Il report del FMI evidenzia come al rimbalzo della crescita del 2016, sostenuta dal vivace ambiente esterno, abbia fatto seguito, nel 2017, un rallentamento considerevole dovuto alla grossa perdita di Cassa di Risparmio e alla chiusura di Asset Banca. Fattori che hanno portato la crescita dal 2% del 2016 al 1,5% nel 2017. Per il 2018 l’Fmi prevede una crescita di poco superiore all’1% ma c’è preoccupazione per gli investimenti deboli venendo a mancare il sostegno del settore bancario. I timori più grandi si concentrano infatti attorno al settore delle banche dove il rischio maggiore è legato a riforme incomplete e all’eventuale incapacità di ristrutturare adeguatamente la più grande banca che di fatto si tradurrebbero in un ulteriore aumento della pressione fiscale.
La ricetta del Fmi per ridare solidità al sistema bancario parte necessariamente dall’aggiornamento dell’aqr, documento sul quale – scrive – Banca Centrale ha accumulato un forte ritardo. E’ invece da lì che occorre partire per procedere alle ricapitalizzazioni.
Parte poi il focus su Cassa di Risparmio e la richiesta di ristrutturare in profondità un istituto costato allo Stato 220milioni di euro (circa il 16% del Pil) nel periodo tra il 2012 e il 2016. Senza contare l’ammontare dell’ulteriore perdita del 2017 che per il fondo monetario è cruciale venga assorbita dagli attuali azionisti e titolari di debito subordinato prima che altro capitale venga iniettato. Dovrà poi essere modificato il modello di business, andranno ridotti i costi operativi e dovrà diventare prioritaria la riprivatizzazione dell’istituto al fine di evitare oneri insopportabili per il bilancio dello Stato. Prioritario per l’Fmi anche il tema del miglioramento della responsabilità, governance, sorveglianza e comunicazione. Di qui l’auspicio che venga presto creato un comitato per la stabilità finanziaria che faciliti il coordinamento tra governo e Banca Centrale in particolare per la comunicazione. Un memorandum d’intesa – si legge nel report – aiuterebbe a chiarire le responsabilità e un protocollo per lo scambio di informazioni.
Se poi in futuro si vorrà garantire al Paese una stabilità finanziaria sarà vitale rafforzare le funzioni della Banca Centrale e il controllo bancario. E’ infatti urgente secondo gli esperti internazionali migliorare la capacità di gestione delle crisi da parte di Banca Centrale prevedendo un istituto di credito di ultima istanza e un’unità di risoluzione bancaria dotato di politiche e infrastrutture che sappiano adeguatamente far fronte ai problemi delle banche vulnerabili. Sarà cioè necessario riformare a fondo Banca Centrale per garantire un’efficacie vigilanza bancaria adottando i più alti standard di indipendenza della banca centrale, governance, responsabilità e trasparenza.
In futuro a causa delle ricapitalizzazioni bancarie e dell’assunzione da parte dello Stato delle perdite di patrimonio di Cassa di Risparmio, si assisterà ad un aumento del debito. L’ammontare di tale debito è tuttavia incerto perché al momento non è disponibile la valutazione esatta dei costi finali della ricapitalizzazione. Di conseguenza si dovrà procedere con l’aumento delle entrate fiscali: alla reintroduzione della tassa sul patrimonio si dovrà presto aggiungere la riforma della tassazione indiretta. E la strada delle riforme avrà l’obbligo di andare verso il costante miglioramento della qualità della spesa pubblica e della sua diminuzione.
Infine San Marino è chiamato al massimo impegno per migliorare i rapporti con la comunità internazionale specie con l’Italia, bene dunque farà a istituire finalmente un memorandum d’intesa con Banca d’Italia anche e soprattutto per rafforzare la capacità istituzionale del Paese. E per attrarre nuovi investimenti dovrà migliorare la trasparenza e rendere più tempestivo l’accesso ai dati economici. Come si vede è impegnativa l’agenda delle riforme ed essa non potrà che richiedere un forte impegno di tutte le parti interessate.
Repubblica Sm