San Marino. Finanze: tre grandi sfide per la Segreteria. Anzi quattro … di Alberto Forcellini

Raccogliere le sfide: è come sempre il leitmotiv di ogni inizio anno, specialmente questo, che già si trova in odore di recessione a causa dei sommovimenti a livello mondiale. A rileggere i report del Consiglio di dicembre, appare evidente che il lavoro più delicato e importante da fare per il 2023, tocca il settore delle Finanze, dal quale dovrà arrivare la riforma dell’IGR, attesa ormai dal 2020. Una riforma cruciale, soprattutto perché dovrà affrontare tre sfide fondamentali, tutte mirate a ripianare il deficit strutturale di bilancio, che oggi si attesta sui 70 milioni circa.

Il primo punto da toccare riguarda le tasse sul reddito, che oggi sono bassissime, quasi nulle. Il carico di deduzioni derivante da: SMAC, affitto (per chi ce l’ha), figli a carico, spese sanitarie, eccetera, ha il potere di abbassare la quota fiscale (già piuttosto modesta) a cifre praticamente irrisorie. Se poi si aggiungono deduzioni che in alcuni casi arrivano di default, le tasse diventano simboliche. Ovviamente la riforma dovrà tenere conto dei redditi più bassi (ma anche di quelli più alti), delle famiglie più numerose, della eventuale presenza di disabili e, ovviamente, del complesso mondo delle imprese e del commercio. Ma per questo ci sono i tecnici e la Segreteria Finanze non manca certo di consulenti.

La politica, dal canto suo, dovrà saper garantire che la fiscalità sia equa per tutte le fasce di reddito, ma anche un sistema fiscale che aumenti il gettito nelle casse dello Stato. È questa la seconda grande sfida: compensare il deficit di bilancio e tendere al pareggio, altrimenti sarà difficile poter reggere lungo tempo a questi ritmi.

La terza sfida si gioca tutta sul debito. In Consiglio si è parlato di roll over, cioè del rinnovo del debito di 340 milioni già acceso con l’emissione di titoli di Stato sul mercato internazionale. Ma si è parlato anche di nuovo debito, se non abbiamo capito male. A cosa serve questo nuovo debito? Se serve per ripianare quello vecchio, bene. Altrimenti ci troveremo a pagare gli interessi su due debiti, cosa che l’attuale bilancio non riuscirà davvero a sostenere.

È come se un cittadino che ha un mutuo sulla propria cosa e volesse ristrutturalo, accendesse un altro mutuo su un’altra banca; ma una volta ricevuto, lo spendesse in altra maniera. Verrebbe quindi a trovarsi a pagare le rate e gli interessi di due mutui. Nessun padre di famiglia, e nessun imprenditore, farebbe mai una cosa del genere. Quindi è importante che San Marino faccia un altro debito solo se è finalizzato a ripianare quello precedente e magari pagare meno interessi. Cioè faccia quello che si dice un debito contestuale.

Ma c’è un’altra sfida di cui non si parla mai, anche questa essenziale per affrontare i tempi che corrono, ed è quella su Banca Centrale. Dal dibattito consiliare è emerso in maniera bipartisan che l’attuale organizzazione è carente di pesi e contrappesi. È quindi urgente una riforma che tenga conto delle attuali lacune e riporti l’equilibrio tra diritti e doveri, ma che introduca anche il concetto della rendicontazione sul fatto e sul non fatto (vedi ad esempio memorandum d’intesa con l’Italia).

Tutto questo si rende obbligatorio e inevitabile perché BCSM ha un potere praticamente incontrastato sul sistema bancario locale e quindi dovrebbe avere anche la responsabilità di dare una prospettiva a questo settore, soprattutto in vista dell’eventualità europea che si profila all’orizzonte.

a/f