San Marino. Fine vita, Attiva-Mente: “Una legge è urgente, ma senza un welfare adeguato la scelta non è libera”

Una legge chiara sul fine vita è una necessità urgente, ma non può trasformarsi in un alibi per lo Stato. Senza un solido sistema di welfare e supporti concreti, la libertà di scegliere come morire rischia di diventare un’illusione, o peggio, una pressione implicita sui più fragili “a farsi da parte”. È il monito lanciato nei giorni scorsi dall’associazione sammarinese Attiva-Mente, che interviene nel delicato dibattito in corso nella Repubblica di San Marino, chiedendo che il diritto a morire con dignità sia sempre preceduto da un pieno diritto a vivere con dignità.

Professor Stefano Canestrari – ACD Systems Digital Imaging

Il comunicato, diffuso oggi, prende spunto dalla recente Lectio Magistralis del professor Stefano Canestrari, promossa sabato scorso dall’Associazione Emma Rossi. Un evento che, secondo Attiva-Mente, ha restituito al dibattito “una dimensione di profonda consapevolezza e responsabilità collettiva”. L’associazione ringrazia il professore per aver dato voce a una preoccupazione che da tempo la accompagna: il rischio che una libertà di scelta solo apparente nasconda l’inadeguatezza dei servizi.

Il punto centrale, condiviso da Attiva-Mente, è la riflessione di Canestrari sul pericolo di certe aperture normative in un contesto sociale fragile. “In un contesto in cui i servizi di assistenza sociale non sono in alcun modo adeguati”, ha sottolineato il professore, “esercitare pressioni economiche, politiche, culturali o morali” può essere pericoloso. Le persone più fragili, infatti, potrebbero percepire queste norme non come un diritto, ma come un invito implicito “a farsi da parte”.

Per Attiva-Mente, il diritto all’autodeterminazione non è in discussione. “Riconoscere il diritto all’autodeterminazione non significa incentivare la morte, ma affermare la vita come spazio di libertà e di dignità”, si legge nella nota. Il timore, esplicitato nel documento, è che “dietro una normativa tanto necessaria possa celarsi, consapevolmente o meno, un atto di disimpegno dello Stato dai propri doveri di assistenza, di cura e di supporto”, soprattutto verso le persone con disabilità o non autosufficienti.

Lo sguardo dell’associazione è rivolto anche all’Europa. Viene citato l’European Network for Independent Living (ENIL), di cui Attiva-Mente fa parte, che sta finalizzando un documento per orientare le scelte politiche a livello europeo sul tema, con un focus sui diritti delle persone con disabilità. L’impegno, ribadisce l’associazione, è continuare a chiedere che a San Marino “la libertà di scelta non sia mai condizionata dall’inadeguatezza, o assenza, dei servizi”, citando come esempio l’Assistenza Personale autogestita per evitare l’istituzionalizzazione e la solitudine.

L’appello finale è quindi rivolto al Consiglio Grande e Generale: approvare a breve una legge moderna sul fine vita, che disciplini biotestamento, cure palliative e suicidio assistito, ma tenendo conto di queste considerazioni. “La vera civiltà di un Paese”, conclude la nota, “si misura non soltanto dal riconoscimento del diritto a morire con dignità, ma anche e soprattutto dalla capacità di garantire a ciascuno il diritto di vivere in modo dignitoso, libero e indipendente”.