Pollice verso sulla proposta di aumentare il costo del lavoro per i frontalieri che ripropone sotto nuove vesti l’ex “tassa etnica”. L’Ufficio di Presidenza del Csir San Marino – Emilia Romagna – Marche, riunitosi nei giorni scorsi, stronca sul nascere il progetto di legge “Modifiche e integrazioni alle norme in materia di sviluppo economico” che il Segretario di Stato per il Lavoro di San Marino, Andrea Zafferani, ha presentato alle parti sociali nelle scorse settimane. “In primo luogo- motiva in una nota il Consiglio sindacale interregionale- e’ inaccettabile la differenziazione di peso contributivo per le imprese, pari al 7%, che questo intervento legislativo stabilirebbe sulla base della residenza dei lavoratori assunti”. Questa impostazione infatti per il Csir e’ “una chiara discriminazione nei confronti dei lavoratori frontalieri- sottolinea la nota- di fatto, si torna alla tassa etnica”, poiche’ “si e’ solo cambiato il soggetto su cui caricare una maggiore imposizione, ma non cambia la filosofia che vuole i lavoratori economicamente diversificati sulla base della loro residenza”. E ancora, “il Csir non riesce a concepire come uno Stato che si sta approcciando ad un accordo di associazione con la Ue- continua la nota- possa mettere in atto queste forme discriminatorie, senza rendersi conto che le stesse saranno dei veri e propri macigni sul percorso di avvicinamento all’Unione Europea”. Tanto piu’ che “nello stesso progetto di legge- osserva il Csir- non vi e’ invece nessun accenno alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro per i lavoratori frontalieri che operano nella Repubblica di San Marino“. In definitiva, il Csir invita quindi il Segretario Zafferani e l’intero governo sammarinese a ripensare l’intervento in materia di lavoro frontaliero, “eliminando le parti discriminatorie e inserendo invece parti che portino ad un passo avanti nel riconoscimento del contributo che i frontalieri danno all’economia sammarinese”.
