San Marino. Fatta l’Italia, bisogna ancora fare gli italiani… – “Qui gatto… ci cova” la rubrica di David Oddone

Buona festa della Repubblica a tutti gli italiani. Anche se c’è ben poco da festeggiare. Non mi fa impazzire che siano ancora in piedi le varie restrizioni. Ancora meno mi piace l’idea del coprifuoco. Per non parlare del fatto che ci siano anziani non vaccinati, ma vi sia chi pensa ai bambini. Ma tant’è. Sarò cinico ma al momento sono preoccupato della situazione economica del Paese e del lavoro che manca per molti giovani, ma soprattutto di una certa apatia e indifferenza che percepisco nell’aria. L’altro giorno stavo conversando con alcuni conoscenti degli ultimi fatti di cronaca, in particolare della vicenda del Mottarone. Al di là dei vari punti di vista quello che mi ha lasciato con l’amaro in bocca è osservare come il popolo italiano sia assuefatto al peggio. C’è ormai una “abitudine” nel vedere che le cose non vanno. E quindi si accetta qualsiasi cosa supinamente, come se fosse inevitabile. Male, molto male. Perché è in questo humus che hanno sempre attecchito le dittature. Eppure abbiamo assistito in questi anni a tragedie immani che in una società che vuole definirsi civile non dovrebbero accadere. A memoria cito la nota vicenda di Schettino. E ancora il ponte Morandi. Oggi la tragedia della funivia. Sapete che cosa pensano di noi all’estero? La nostra immagine – probabilmente non ci si rende conto appieno – è definitivamente colata a picco, come la Concordia. A ragione non possiamo essere definiti un popolo credibile. E la classe politica è solo un riflesso di una società che evidentemente ha perso la bussola. Per questo 2 Giugno quindi mi auguro che si inneschi una sana riflessione su quello che siamo e quello che vogliamo essere. Non dobbiamo abituarci al peggio, ma puntare al meglio. Non possono essere accettati o percepiti “come normali” fatti che lasciano letteralmente sgomenti. Perché la massima di D’Azeglio “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani” da quel lontano 1861, pare ancora sconsolatamente attuale.

David Oddone

Rubrica “Qui gatto… ci cova”