La presenza del dottor Enrico Rossi, responsabile della Geriatria e dell’area Covid, alla consueta conferenza stampa settimanale dell’ISS, ci dà l’opportunità di riflettere su quanto è accaduto nel Casale la Fiorina, ma soprattutto attorno alla situazione che si è verificata recentemente: ben due focolai in due mesi e provvedimenti drastici per il personale e i familiari. Il che ha scatenato, come solito, reazioni assai scomposte.
“Sottovalutazione dei rischi di contagio nella Rsa” tuonava il sindacato. E ancora: “Perplessità sul mantenimento di un’area covid all’interno della struttura”. Poi arriva a dare man forte Libera: “Preoccupa anche il diffondersi della pandemia in aree che dovrebbero invece essere protette e tutelate al massimo, come alcuni reparti dell’ospedale in cui si ha notizie di contagi anche con esiti gravi, e la stessa residenza per anziani della Fiorina. Qui addirittura è stato allestito un reparto Covid per i suoi ospiti, disattendendo ogni più razionale norma di prudenza”; “Vogliamo risposte concrete!” Per fare buon peso, sono andati ad aggiungere anche le dimissioni di Rinaldi dall’Authority, che non si sa neppure se abbia fatto qualcosa per la RSA, o sia stato a guardare.
Il problema come sempre è politico, ma è stato affrontato con leggerezza (o miopia?) perché scatenando la preoccupazione pubblica sui più anziani e fragili, è stato come bocciare l’intervento, l’impegno, la professionalità degli operatori e dei tecnici che se ne occupano: dai livelli dirigenziali ai sottoposti. È come aver sparato sulla Croce Rossa! Solo per meschini obiettivi di bottega.
Il dottor Enrico Rossi ha spiegato molto bene, ieri, le difficoltà e i disagi in cui la struttura sanitaria si trova ad operare nei confronti di pazienti molto anziani e spesso pluripatologici. I ricoverati in Geriatria sono persone fragili anche psicologicamente, hanno bisogno del costante contatto con i propri familiari, invece devono essere tenuti in regime di isolamento per non aggravare le loro condizioni con un eventuale contagio da Covid. Solo ai malati terminali, o pre-terminali viene data la possibilità di vedere un familiare.
L’ospedalizzazione viene vissuta in maniera negativa anche dagli ospiti del Casale La Fiorina. Gli anziani non si spiegano perché devono stare lontani dall’ambiente che hanno imparato a conoscere e che è diventato loro familiare. Pertanto, è stata creata una zona rossa (non un reparto Covid) per i positivi asintomatici, che vengono seguiti in loco da un apposito team di sanitari. Solo i sintomatici vengono ricoverati in ospedale, e quando qualcuno di loro si negativizza, torna subito nella sua cameretta al Casale.
L’affetto che tutti noi nutriamo per i nostri nonni, o per i genitori anziani, si tramuta in rabbia quando si sentono politici e sindacalisti speculare sulle loro condizioni accampando bugie e fomentando il dubbio. La salute e la dignità della persona sono tutelate dalla nostra Carta dei Diritti, peccato che non preveda di tutelare tutti noi dai beceri giochini mascherati da preoccupazione.
a/f