Densa di interesse si è rivelata la puntata del ‘Cantone delle botte’ di Sonia Tura in onda mercoledì sera su Rtv dove i vari interventi sono riusciti a portare gli ascoltatori in un cerchio più spazioso di idee. Protagonista della puntata è stato l’avvocato e presidente di Abs Matteo Mularoni cui è toccato l’onere di illustrare nel dettaglio il contestato progetto legato agli Npl delle banche. Progetto molto complesso che in estrema sintesi e come ultima fase contempla il trasferimento degli Npl immobiliari delle banche in un veicolo le cui quote dovrebbero essere sottoscritte da investitori tra i quali si è pensato anche al fondo pensionistico. E lo ha fatto con competenza e senza cercare lo scontro, convenendo peraltro con gli altri interlocutori sul fatto che non possa esistere alcun obbligo da parte di eventuali investitori quali potrebbero essere appunto i fondi pensione. E’ stato però sempre l’avvocato Mularoni a puntualizzare più e più volte durante la trasmissione come il progetto contemplerebbe più fasi, le prime due legate alla necessità di riforme normative che consentano un più rapido recupero dei crediti da parte delle banche. Sulla terza fase quella giudicata più critica da varie parti ha voluto invece rimarcare che i fondi pensionistici potrebbero essere più garantiti avendo come sottostante un titolo obbligazionario legato al veicolo del progetto che non stando all’interno delle banche. “Paradossalmente è capitato che il primo investitore del Paese – ha detto – i fondi pensionistici, abbiano investito più soldi nelle banche meno patrimonializzate in funzione di un meccanismo non virtuoso per cui si era chiamati a dare aiuto alle banche più in difficoltà”. Un tema delicato che riguarda in particolar modo banca Cis dove sono depositati oltre 100 milioni di fondi pensione sul quale anche il segretario Giuliano Tamagnini ha voluto dire la sua: “in realtà non risultava fino al settembre scorso che banca Cis avesse delle difficoltà, i numeri che ci venivano dati da Bcsm erano anzi i migliori del sistema. Anziché sostenere che con i fondi si è aiutata una banca in difficoltà si dovrebbe piuttosto dire, ci sono le carte a testimoniarlo – che questa banca è stata tenuta in piedi grazie ad iniezioni di Bcsm. Se chi ha l’onere di vigilare non vigila poi si finisce nella situazione in cui siamo”. Ed è stato sempre Tamagnini a ribadire di non avere pregiudizi sulla proposta di Abs ritenuta però accettabile solo nel momento in cui dovessero affacciarsi all’orizzonte investitori da fuori che darebbero la garanzia della bontà del progetto e dell’esistenza di un mercato giudicato al momento parecchio asfittico. “Il problema per noi non è mettere in sicurezza il sistema bancario – ha ribadito – ma mettere in sicurezza i fondi pensionistici. Potrebbe anche capitare che si riuscisse a liberare le banche dagli Npl e che poi comunque queste non ripartissero come è capitato a Carisp che chiuderà il bilancio in perdita pur non avendo più il fardello degli Npl. Serve infatti un piano di rilancio più ampio che non prenda in considerazione solo le banche ma tutto il sistema. “Le banche – ha infine voluto sottolineare – non stanno tutte male allo stesso modo. C’ anche chi sta benino, non hanno tutti gli stessi problemi. Sono 27 mesi che aspettiamo l’Aqr. E’ talmente segreta che i dati non li conosce nemmeno chi li ha analizzati. Se il Paese non lo deve sapere a me va bene nel momento in cui i risanamenti li fanno i soci. Se si chiede l’intervento dello Stato per salvare una parte di tessuto economico allora deve essere messo tutto in una specie di stanza di vetro. Come faccio a fare un intervento sugli Npl della banca X se non so se sono stati commessi dei reati, o come quegli Npl sono stati generati”? Un chiodo sul quale è tornato a battere anche il segretario del Psd Gerardo Giovagnoli: “L’Aqr ha utilizzato criteri omogenei per tutte le banche? Il rischio del veicolo è che gli Npl non siano stati valutati tutti sulla base degli stessi criteri. E’ evidente che la soluzione al problema degli Npl non può trovarla Abs ovvero le banche che il problema lo hanno generato. L’interlocutore della politica deve essere Bcsm che invece è assente dal dibattito”.
