San Marino. Fine della corsa per una Juvenes Dogana bella, ma non cinica: La Fiorita avanza alle semifinali

I gialloblù sfruttano 10 minuti di calo dei biancorossoblù nella ripresa. Amati: “Solo applausi ai ragazzi per la stagione”

L’impresa non si concretizza. La Juvenes Dogana cade contro La Fiorita anche nel ritorno dei quarti di finale dei playoff e per lei si spengono le luci su una stagione comunque di grandi progressi rispetto allo scorso anno, grazie al nono posto in campionato, con successivo accesso al tabellone principale della postseason, e a una semifinale di Coppa Titano sfiorata. Per la squadra di Serravalle, che partiva dallo 0-2 dell’andata, sono stati fatali 10 minuti di blackout nel secondo tempo e il non aver concretizzato la grande mole di gioco creata a inizio partita. “Abbiamo giocato un gran primo tempo, commettendo il solo errore di non capitalizzare il predominio in fase di possesso, che ci ha visto anche interrompere molto bene la loro costruzione – commenta mister Manuel Amati -. Siamo stati belli, ma poco incisivi nell’ultima parte di campo. Di contro, loro, su una situazione da calcio piazzato hanno trovato un goal molto sporco con Raffaele Russo e questo ha vanificato l’ottimo lavoro fatto nella prima mezzora”.

Anche nella ripresa, la Juvenes Dogana è partita molto bene, creando pericoli con un calcio d’angolo e una traversa di Giacomo Borghini. Poi, però, c’è stato un calo improvviso dal 50′ al 60′, di cui La Fiorita ha approfittato segnando il 2-0 e il 3-0, sempre con Russo, e costruendo altre tre occasioni. “In quei 10 minuti il passivo sarebbe potuto diventare ancora più pesante, ma sarebbe stato fortemente immeritato – commenta Amati -. Già il 5-0, tra andata e ritorno, è un risultato che magari rispecchia il valore delle due rose, ma non penso sia fedele all’andamento delle partite. Tuttavia, resta il nostro demerito di non aver creato tanti pericoli, perché è vero che abbiamo concluso due volte con Federico Tumidei e poi con Gianluca Benedetti, Mario Antonio Salvemini e Giacomo Valentini, al ritorno, ma sono stati tiri che hanno creato pochi problemi a loro e, sommati alle occasioni dell’andata con Pasolini e Benedetti, costituiscono 5-6 palle goal in cui, in realtà, abbiamo solo sporcato i guantoni a Gianluca Vivan. Questo dispiace, perché la mole di gioco c’è stata, al pari dell’affrontare a viso aperto un avversario importante. Chiudiamo a testa alta il campionato, contro i campioni dell’anno scorso, così come siamo usciti dalla coppa contro i neocampioni del Tre Penne. Ci poteva stare che i nostri cammini si interrompessero lì”.

Nonostante la conclusione prematura, Amati si ritiene soddisfatto per quanto compiuto dalla propria squadra in stagione: “Faccio un grandissimo applauso ai ragazzi, soprattutto per le ultime partite, la cui frequenza ci ha impedito di disputare allenamenti specifici, utili pure per mettere benzina nelle gambe, costringendoci a fare solo gestione fisica. Soprattutto nel reparto difensivo, abbiamo giocato con molti acciacchi, gestendo situazioni pericolanti, da Michele Cevoli a Giacomo Borghini, fino a Valentini, rientrato mercoledì dopo un mese, ed è un peccato, perché stava trovando la propria dimensione come difensore centrale. A centrocampo, poi, abbiamo dovuto operare rotazioni scientifiche a livello di minutaggio, con Alberto Baldazzi che nel girone di ritorno non ha quasi mai giocato e Gabriele Ciccarelli sempre a mezzo servizio nel finale. Perciò, c’è solo da fare i complimenti ai giocatori, anche per quest’ultima doppia sfida”.