un società “clone” con sede legale a San Marino ma operativa nel Perugino e che avrebbe prima soffiato illegalmente e poi sfruttato i clienti e il “know how” proprio della Globe. Tutto già messo nero su bianco, almeno in parte, nella doppia condanna penale a nove mesi di reclusione – più risarcimento del danno – di una coppia di rumeni che dal 2007 avrebbe messo in piedi una vasta azione di “spionaggio paraindustriale” che è poi servita ad avviare il business parallelo e concorrente alla Globe.
Da quella condanna e dalle denunce arrivate alla procura perugina, infine, è scattata l’indagine del nucleo tributario della Guardia di finanza di Perugia che, coordinata dal pm Cicchella, ha individuato in tutto 5 persone come responsabili dei fatti commessi a cavallo tra il 2010 e il 2012.
Venendo ai fatti contestati dal pm, si legge che grazie alla società “clone” della Globe e in violazione delle norme contenute nell’articolo 5 e 8 del D.lgs 10.3.2000 n. 74 Cp – mancato pagamento delle imposte e false fatturazioni – il titolare rappresentante della ditta, ha evaso il Fisco per migliaia di euro sfruttando la sede legale nella Repubblica di San Marino ma operando, nei fatti, a Perugia. Contro di lui c’è anche l’accusa di false fatturazioni attraverso una serie di partite di giro che vede coinvolte tre diverse società e quasi 650mila euro di operazioni fantasma. Nell’inchiesta di Cicchella ci sono poi ci sono anche altri indagati sul cui capo pesano le accuse di dichiarazione fraudolenta per evadere il Fisco, ricettazione (ovvero l’appropriazione indebita dei files con gli elenchi dei contatti della Globe srl), violazione di domicilio (per essersi introdotti abusivamente nel sistema informatico della società folignate). E ancora, illecite comunicazioni per aver utilizzato un “trojan” – un cavallo di Troia informatico – per inserirsi nel sistema informatico di Globe, storno di clientela e via dicendo fino a giungere alla truffa. Nell’avviso di conclusione delle indagini, infine, vengono anche indicate le società finite nel mirino dell’inchiesta e attraverso le quali sarebbero stati effettuati gli affari illeciti in danno alla Globe srl.
La società folignate, difesa dall’avvocato Patrizia Pugliese, ha già ottenuto un primo risarcimento danni a seguito della prima condanna penale ed ora resta in attesa di capire quali saranno gli sviluppi di questo secondo filone di indagine.