San Marino. ”Fare politica per il bene della collettività”. RepubblicaSM intervista il consigliere Alberto Giordano Spagni Reffi. ARTICOLO COMPLETO

Consigliere Spagni Reffi,
quali sono in breve gli elementi che distinguono RETE rispetto ad altri movimenti o partiti?
Non sono un amante dei paragoni, ma posso dire che dentro RETE esiste un dialogo ed una volontà di approfondire le questioni che raramente vedo altrove (non solo in politica). L’elemento che mi ha spinto ad entrare in questo Movimento e a candidarmi con esso poi è sempre lo stesso: la passione e l’onestà dei componenti di RETE, dal membro dell’Assemblea sino alla Dirigenza; mi rincuora molto la consapevolezza di essere circondato da brave persone.
Se dovesse individuare le tre priorità per San Marino, quali sceglierebbe?
Attualmente la priorità è certamente quella di concludere la campagna vaccinale e potere uscire da questa crisi sanitaria il prima possibile, per fare ripartire il Paese e la sua economia. Non dobbiamo dimenticarci che, a seguito di anni di gestione scellerata, si è dovuto ricorrere allo strumento del finanziamento estero, che andrà ripagato con gli interessi. Per questo è necessario un piano serio e concreto per i settori che richiedono un rilancio all’interno della Repubblica. Utilizzare al meglio la liquidità di cui oggi disponiamo è fondamentale per uscire dal vortice in cui risiediamo da troppi anni. Infine, ritengo sia fondamentale la riforma di alcuni Istituti fondamentali, rimasti invariati per troppo tempo e non più sostenibili oggi.
Aderisce a RETE dal 2018 come è cambiato il movimento in questi tre anni?
In questi anni il movimento è cresciuto enormemente. Come la crescita è un percorso estremamente complesso nell’essere umano, a maggior ragione lo è in un movimento politico che è composto da una molteplicità di individui e personalità. Il passaggio da forza di opposizione a forza di maggioranza è stato netto, quasi traumatico. Tuttavia, nonostante la propaganda negativa che viene propinata ogni giorno, stiamo portando a casa alcuni risultati e cerchiamo di perpetrare le battaglie che hanno contraddistinto la storia del movimento.
Magari sono cambiate alcune modalità, ma sicuramente non lo spirito. Unico dispiacere è il fatto che, causa Covid, non abbiamo più la possibilità di fare ciò che meglio ci riusciva: stare in mezzo alla cittadinanza ed informarla dal vivo, quotidianamente. Speriamo di potere tornare a farlo a breve.
Sappiamo che un suo pallino è la possibilità per i giovani di realizzarsi all’interno del territorio dopo aver effettuato esperienze all’estero. Come pensa di contribuire a questo ambizioso progetto?
Bisogna ricreare le condizioni affinché i giovani formati abbiano voglia di ritornare e mettere a disposizione di San Marino il bagaglio culturale acquisito. A livello di opportunità difficilmente potremo competere con le metropoli del mondo, ma il Paese ha comunque tanto da offrire a livello di qualità di vita. Ovviamente un laureato in ingegneria aerospaziale che desidera fare l’astronauta, difficilmente potrà trovare soddisfazione qua, ma il problema è che, ad oggi, non si riesce a trattenere neppure i giovani che avrebbero profili ben spendibili internamente. Questo trend va cambiato con urgenza attraverso manovre incentivanti, altrimenti ci ritroveremo con classi dirigenti sempre meno formate, sempre meno in grado di fronteggiare i problemi e le sfide di uno Stato.
La popolazione segue con interesse la sua attività di giovane consigliere unitamente a quella del consigliere Zonzini. Pensa che all’interno del Movimento possa nascere una scuola per giovani aderenti al movimento?
Questa è qualcosa su cui rifletto spesso, guardando proprio da me e Giovanni: entrambi, pur partendo da condizioni differenti, abbiamo sviluppato un pensiero critico ed una cultura politica senza alcun maestro preciso o lezione vera e propria. Sarebbe estremamente importante una scuola politica, non solo per giovani in realtà, ma per la classe politica in generale perché, con la fine dei movimenti giovanili come erano impostati
un tempo, si è persa una grande eredità che San Marino ed i suoi partiti avevano. Oltre ad avere una scuola di formazione interna, mi piacerebbe molto promuovere eventi o serate destinate ad un pubblico giovane insieme agli altri Consiglieri giovani.
La maggioranza ha tra le sue fila molti giovani. Un dato molto positivo. Si può parlare di ricambio
generazionale?
Il ricambio è fisiologico in politica, soprattutto in periodi di cambiamento sociale come quello attuale. Il dato è certamente positivo e spero che aumenterà sempre più.
L’ultimo decennio è stato caratterizzato da una crisi notevole per il Paese e questo ha anche portato il dibattito politico ad inasprirsi in modo eccessivo. Noi giovani, per fortuna, siamo rimasti menommarchiati da questa acredine e, tra noi quantomeno, riusciamo ad avere un dialogo tendenzialmente più costruttivo.
Se dovesse nascere una legge Spagni Reffi quale argomento politico le piacerebbe introdurre?
A me non piacciono le bandierine, preferisco sempre lavorare in maniera corale con altri profili, in base alle competenze di ognuno. Quindi diciamo che non vorrei una legge Spagni Reffi, intesa come legge redatta totalmente o quasi da me solamente. Sicuramente gradisco impegnarmi particolarmente in progetti inerenti la materia giurisprudenziale in senso stretto, con particolare focus per ciò che riguarda la semplificazione normativa, la sburocratizzazione e ciò che concerne la tematica dei diritti umani. Se dovessi scri- vere di mia mano un progetto di legge penso sarebbe incentrato su una di queste tematiche.
Da che cosa vorrebbe rimanere distante in politica?
Dagli interessi personali e tutto ciò che ne consegue. Nel mo- mento in cui un politico smette di esercitare le proprie funzioni per il bene della collettività ed inizia a farlo per il bene proprio o di qualcuno di specifico, ha fallito totalmente il proprio mandato. A San Marino, e non solo, il fare politica per fini propri è stata una piaga
che è dilagata fino a raggiungere livelli patologici. A volte sembra quasi sia anomalo pensare unicamente al Paese in generale, senza soffermarsi anche su quello o l’altro interesse specifico. Non credo di dire alcunché di sorprendente in questo. Spero vivamente di non cadere mai in questo tranello, perché mi rendo conto che in
molti inizino a farlo in buona fede e si trovino poi fagocitati da un sistema perverso, dal quale derivano molte degenerazioni che hanno portato San Marino nella situazione attuale.
Le passioni di Alberto Giordano?
Sono un grande appassionato di musica e di cinema da quando ero bambino. Adoro cantare e mi diverto a suonicchiare la chitarra, solo per divertimento e da autodidatta: il mio pubblico è la mia famiglia – con qualche comparsata del gatto – e gli amici in spiaggia o al parco di tanto in tanto. Mi è stata tramandata la passione per lo sci e la montagna invernale; da un paio di anni ho scoperto l’arrampicata sportiva che gradisco particolarmente perché è un’attività che, oltre ad una buona preparazione fisica, richiede un grande equilibrio mentale ed offre un’ottima filosofia di vita dal mio punto di vista: quando sei a 10 metri di altezza, infatti, puoi
contare solo su te stesso e non hai tempo di perderti in chissà quale volo pindarico, se lo fai cadi, per cui meglio rimanere concentrati e fronteggiare gli imprevisti di mi- nuto in minuto.
Buon lavoro Consigliere.
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