San Marino. Fiscal drag, CSDL: una legge non applicata

Secondo le nostre stime, calcolate sulle fasce di reddito rilevate nel 2023, sono oltre 10 milioni le risorse che lo Stato ha incassato indebitamente nel 2024 per effetto della maggiore tassazione subìta dai lavoratori dipendenti e dai pensionati sui loro redditi. Ciò, a causa della mancata applicazione della legge sul fiscal drag. Per il 2025, verosimilmente, l’importo sarà ancora maggiore, grazie agli aumenti riconosciuti da alcuni contratti ed all’ulteriore incremento degli occupati. I Governi che si sono succeduti dall’entrata in vigore della riforma tributaria approvata nel 2013 non hanno mai adeguato gli scaglioni su cui vengono applicate le aliquote progressive, che vanno da un minimo del 9% ad un massimo del 35%. La legge stabilisce che detti scaglioni vadano incrementati seguendo l’andamento dell’inflazione: la prima delle tre tabelle allegate rappresenta la relativa simulazione. Nelle successive tabelle, relative a lavoratori dipendenti e pensionati, abbiamo indicato quante imposte hanno pagato in più i redditi fino a 45.000 euro imponibili annui e quelli oltre i 90.000 per effetto della mancata applicazione del fiscal drag. Tali fasce tengono conto anche dei redditi aggiuntivi a quelli da lavoro dipendente e da pensione (es. affitti, ecc.), oltre alle deduzioni (spese mediche, interessi sui mutui, ecc.). Non è stato riportato lo scaglione da 0 a 15.000 euro, nel quale si collocano ben 5.762 dipendenti e 3.919 pensionati, perché il maggior carico fiscale è scattato solo sulla parte eccedente 10.000 euro e non è possibile fare una stima realistica. In valore assoluto pro-capite, i maggiori beneficiari dell’applicazione del fiscal drag sarebbero coloro che vantano redditi elevati, ma la stragrande maggioranza dei contribuenti ha redditi medio-bassi, che vedrebbero recuperare circa l’1% di potere d’acquisto. Peraltro, a questi ultimi va attribuito il maggior gettito che lo Stato ha incassato: circa 5 milioni dai lavoratori dipendenti e 2 milioni dai pensionati, pari a circa i due terzi del totale. Rispettivamente, i redditi superiori a 90.000 euro sono infatti solo 464 e 140. Fin dalle rivendicazioni dello sciopero generale del dicembre 2023, i tre sindacati avevano proposto di destinare le maggiori risorse incamerate dalla mancata applicazione del fiscal drag per ridurre i contributi ai lavoratori e rivalutare maggiormente le pensioni, con particolare attenzione ai redditi più bassi, quale misura di riequilibrio e solidarietà, peraltro senza gravare sulle finanze pubbliche. I tre sindacati hanno ribadito tale richiesta anche nei recenti incontri per la nuova riforma IGR, rimasta nuovamente inascoltata. È inaccettabile che il Governo si rifiuti di applicare una legge e voglia tenersi i soldi incassati indebitamente dai redditi fissi!

CSdL