“le aspettative dell’uscita dalla crisi di 12 mesi fa (o perlomeno di un suo morso meno profondo nell’economia del Paese) non si sono rivelate veritiere.
Le speranze erano tante, specie nella seconda parte dell’anno. Speranze deluse che, si spera, possano trovare una risposta positiva per il 2015”.
Lo scrivono nero su bianco gli industriali sammarinesi che tramite l’editoriale sull’ultimo numero dell’anno di Fixing, a firma del direttore, Alessandro Carli, tracciano un bilancio del 2014 e in merito alla Finanziaria recentemente approvata, parlano di “poco coraggio”.
In generale il 2014 viene definito un anno “tosto” dove c’è qualche buon risultato (l’uscita dalla black list) ma “molto ancora deve essere fatto”.
Dal punto di vista imprenditoriale, dall’Anis, tramite Fixing spiegano che “un numero maggiore di imprese ha reagito e ha iniziato a recuperare fatturato e lavoro e questo è un dato davvero incoraggiante”. Nel bilancio dell’anno va considerata però anche l’esplosione della questione morale che ha “drammaticamente investito il Paese, bloccando di fatto il rilancio del sistema” perché “le idee dei privati, per trovare applicazione, devono avere l’avvallo della politica”.
Tra le cose da fare nel 2015 si ricorda il memorandum con Bankitalia e l’intesa con l’Unione europea, ma anche quanto ancora da fare per essere pronti nel 2017 allo “scambio di informazioni automatico”.
Da Fixing spiegano che “per riuscire a trovare una strada che porti al rilancio, la Repubblica di San Marino deve risolvere i problemi legati alla politica, alla quale chiediamo tracci con forza e in maniera decisa una linea netta sul passato e che metta in campo proposte nuove per il futuro del Paese. A partire dagli investimenti privati – commercio, turismo, industria e servizi – che devono essere favoriti rispetto al solito intervento diretto dello Stato. Solo così, unendo la volontà politica alle energie delle imprese, lo Stato non fa debito e non alza le tasse, immette sul mercato risorse finanziarie molto più elevate, creando un meccanismo virtuoso che, se condiviso da tutte le parti, può riportare una nuova primavera economica sul Monte”. (…) San Marino Oggi