San Marino. Fatti del 1° aprile. Condannato con decreto penale per ingiuria Pier Luigi Zanotti difeso dall’avv. Antonella Mularoni, aveva offeso il nostro direttore

Pier Luigi Zanotti

E’ stato condannato per ingiuria con decreto penale firmato dal Commissario della Legge avv. Roberto Battaglino Pier Luigi Zanotti per aver offeso l’onore del nostro direttore. Ecco che cosa viene scritto nel decreto penale:

‘Ora, venendo alla vicenda in esame, deve rilevarsi – contrariamente a quanto sostenuto dal prevenuto – che in relazione all’argomento discussione e ai post pubblicati precedentemente, l’intervento di Pier Luigi Zanotti non era per nulla finalizzato a commentare i fatti del 1° aprile 2021 come ha cercato di sostenere il prevenuto (“la mia considerazione personale era riferita alla mia disapprovazione in merito ai fatti accaduti ed alla situazione in cui stava versando il paese a causa della pandemia di covid … i così detti fatti del <festino di via Gino Giacomini> avevano suscitato un forte scalpore. Ancor di più il fatto che su Giornale.sm si tentasse di difendere quello che agli occhi di tutti era indefendibile”).

Invero avendo Zanotti affermato – in risposta al post di Geminiani secondo il quale costituiva una vergogna “questa forma di informazione affidata agli ex bancari e a un ex amministratore di condomini” – che (sottinteso) era una vergogna questa forma di informazione affidata a “fior di ex bancari e fior di ex amministratori di condomini, persone specchiate e trasparenti“, non si può sostenere che Zanotti volesse esprimere il proprio dissenso per l’intervento di Severini su Giornale-SM in merito ai fatti del 1° aprile 2021.

Se così fosse stato, se Zanotti si fosse espresso come ha cercato di precisare nel corso dell’interrogatorio, un intervento del genere non sarebbe stato certamente offensivo. Questo perché Zanotti si sarebbe limitato a rappresentare di non condividere l’impostazione di Marco Severini con riferimento agli eventi del 1° aprile 2021.

Avendo invece sostenuto che questa informazione (come altre) era stata affidata a “fior di ex bancari e fior di ex amministratori di condomini, persone specchiate e trasparenti“, Zanotti, utilizzando un eufemismo (ossia al fine di attenuare il carico espressivo di ciò che intendeva dire) dichiarò che tale forma di informazione era stata affidata a persone che oneste e integre non lo erano (ossia erano disoneste), dunque che tali persone (tra le quali Severini) erano di per sé disoneste (dunque non che nel caso specifico non avevano descritto i fatti per come accaduti).

Quanto poi al carattere offensivo delle espressione utilizzata deve rilevarsi come l’espressione sia ontologicamente offensiva, come osservato anche recentemente dalla Cassazione penale (cfr. sentenza n. 30518, emessa il 10 luglio 2014) posto che “nel linguaggio comune l’espressione <disonesto> sta ad indicare l’adozione di scelte o iniziative in violazione di regole comuni”.