San Marino. Fitch e rating BB confermato… Ma il report è anche rassicurante e capace di motivare un moderato ottimismo per il futuro … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Era il 13 maggio 2009 e gli effetti della crisi americana dei “sub-prime” scoppiata alla fine del 2006 si fecero sentire anche sull’economia sammarinese, inducendo, per la prima volta dopo anni di valutazione stabile e più che positiva, l’Agenzia internazionale di rating Fitch a disporre il primo “downgrade” alla Repubblica di San Marino sul “long-term”, il lungo termine, dato più indicativo per fornire un indice di riferimento ad eventuali investitori.

Il consolidato AA con outlook stabile divenne un AA-, per ridursi ancora ad A con outlook negativo il 22 ottobre dello stesso anno, arrivando -in un trend preoccupante- al BBB+ del 23 luglio 2012; al BBB del 3 giugno 2016; al BBB- del 2 giugno 2017… Fino al BB con outlook stabile del 2 settembre dello scorso anno, nei giorni scorsi confermato.

Ma cosa significa questa valutazione in termini concreti? Più semplice di quanto si possa credere: un rating BB con outlook stabile significa che l’agenzia di rating ritiene che lo stato abbia una sostenibilità finanziaria limitata. Ciò significa che lo stato ha una certa probabilità di non essere in grado di onorare i propri debiti. L’outlook stabile, invece, significa che Fitch non prevede cambiamenti significativi nel rating nei prossimi 12 mesi. Nel concreto un rating BB rispetto ad un AA significa un rischio relativamente elevato per gli investitori, che vengono messi in guardia dall’agenzia di valutazione sul rischio non trascurabile di poter perdere i propri investimenti in titoli emessi quello stato. E ciò determina necessariamente un tasso di interesse  più elevato, rispetto ad un “bond” emesso da uno stato valutato AAA, per poter trovare acquirenti per lo stesso debito.

Ma l’ultimo report di Fitch non si limita ad appioppare un “voto” di sintesi all’economia e alla situazione finanziaria sammarinese, andando ben oltre. Così, scorrendolo, scopriamo che sul Titano ci sono comparti che ancora “luccicano”, come l’elevato reddito pro-capite, “più vicino alla AAA che non a BB”; un settore esportazioni “resiliente”; un “sistema politico stabile” e una importante “pozione creditizia esterna”.

Bilancio dello Stato

Ma, soprattutto, Fitch evidenzia come “i risultati fiscali preliminari per il 2022 indichino che il governo è riuscito riportare il bilancio ad una situazione equilibrata, dopo aver registrato deficit considerevoli nel 2020 e nel 2021 a causa dell’impatto determinato dalla pandemia”. Alla base di questo riequilibrio (il segretario di Stato alle Finanze Marco Gatti ha preannunciato un non trascurabile ritorno all’attivo di bilancio nel corso della sessione consigliare tuttora in corso) “è stato favorito favorito da una forte crescita delle entrate fiscali” e si è centrato nonostante un contenimento della spesa al di sotto delle aspettative” e la “destinazione dello 0,1% del PIL” per ripianare le casse dell’Azienda dei Servizi.

Per il 2023 -scrive Fitch- prevediamo un deterioramento del saldo di bilancio a un deficit del 0,6% del PIL rispetto a una proiezione di deficit mediana di ‘BB’ del 2,7%” e ciò in funzione di quella possibile frenata dell’economia globale prevista per la fine di quest’anno a livello globale, che “probabilmente porterà ad una diminuzione delle entrate per le casse pubbliche, anche se l’impatto netto sarà in qualche modo mitigato dagli effetti inflazionistici”.

Debito pubblico: “trend in miglioramento”

Buone notizie, da Fitch, anche sul trend del debito pubblico che risulta “ulteriormente migliorato rispetto all’ultima revisione”, tanto che l’Agenzia di Rating prevede “il debito pubblico scenderà al 65,7% del PIL nel 2024” grazie alla crescita dello stesso indicatore che si preannuncia “superiore alle aspettative” e ad un “saldo di bilancio migliorato”. “Tuttavia -precisa Fitch- il debito rimarrà significativamente superiore alla media indicativa di valutazione BB”, fissata nel “53,7% del Pil”.

Settore bancario migliora, rimangono le sfide

Il report dello scorso 17 luglio sottolinea che il “settore finanziario sammarinese ha resistito bene alla recente turbolenza dei mercati finanziari internazionali”, visto che “i depositi sono rimasti stabili durante il periodo di stress del settore bancario”, e si appresta a registrare “un piccolo profitto per il terzo anno consecutivo, dopo 11 anni di perdite”. Rafforzato anche il coefficiente di solvibilità del settore “che è passato dal 9,5% del 2019 al 14,6” della fine dello scorso anno. A preoccupare Fitch sono gli Npl, “eccezionalmente elevati”. Ma anche in tal senso qualcosa sembra muoversi per una loro monetizzazione che in tanti, sul Titano, indicano come ormai prossima… E, c’è da scommetterci, non sarà una “svendita” come successo in passato.

Quindi, seppure il rating “BB” con outlook stabile continui a rappresentare un problema per San Marino nei mercati finanziari, l’ultimo report di Fitch non appare certo drammatico visti i tanti elementi che, in prospettiva, lasciano pensare ad una possibile inversione di tendenza delle stesse valutazioni e ad un ritorno all’upgrade già nei prossimi report… Proprio questo aspetto, questi non pochi elementi positivi riconosciuti da Fitch, sono alla base della delusione del governo che -presumo- si aspettava un innalzamento della valutazione già in questo report… Un innalzamento che, a dire il vero, non sarebbe stato certo insensato o incomprensibile…

Enrico Lazzari