Avete presente quando vi mettete in testa di fare la dieta ma poi di fronte al gelato o al piatto di pasta non riuscite a dire no e sgarrate? Ecco io oggi farò la stessa cosa: mi ero ripromesso che non avrei scritto alcunché sulla vittoria dell’Italia all’Europeo e invece eccomi qui. Non posso tuttavia tacere nel leggere quello che passa la cronaca locale e che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia. A quanto pare una famiglia inglese in vacanza a Poggio Torriana e in piazza per godersi la finale, sarebbe stata insultata, trattata in malo modo e infine cacciata per la sola colpa di essere inglese appunto. Complice l’immediato vantaggio degli uomini di Southgate e qualche rotella che evidentemente non girava per il verso giusto a un paio di facinorosi ed ecco che una bella serata è stata irreparabilmente rovinata. Per carità, un paio di mele marce non possono e non devono guastare l’immagine di un intero popolo, ma evidentemente l’ignoranza non conosce confini. E pensare che per qualche ora mi ero persino sentito un gradino più in alto rispetto a coloro – gli inglesi – che vorrebbero insegnarci come stare al modo ed esportare in terra romana la cultura, quando semmai il passato e la storia ci hanno insegnato l’esatto opposto. Ci hanno tacciato di essere dei “cascatori” quando Sterling ha passato più tempo per terra che a correre. Ci hanno apostrofato con i soliti stereotipi, pizza mandolino etc, salvo poi fischiare il nostro inno. Ci hanno rotti i… timpani con “it’s coming home” e poi quando il “calcio” è tornato a Roma gli sportivi inglesi hanno metaforicamente sputato sulle medaglie del secondo posto, che sono state subito tolte con disprezzo dal collo. Siccome non voglio mettermi sullo stesso livello mi limiterò al “campo” senza spaziare sulla Brexit o altro anche perché rischierei di essere poco elegante. Ebbene ecco che dopo qualche ora di “superiorità morale” la lettura mattutina della cronaca mi ha riportato coi piedi per terra. Peccato. Non abbiamo fatto onore all’ospitalità italiana e soprattutto a quella romagnola in questa maniera. Spiace soprattutto per quei bambini che torneranno a casa con un brutto ricordo della nostra terra. E non venite a dirmi che i “tifosi” dei Tre Leoni hanno aspettato gli italiani per menare le mani, come si evincerebbe da alcuni video che stanno circolando in rete (fra veri, fake news, presunti scontri e bufale varie…). Perché se il mio vicino si butta nel pozzo, non è che io devo imitarlo per forza, anzi. Concetti che dovrebbero venire insegnati da piccini, ma che evidentemente non sono stati ben assimilati. E allora grido pure io “forza Italia”, ma mi perdonerete se lo faccio con meno convinzione rispetto a ieri sera.
David Oddone
Rubrica “Qui gatto… ci cova”