San Marino. Fondo Monetario: “Avviso ai naviganti” di Luigi Lonfernini (da Repubblica Sm)

Ho letto e riletto con attenzione la relazione del Fondo Monetario Internazionale.
E’ un avviso ai naviganti.
Due sono gli elementi che hanno suscitato maggiore attenzione: il comparto bancario ed il bilancio dello Stato.
Un dato è certo: il nostro sistema economico – produttivo non può essere tenuto in piedi nelle condizioni attuali.
Una particolare attenzione è stata data al comparto bancario in quanto coinvolge direttamente ed indirettamente il bilancio dello Stato ed una occupazione qualificata.
L’attenzione degli esperti, in definitiva, si è manifestata, concentrata, quasi interamente, sulla situazione precaria in cui si sono venuti a trovare alcuni Istituti Bancari.
In generale il Fondo chiede ai vari Istituti di procedere alla ricapitalizzazione ed a migliorare il management ma anche le strutture interne. Ricapitalizzazione significa trovare investitori interni ed esterni credibili e capaci di investire in un sistema che, purtroppo, da troppo tempo è in sofferenza; il riferimento, in particolare, è riferito alla Cassa di Risparmio; dalla relazione: “ una rapida ri – privatizzazione della banca dovrebbe essere una priorità ed il Governo dovrebbe valutare l’esternalizzazione di alcune funzioni di gestione, anche considerando grandi banche estere, per promuovere lo sviluppo di un modello di businnes solido, con un immediato miglioramento in termini di gestione dei rischi e della liquidità “
Il concetto è chiaro: abbandonare l’idea di una Banca interamente dei sammarinesi, come è accaduto, recentemente, ad una banca da sempre considerata dei Riminesi.
L’internazionalizzazione del sistema bancario sammarinese passa, e può essere garantito, solamente attraverso l’inserimento di Istituti di Credito che operano a livello internazionale che possono, dice la Fondazione “ salvaguardare la stabilità finanziaria e garantire che il sistema bancario sia solvibile e contribuisca all’economia “.
Migliorare poi le strutture interne non è solo riferito al management, ma anche ai vari comparti tecnici che svolgono attività all’interno dei singoli Istituti che, allo stato attuale, comporta un ulteriore aggravio di spesa che, credo, non tutte le banche sono in grado di sostenere; il riferimento del Fondo, certamente, è generico, spetterà poi alla Banca Centrale, fatte le opportune verifiche, stimolare i singoli Istituti.
E’ bene ricordare che lo stesso Fondo rileva che “ la leva finanziaria del settore bancario continua a ridursi e il credito all’economia domestica è diminuito ulteriormente nel 2017 “.
Il sistema bancario occupa circa 600 professionisti.
Una battuta: la relazione recita: “il rafforzamento delle funzioni della Banca Centrale e della vigilanza bancaria è fondamentale per assicurare la futura stabilità finanziaria “. E’ auspicabile che si verifichi effettivamente il rafforzamento con l’auspicio che gli Istituti di Credito tornino ad essere in “ buona salute “, altrimenti si può tornare anche al “ Loperfido “ di vecchia memoria. Il dott. Loperfido, già funzionario della Banca d’Italia, negli anni 90 avviò il percorso di controllo e vigilanza degli Istituti di Credito presenti in territorio ( quattro ) e delle poche società finanziarie, poi, a seguito delle concessioni a pioggia, che però avevano un costo extra, si arrivò a creare la Banca Centrale, oggi, definita dal Fondo “ sovradimensionata “; qualcuno si chiede: a carico di chi sono i costi per il sovradimensionamento?
Tutto può essere condiviso della relazione, ma mi chiedo e chiedo ai politici che siedono nel Gran Consiglio: quale strategia intendono mettere in campo, non tanto e non solo per il risanamento di alcuni Istituti di Credito, tra l’altro fondamentali nel panorama interno, ma anche per accrescere il potere contrattuale, interno ed esterno, del sistema in generale?
Non ci si può fermare alla generica condivisione che il sistema bancario deve essere riformato, rafforzato, potenziato e non è nemmeno sufficiente la prospettiva di un memorandum con la Banca d’Italia, se non si hanno ben presenti i rapporti che devono, necessariamente, essere instaurati; come riformare e potenziare il sistema se non si perfezionano gli strumenti tecnico – politici e con quale logica?
Luigi Lonfernini su Repubblica Sm