“NON IMPORTA CHE PAESE VENGA MESSO IN CRISI PER COPRIRE I DEBITI DI QUALCUNO E DARE MANO A SOLITI NOTI”
Tonnini (Rete): “Il governo fa ricadere singoli problemi di una singola banca sulla collettività con l’aiuto di
chi può far passare questi interventi – dannosi per la il Paese – come operazioni di sistema ma che hanno
in realtà lo scopo di aiutare un solo istituto quello sì che va salvato a tutti i costi”
La seduta consiliare di lunedì si è conclusa con il durissimo affondo del Consigliere di Rete Elena Tonnini che è tornata a parlare di un Paese che sarebbe stato amministrato in rappresentanza e in difesa di interessi esteri. “Io credo – ha detto – che siamo solo all’inizio dei tagli sul sociale, la crisi economica di San Marino che porta con sé gli stravolgimenti su settori delicati come la scuola, le pensioni etc, è stata ampiamente aggravata dalle politiche portate avanti da questo governo, incapace perfino di prevenire e anzi offrendo ogni ancora possibile ad attacchi esterni, e interessi di speculatori senza scrupoli come quelli di Confuorti e dei suoi sodali in territorio a cui è stato concesso di entrare in ogni ruolo strategico. E’ il caso del bilancio in perdita per centinaia di milioni di euro di Cassa di Risparmio, appositamente confezionato dagli uomini di Confuorti e che lo Stato ora deve ripianare. E’ il caso della conquista dei ruoli decisionali in Bcsm e in altre banche, è il caso delle consulenze fuori controllo, dell’accorpamento di Asset Banca dove Banca Centrale solo per perdere tempo usa e stravolge gli strumenti della giustizia come la ricusazione del commissario della Legge Pasini e anche del giudice per i rimedi straordinari Treggiari. D’altronde emerge già dall’ordinanza di Morsiani come non ci fossero nemmeno i presupposti per una ricusazione, come la stessa messa in liquidazione di Asset fu scelta proprio per evitare che il commissario della legge Pasini annullasse il commissariamento. Ecco allora da una parte abbiamo la direzione di Bcsm che sul caso Asset si è proposta per una lettura oltremodo garantista della legge per ricusare un giudice ma senza nessun elemento oggettivo in mano. Dall’altra parte in presenza di elementi oggettivi, quando aveva in casa chi sfruttava il proprio ruolo in vigilanza per coprire i debiti della moglie nel Cis, non solo non ha applicato la stessa lettura garantista ma anzi ha espresso solidarietà a un rapporto di parentela stretto tra un vigilante Siotto e sua moglie nella banca da vigilare, rapporto che si è tradotto in un effettivo beneficio a scapito delle risorse collettive con l’operazione titoli. Ci sono problemi in alcune banche? Ci sarebbero stati e ci sarebbero più modi per affrontarli. Puntando ad esempio sulla costruzione di un rapporto sano con l’Italia trovando accordi vantaggiosi con Banca d’Italia, conquistandoci la fiducia con un percorso coerente e lineare. Conquistando la fiducia interna, con la trasparenza. Il governo fa invece ricadere singoli problemi di una singola banca sulla collettività con l’aiuto di chi può far passare questi interventi – dannosi per il Paese – come operazioni di sistema ma che hanno in realtà lo scopo di intervenire in aiuto di una sola banca quella sì che va salvata a tutti i costi. E’ come se in una scuola io che sono il direttore scolastico, pur di coprire le marachelle di un singolo studente che per anni ha fatto il furbo ma che mi è particolarmente simpatico, prima facessi finta di nulla sui suoi brutti voti presi fino a quel momento, come ad esempio l’ispezione fatta nella solita banca messa sapientemente nel cassetto e, quando invece si avvicina l’esame di fine anno, faccio in modo di spostare in avanti la data dell’esame organizzando magari con i soldi della scuola, cioè con i soldi della collettività, una bella gita per tutte le classi, così si spostano in avanti i problemi ad esempio con i fondi trasformati in obbligazioni e non chiedo nemmeno alle classi ovvero alle banche se intendono partecipare o meno perché coinvolgendo tutti la definisco semplicemente un’operazione di sistema. In realtà il beneficio non va al sistema ma al singolo studente, il risultato per il sistema è lo spreco dei soldi pubblici, la perdita di credibilità e di fiducia nel sistema stesso e il problema non solo non viene risolto ma rimandato nel tempo. Significa che dopo servirà un’altra operazione di sistema affinché l’esame che è stato sino a qui rimandato non sia svolto più dal singolo studente ma fondendo insieme intere classi (alcune banche) e allora lo studente che è furbo da una parte vedrebbe i suoi voti essere diluiti in un gran calderone visto che non potrà mai succedere che tutta la scuola venga bocciata. Dall’altra parte resterebbe però con la sua quota e con il suo peso nel gruppo potendo continuare ad influenzarne il destino anche in futuro, contando sulla simpatia che i vari direttori si succedono a scuola. Non importa che il sistema venga messo in crisi per coprire i debiti di qualcuno. L’operazione titoli era stata definita di sistema così come il credito d’imposta e la trasformazione in titoli di debito pubblico a favore di una unica singola banca. E anche oggi si interviene con altre finte operazioni di sistema chiamando a raccolta tutte le banche per la trasformazione dei fondi pensione in obbligazioni bancarie.
Ma questa idea serve davvero a tutte le banche o solo a una? E non era questo che aveva detto Confuorti, non lo si legge nell’ordinanza? Ecco allora faccio un appello: quando i cittadini sentono parlare di operazione di sistema sappiano che si tratta di dare una mano a una banca, o meglio al potentato che dirige quella banca. Non si vuole risolvere ora un problema, lo si sposta in un futuro quando ci sarà l’ultimo intervento di sistema in cui emergerà la vera utilità del ruolo di sistema conferito a cassa di risparmio, messa però prima nelle condizioni di emergenza tali da far accettare tutto pur di salvarla e con lei i debitori che vi saranno accorpati”.
La RepubblicaSM