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  • San Marino. Fu un golpe? RF cacci i sospetti che la “offuscano” proponendo la Commissione di inchiesta … di Enrico Lazzari

    “…Cialtronesche accuse di colpo di stato inventate e messe in atto nella scorsa legislatura”, parola di Repubblica Futura, già Alleanza Popolare… Credo di essere l’unico che ha paventato una serie di situazioni che potrebbero -e ribadisco potrebbero-, se unite l’una all’altra, rendere razionalmente sensata l’ipotesi che il Titano possa essere stato teatro, negli ultimi anni, di un preciso piano di sovversione della democrazia, di cambio ai vertici politici avvenuto sì per mezzo elettorale, ma in un voto furbescamente “influenzato” da indagini giudiziarie create ad hoc.

    Del resto, le conclusioni tratte dalla Commissione di Inchiesta su Banca Cis -che anche Repubblica Futura ha contribuito a redarre e ha poi votato compatta- ha individuato una sistematica occupazione di posti chiave della gestione e della vigilanza finanziaria ad opera di una cosiddetta “cricca”. Sarebbe possibile senza una “distrazione” della politica, che -fra l’altro- ha il dovere primario di tutelare la democrazia evitando che ciò accada?

    Quindi, almeno su questo fronte un “golpe” -o chiamatelo come volete- c’è stato. Come definire, infatti, l’assoggettamento a interessi privati di enti chiave dello Stato che, in quanto tali, dovrebbero perseguire fini di interesse comune e pubblico?

    Repubblica Futura, quindi, anziché distribuire velate “frecciatine” a caso, farebbe bene a sostenere -anzi a farsi promotrice- di una commissione parlamentare di inchiesta finalizzata a svelare se ed eventualmente in chi stiano le responsabilità politiche di questa accertata -come detto dalla Commissione parlamentare- deriva democratica che ha determinato danni enormi al sistema finanziario sammarinese arrivando addirittura -semplifico, ma c’è una precisa sentenza- a commissariare una banca privata senza che ne sussistessero le condizioni e a “suggerire”, se non addirittura “ordinare” (lo ha svelato il testimone Federico D’Addario sotto giuramento), l’arresto di un politico sammarinese di primissimo piano coinvolto in un filone di indagine del cosiddetto Processo Mazzini.

    Ma perchè, vi chiederete, deve essere Repubblica Futura e non, ad esempio, l’oggi Libera che era a sua volta parte del governo AdessoSm, a doversi difendere dalle ombre di un suo ruolo attivo in questo per ora solo ipotizzabile piano? Provo a spiegarlo, unendo tutti i “puntini”, ma serve fare un passo indietro, almeno fino alla metà del 2014 quando, pochi giorni prima dell’arresto di Claudio Podeschi, democristiano, fino al 2012 membro costante del Congresso di Stato, D’Addario si trova all’interno della sede di Banca Cis e, lì, ascolta casualmente una inquietante telefonata in cui Daniele Guidi, urlando, intima all’interlocutore (clicca qui): “Quello li lo devi arrestare, lo devi arrestare! Te lo dico io!”. “Ho fatto due più due -spiegò lo stesso D’Addario alla Commissione- quando ho saputo dell’arresto di Podeschi. Secondo me”, Guidi, “parlava con qualche commissario, con chi si può parlare di arresti?”.

    Primo “puntino”: ci sono quindi indizi che infondono il sospetto che l’amministrazione della Giustizia potrebbe essere stata assoggettata, almeno in qualche frangia deviata della magistratura, non a perseguire la Giustizia stessa, ma a favorire i piani e gli interessi di individui, gruppi o forze private.

    Ad avvalorare ulteriormente l’inquietante ipotesi c’è, poi, la vicenda di Asset Bank, commissariata -viste le sentenze successive- in maniera non proprio regolare. E ciò va unito alla “distrazione” degli enti di vigilanza relativamente a Banca Cis. Una “distrazione”, peraltro, costata milioni e milioni al Fondo Previdenziale… Ricordo, ai tempi delle udienze del processo Mazzini, che seguivo per il quotidiano La Voce, un mio articolo che titolai San Marino, chi tocca le banche “muore”! Evidentemente, segnali pur labili che qualcosa non sembrava funzionare come doveva c’erano già allora…

    Secondo “puntino”: ci sono indizi che alimentano il sospetto che in Banca Centrale, prima dell’arrivo di Catia Tomasetti, si siano perseguiti gli interessi di un gruppo privato a discapito di quelli collettivi e del sistema finanziario sammarinese

    Ma, quanto sopra ipotizzato è possibile senza una complicità politica? A mio parere no… Ma andiamo avanti nella ricerca dei singoli “puntini”, che solo quando uniti uno con l’altro possono svelare un disegno globale.

    Nel giugno 2014, pochi giorni dopo la telefonata di Guidi ad un interlocutore “misterioso” svelata da D’Addario (si ricordi: sotto giuramento), il Giudice Alberto Buriani (che secondo le conclusioni della Commissione intratteneva rapporti amicali con lo stesso Guidi, direttore CIS, e aveva frequentazioni con Marino Grandoni, azionista CIS) dispone la misura cautelare in carcere per Podeschi. Poi, nei mesi successivi, disporrà l’arresto anche per  l’ex Segretario di Stato Fiorenzo Stolfi e, addirittura, per Gabriele Gatti, oltre ad indagare -e poi rinviare a giudizio- una intera generazione politica che venne spazzata via in un sol colpo. E a nulla serviranno, poi -per ora solo nel Mazzini, ma verosimilmente finirà così in appello anche per Gatti- le assoluzioni con formula piena, ovvero con la motivazione “il fatto non sussiste” disposte per tutti i reati giudicabili al momento della sentenza. 

    In tal senso, si ricordi, la sentenza del Collegio Garante non ha modificato alcuna norma presente al momento dell’apertura delle indagini, ma ha soltanto corretto una errata consuetudine interpretativa sammarinese delle stesse, che stravolgeva sia la Legge fondamentale sammarinese, sia quanto disposto dalla Cedu. Con la corretta interpretazione, probabilmente, il Processo Mazzini non si sarebbe neppure aperto…

    Terzo “puntino”: basandosi su una interpretazione errata delle Leggi fondamentali si è spazzata via per via giudiziaria e mediatica -non si dimentichi il grande ruolo dei media, specie di uno che in tanti definiscono (a torto o ragione) “amico” di RF- una intera generazione politica, spianando la strada politica per l’affermazione di nuovi “potenti”.

    Arriviamo alla nomina di Catia Tomasetti ai vertici di Banca Centrale e, quindi, ad una gestione più “attenta” della stessa e al tentativo di acquisto della stessa da parte del gruppo lussemburghese Stratos, poi fallito per mancanza del via libera di BCSM in assenza delle garanzie di solidità finanziaria dello stesso gruppo. A far luce su quel periodo è giunta la testimonianza, nel processo Buriani-Celli, della stessa Presidente. Dalla stessa emerge un quadro quanto mai chiaro e ampio che, qui, provo a riassumere all’estremo (leggi qui).

    Ai primi ostacoli messi da Banca Centrale alla compravendita, per mezzo dell’ex Segretario di Stato alle Finanze del governo AdessoSM, Simone Celli, sono partite le prime pressioni verso la Tomasetti, che però non hanno avuto gli effetti sperati. 

    Quarto “puntino”: parte del Governo AdessoSm sembra dimostrarsi “molto interessata” alla trattativa della vendita di una banca privata ad un gruppo straniero e, poi, dopo le dimissioni, attivamente in campo per favorirla.

    A un certo punto il Giudice Buriani apre una indagine penale nei confronti del Presidente di BCSM che, nonostante gli atti secretati, trova ampia eco sui media sammarinesi ed italiani. Quasi contemporaneamente trapela la notizia che anche il vertice della vigilanza è indagato. Ma nessuno si dimette.

    Quinto “puntino”: il Giudice Buriani -certo, può essere l’ennesima coincidenza-, lo stresso PM del processo Mazzini e di altre inchieste eclatanti che hanno spazzato via una intera classe politica, apre una indagine, poi archiviata, che -trovando ampia eco sui media- mette a rischio dimissioni il vertice di Bcsm, ostacolo al buon fine del passaggio di mano di Banca Cis a Stratos.

    E via con altri “puntini” come le posizioni critiche verso Bcsm all’interno del CCR di Nicola Renzi e, talvolta, Andrea Zafferani (oggi ambedue in RF), “pizzini” fatti passare sotto il naso della Tomasetti da Celli e così via…

    Ma cosa c’entra RF, visto che Celli era ministro SSD e non RF e che le posizioni avverse alla Tomasetti nel CCR da Renzi e Zafferani appaiono politicamente legittime? C’entra… Perchè (leggi qui) ad un certo punto succedono due cose:

    1 – Celli “consiglia” -lo sostiene la Tomasetti sotto giuramento- al presidente di Bcsm, di avvicinarsi un po’ più a Nicola Renzi (RF) e Mario Venturini”, tuttora presidente di RF, proponendosi di organizzare un incontro fra la stessa e i due politici.

    2 – La Tomasetti ridimensiona il ruolo di Celli a semplice esecutore sostenendo di avere avuto l’impressione che “Simone Celli fosse stato costretto” a fare quel che faceva. Da chi? E, per chi? Chi aveva interesse ad “avvicinare” il Presidente di Bcsm a Nicola Renzi e Mario Venturini? Perchè, nel momento in cui tutta l’opera di “sensibilizzazione” di Celli verso la Tomasetti verteva sulla compravendita Stratos-CIS?

    Sono forse -oltre a Celli, forse semplice esecutore di “ordini” a cui non poteva o voleva dire no- Nicola Renzi e Mario Venturini di Repubblica Futura, il primo, fra l’altro, Ministro della Giustizia nel governo AdessoSM, gli “amici” politici della “Cricca”? E’ senza dubbio poco quanto svelato dalla Tomasetti per non rispondere con un secco no. Ma è sufficiente per infondere un sospetto…

    Unendo i tanti puntini, infatti, si individuano indizi -indizi, nulla più- che rendono sensata l’ipotesi che un gruppo privato, con il supporto di almeno parte del Tribunale, dei media (magari in taluni casi inconsapevole), di parte di membri del Governo AdessoSM e del Presidente di Repubblica Futura, possa essersi unito per spazzare via una classe politica favorendo il cambio degli assetti di potere così da assoggettare lo Stato o parti di esso a interessi privati. E questo, checché RF ne dica, se fosse realmente accaduto si chiamerebbe “golpe”.

    Quindi, non volendo credere neppure io che ciò possa essere accaduto davvero, ma in presenza di ombre pesanti, auspico che sia proprio Repubblica Futura, per difendere la sua immagine e la sua autorevolezza politica, a chiedere, a proporre in Consiglio Grande e Generale una Commissione di inchiesta parlamentare che possa fare piena luce su una stagione buia della giustizia e della democrazia sammarinese. O, perlomeno, che voti favorevolmente ad una simile proposta eventualmente presentata da altri…

    Enrico Lazzari

    Enrico Lazzari