San Marino. Fine delle risorse idriche per il Titano: s’apre uno spiraglio?

acquaSe la vicina Italia si trovasse in difficolta? ci chiuderebbe i rubinetti.

’Oro blu sara? l’oggetto responsabile delle prossime guerre, guerre serie, non robetta buona per i telegiornali. Ma a nessuno frega niente di niente fino a quando quel niente non accade.

La funesta ipotesi della fine delle risorse idriche per San Marino nel 2040, pubblicata dal World resources institute due giorni fa e ripresa dalle maggiori testate mondiali (fra 25 anni), non e? una delle previsioni che i sammarinesi vorrebbero trovare sulla prima pagina di un quotidiano tra una brioches e un cappuccino.

Ma e? successo e non e? un’invenzione giornalistica.

“E’ importante notare che stress idrico non significa necessariamente che i cittadini di San Marino non avranno accesso all’acqua nel 2040 -risponde via mail Andrew Maddocks, redattore dell’articolo riguardante le criticita? idriche e il problema siccita? mondiale dei prossimi decenni, responsabile delle comunicazioni per il ‘Programma acqua’ del World resources institute- significa
che i nostri modelli e le stime determinate hanno rilevato che vi e? un gran numero di utenti concentrati in una piccola area che non ha risorse idriche e di superficie sufficienti a coprire il fabbisogno all’interno dei propri confini geografici”. Quindi lo studio non tiene conto del fatto che san marino si rifornisce di acqua principalmente dalla confinante Italia.

In pratica l’avvicinarci alle criticita? idriche del Medio oriente e? un mero gioco statistico:

“Se l’acqua viene approvvigionata da oltre confine da diversi bacini fluviali -spiega Maddocks- e lo stato in esame non ha acque sotterranee o ghiacciai, i nostri modelli non sarebbero in grado di includere tali fonti di approvvigionamento per un calcolo che esuli dalla matematica per essere valutato nel contesto reale”.

In pratica sul Titano l’acqua c’e? e ci sara?, ma un dubbio comunque resta.

Se la vicina e distonicamente amichevole Italia si trovasse in difficolta?, ci chiuderebbe i rubinetti? In fondo dipendiamo da lei e dai suoi governanti.

Il sistema di approvvigionamento e distribuzione idropotabile dello Stato di San Marino soffre, come molte realta? italiane, del fatto che le strutture acquedottistiche si sono sviluppate nel corso degli anni inseguendo lo sviluppo urbanistico, senza quindi una vera e propria pianificazione.

A questa criticita? si sommano particolarita? specifiche derivanti dal fatto che il Titano e? uno Stato autonomo, che deve quindi da una parte relazionarsi con soggetti esterni e dall’altra assumersi responsabilita?, come la ricerca di una maggiore autonomia nella disponibilita? delle risorse strategiche.

L’Azienda autonoma di stato per i servizi (Aass) di San Ma-

rino che si occupa anche della gestione dei servizi di capta- zione, adduzione e distribuzio- ne della risorsa idropotabile
nel territorio dello Stato, ha affidato a Beta Studio srl uno studio per la pianificazione e gestione delle risorse idriche della Repubblica di San Marino con l’obiettivo di evidenziare le criticita? attuali e future del si- stema di approvvigionamento e distribuzione idrica e di definire un Piano degli interventi volto ad assicurare qualita? ed affida- bilita? all’approvvigionamento idrico per i prossimi decenni.

Lo studio e? costato in due fasi distinte 155.000 + 75.000 euro all’interno del progetto H2O portato avanti dall’allora gover- no (era il 2011), progetto che ha fornito elementi e suggerimenti a partire dal 2008, indicando anche in forma sostanziale azioni e opere da intraprendere per la tutela, conservazione e amministrazione delle risorse idriche.

Nell’ultimo decennio le problematiche dell’approvvi- gionamento idrico estivo della Repubblica di San Marino si sono manifestate in maniera significativa per la carenza e
la difficolta? di reperire acqua
a causa della dipendenza da fonti e fornitori esteri, l’Aass ha ritenuto strategico investire in nuove ricerche sul territorio che hanno permesso di trovare una risorsa idrica a Gorgascura.

La prima fase di analisi, con- segnata nel 2009, aveva gia? evi- denziato le criticita? del sistema nell’assicurare in futuro i fabbi- sogni dello Stato. Un intervento che pareva potesse essere riso-

lutivo, era la realizzazione di un invaso sul torrente San Marino, nel caso in cui fosse probabile che l’approvvigionamento dal Marecchia diminuisse rispetto ai valori standard.

La concessione che regola
il prelievo dal fiume Marecchia prevede che in caso di siccita? l’erogazione venga sospesa.

Per i prossimi 10 anni l’Emi- lia-Romagna fornira? acqua alla Repubblica di San Marino, per un massimo di 3.500 metri cubi al giorno secondo un atto bila- terale sottoscritto nel giugno 2013.

La Giunta regionale roma- gnola ha precisato anche la “possibilita? di interruzione della fornitura idrica alla Repubblica di San Marino in caso di eventi imprevisti e
non prevedibili o per cause di forza maggiore”, ma se fosse il Titano in emergenza e? previsto un “incremento straordinario della fornitura fino a 65 litri al secondo, garantendo comunque prioritariamente la fornitura

agli utenti del servizio idrico integrato italiano”. La fornitura, secondo i parametri dell’accor- do, avra? “durata pari a 10 anni e quindi fino al 31 dicembre 2024”.

Ma il Titano ha un sogno: l’autosufficienza.

Discariche, termovalorizzato- ri, bacini idrici, che al momento sono solo parole in bocca di chi le dice.

Infatti nel novembre del 2014, la Repubblica di San Marino ha confermato alla Regione Emilia-Romagna i contenuti del progetto della programmazione della gestione dei rifiuti urbani che prevede il raggiungimento, entro il 2015, del 50-55% di raccolta differenziata rispetto al totale dei rifiuti urbani prodotti, nonche? l’attuazione della gerarchia europea nella gestione dei rifiuti. Un obiettivo che con fatica si sta cercando di raggiungere da anni e i cui sforzi iniziano a dare qualche risultato.

La Repubblica di San Marino ha ridotto nel 2014 del 3,8% la produzione totale di rifiuti urbani e dell’8,5% il quantitativo di rifiuti urbani indifferenziati, con un parallelo aumento della raccolta differenziata pari al 4% rispetto al 2013.

Su questo tema il dibattito e? aperto.

Dell’approvvigionamento idrico pero? non si hanno notizie, nonostante siamo costretti a ‘importare’ circa l’80% dell’acqua necessaria alla popolazione, alle aziende e all’agricoltura.

C’e? stato un tempo in cui i sammarinesi erano piu? formiche che cicale (e c’e? un tempo per essere entrambe le cose), tanto che erano diversi i pozzi e le cisterne per lo stoccaggio dell’acqua (anche sotto piazza della Liberta?), mentre oggi, quasi ogni estate, la situazione e? di emergenza.

Per questo si sta pensando, di creare il bacino imbrifero a Gorgascura per rendere San Marino autosufficiente.

Ma a parte le sollecitazioni di diversi attori della scena politica ed economica sammarinese in tal senso, non c’e? ancora traccia di un progetto definitivo.

Il clima sta cambiando e ogni estate si preannuncia piu? secca di quella precedente e i 3.500 metri cubi garantiti dall’Emilia Romagna sono poca cosa rispetto ai quasi 11.000 che i sammarinesi consumano nei mesi caldi.

Insomma, in caso di emergenza idrica, allo stato attuale delle cose, la Repubblica di San Marino resterebbe a becco asciutto.

Marco Bollini, La Tribuna