Era la prima mattina del 16 ottobre 2015 quando l’uomo più forte della politica del Titano venne prelevato nella sua abitazione e, dopo le procedure di rito, tradotto nel carcere dei Cappuccini in forza di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice Alberto Buriani, sospeso nell’ambito di una azione di Sindacato oggi “rigettata”, nell’ambito di una inchiesta coordinata dallo stesso in collaborazione con il commissario della legge Antonella Volpinari, a sua volta oggi a “riposo” perché in aspettativa. Alla base dell’eclatante provvedimento che calcò le cronache dei media di mezzo mondo, le ipotesi di reato di riciclaggio e associazione a delinquere, con quest’ultima che appare come la base delle motivazioni della custodia cautelare di Gatti. Una accusa, quella dell’associazione a delinquere, che, poi, però, lo stesso Giudice inquirente fu costretto a smentire disponendone l’archiviazione.
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