Figli dell’ignoranza
Piani regolatori occulti, pressioni, favoritismi, piani imbellettati, compensazioni sociali che nascondono business, speculazioni nascoste dietro studentati e case sociali.
Sono le accuse degli orrori.
Sono ciò che i giornali si bevono.
Che ci “regalano l’ignoranza”, come direbbe un milanese illustre.
E’ buona amministrazione!
Si buona amministrazione!
Attenzione, non dico buona per dire che tutto va bene. Per dire che la direzione è giusta. Per dire che è buona politica. Dico buona amministrazione.
Poi spiego meglio.
I “piani regolatori occulti” sono gli accordi di programma. Sono l’unico modo per fare le opere. In Italia. E non solo.
Un sistema iper regolato, spesso con norme che si basano su principi in contrasto, trovano vie di uscita con gli accordi di programma.
Un sistema democratico, pubblico, trasparente.
Dove si integrano principi, competenze, interessi, fra le parti in causa.
Dove convergono tutti il livelli di competenza pubblica e pubblico-privata.
Comune, Provincia, Regione, Stato, professionisti e tecnici vari.
Per la Procura di Milano sono piani regolatori occulti.
I giornalisti la bevono.
L’assessore telefona per far presto.
Per la Procura è un reato. Per me è un bravo assessore. Fa il suo dovere.
Camuffano, si dice.
Dentro grandi piani di investimento ci mettono studentati e social house. Per imbellettare e avere percorsi più veloci e snelli. Si dice.
Quindi orrore!
No, buona amministrazione.
C’è chi pensa che lo stato deve fare tutto.
C’è chi pensa che il privato, gli interessi privati, siano il male.
Ma senza interessi privati non c’è stato.
E’ così.
Da dove si prendono i soldi per far tutto senza muovere gli interessi privati? Da dove?
Senza interessi privati non ci sono pubbliche amministrazioni, inps, asl, inail. E nemmeno le procure e i tribunali. Niente.
Un buon amministratore mette dentro grandi operazioni immobiliari e dí rigenerazione urbana pezzi di “sociale”, siano parchi giochi, giardini pubblici, studentati appunto, case per anziani…cose così. Insomma.
Non è una truffa. E’ una occasione. Per far crescere l’interesse pubblico con l’interesse privato.
Tutte le buone amministrazioni fanno così.
Tutti in galera?
Premiamo chi non fa niente?
Chi è immobile?
Ecco, detto questo, dicevo, non è detto che il buon amministrare sia sinonimo di buona politica.
Non sempre la direzione è giusta.
Ma la direzione è un fatto politico.
Non penale.
Se diventa penale crolla tutto.
Se diventa penale la direzione unica è la miseria.
Milano è la città più moderna d’Italia.
La più avanzata.
Il mercato di Milano è il mondo.
Questo crea scompensi.
Quel che è alla portata del mondo non sempre è possibile per chi vive una vita domestica, per i più fragili, per le famiglie operaie, per gli studenti, per gli anziani, per i monoredditi, per i redditi più bassi.
Allora la buona politica deve intervenire.
Per conciliare e integrare.
Milano lo ha fatto?
La risposta non spetta alla magistratura e nemmeno alla canea dei giornali.