Ogni trimestre l’Associazione Nazionale dell’Industria di San Marino realizza un sondaggio approfondito con un campione di aziende. Si tratta di un campione ristretto, una trentina di industrie sammarinesi, ma che comprende tutte le principali per fatturato e storia. I dati scaturiti dall’ultimo questionario sono indicativi per comprendere meglio quanto sta incidendo sul Sistema Paese la crisi internazionale. L’indagine è partita dal dato complessivo delle vendite nel 2008 ed ha chiesto una previsione per il primo trimestre 2009. La seconda parte riguardava l’ambito dell’eventuale ricorso a Cassa Integrazione e riduzioni di personale, mentre l’ultimo ambito di riferimento è quello degli investimenti.
Situazione vendite
Il dato complessivo relativo al 2008 parla di una sostanziale diminuzione rispetto all’anno precedente: il dato del campione è di -6,06%, e si deve considerare che, in generale, la crisi internazionale ha fatto sentire la propria morsa soprattutto negli ultimi mesi dell’anno. Il giudizio sulla consistenza del portafoglio ordini a dicembre 2008 è ritenuto buono dal 7,4% degli intervistati (percentuale che però va riferita a 2 sole aziende), il 37,0% lo ritiene sufficiente (10 aziende), mentre il giudizio è insufficiente per la maggior parte degli intervistati (15, il 55,6).
Sono state chieste poi le previsioni per il trimestre gennaio-marzo 2009 per produzione, ordini totali, occupazione: il dato non prevede aumenti (tranne un caso, relativo all’occupazione) ma mostra aziende che malgrado la difficoltà riescono comunque a tenere. Nello specifico. Produzione: per il 35,7% (10 imprese) le previsioni sono stazionarie, per il 46,4 (13) in diminuzione, per il 17,9% (5) in forte diminuzione. Ordini totali: per il 40% (11) stazionarie, per il 50% (14) in diminuzione, per 10,7% (3) in forte diminuzione. Infine occupazione: per il 79,3% (23) stazionarie, per il 10,3 (3) in diminuzione, per il 6,9% (2) in forte diminuzione e c’è il già citato caso in controtendenza del previsto forte aumento dell’occupazione.
Situazione occupazione
Venendo alla situazione occupazionale, il questionario chiedeva se ci fosse in previsione il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni o a una eventuale riduzione di personale. Si consideri sempre che stiamo parlando delle principali aziende della Repubblica, che in passato assai raramente hanno dovuto utilizzare gli ammortizzatori sociali. La Cassa Integrazione è da escludersi per più di un quarto degli intervistati, 7 aziende (26,9%). E’ previsto un ricorso ‘poco probabile’ per 6 imprese (ovvero il 23,1%) ‘probabile ma limitato’ per altre 9 (il 34,6%), ‘probabile e consistente’ invece per il 15,4% (4 aziende).
Va meglio per quello che riguarda la riduzione di personale. Il 51,8% (14 intervistati) lo esclude, il 26,0% (7) lo ritiene poco probabile, il 14,8% (4 aziende) lo prevede comunque in termini limitati e 2 aziende (il 7,4%) parlano di riduzione probabile e consistente.
Situazione investimenti
Il questionario chiedeva le aree degli investimenti effettuati negli ultimi 12 mesi e quelli previsti nei prossimi 12 mesi. La situazione degli investimenti fatti è la seguente: 8 aziende hanno puntato su ricerca e innovazione (il 17,8%), 12 (26,7%) hanno puntato su nuove linee di produzione, 6 (13,3%) su informatica di gestione, 5 (11,1%) su informatica di produzione, 6 (13,3%) su nuovi immobili o ampliamento, 3 (6,7%) su ristrutturazione e riconversione di linee di produzione; un’azienda ha sbarrato la casella ‘altro’ e 4 (l’8,9%) hanno segnalato di non aver effettuato investimenti.
Per i prossimi 12 mesi la situazione è leggermente diversa. Calano a 7 (il 19,4%) le imprese che incentreranno almeno in parte i propri investimenti su ricerca e innovazione, scenderanno da 12 a 8 (il 22,2%) quelle che investiranno in nuove linee di produzione, saranno 5 (13,9%) quelle che punteranno su informatica di gestione e 2 (contro le 5 degli ultimi 12 mesi), ovvero il 5,6%, quelle che potenzieranno l’informatica di produzione. E ancora calano a 2 le aziende per cui si prospettano ampliamenti o l’acquisto di nuovi immobili, mentre c’è un minimo aumento (4 casi, ovvero l’11,1% contro i precedenti 3) per chi pensa di ristrutturare o riconvertire le linee di produzione. Infine aumentano a quota 7 (il 19,4%) le imprese che anticipano che non sono previsti nuovi investimenti e c’è ancora un’azienda che punterà su un settore non specificato dal questionario.
Naturalmente in questa specifica statistica il totale è superiore a 100%, trattandosi di possibili risposte multiple.
Dati alla mano, anche in questo caso la situazione non è certo rosea. Dal questionario si evince che nei prossimi mesi saranno meno le aziende sammarinesi che investiranno, e in meno aree (il totale è di 39 punti-aree di intervento contro 29), mentre come già detto ci sarà un leggero aumento di imprese che rinunceranno ad investire.
Il questionario chiedeva anche quali sono gli ostacoli che si frappongono agli investimenti. A rispondere un totale di 19 intervistati: la maggioranza “quasi relativa” (9 aziende, il 47,4%) ha evidenziato un insufficiente livello di domanda attesa. Tre risposte (15,8%) riferiscono di difficoltà nel reperimento delle risorse finanziarie e 2 (10,5%) hanno parlato di difficoltà nel reperire terreni e immobili. Una risposta a testa invece riguarda i seguenti tre campi: difficoltà nel reperire risorse umane; impossibilità di dedicare personale / ore lavoro alla progettazione o realizzazione; investimenti molto elevati effettuati nell’anno precedente. Altri 2 non hanno specificato e infine non hanno costituito ostacoli per le imprese cui è stato rivolto il questionario il reperimento delle informazioni necessarie, possibili intoppi amministrativi o burocratici, l’inadeguatezza dei servizi disponibili alle imprese (consulenza, progettazione) e un’eventuale inadeguatezza infrastrutturale.
