San Marino. I Garanti ”salvano” i partiti tradizionali. A loro non verrà tolto un euro del finanziamento pubblico

titleSingolare decisione quella dei garanti della costituzionalità delle norme sammarinesi, italiani che hanno un nome e cognome – ma che è impossibile trovare anche nel sito istituzionale del Collegio Garante – e che vengono rappresentati dal Prof. Carlo Fusaro di Firenze quale Presidente del collegio, hanno sancito che i partiti possono continuare a prendere soldi pubblici per la loro sopravvivenza, per la loro vita fatta non solo di attività politica, ma anche sagre e feste paesane, pagamenti a 5.000 euro al mese di segretari di partito e tanto altro ancora. Il tutto finanziato dai sammarinesi! Dallo Stato.

Quello che poteva essere lo strumento con il quale poter rendere meno dispendiosa la politica, cioè il referendum per abbassare il contributo pubblico a 70.000 euro per singola forza politica, viene meno ed addirittura non ammesso alle prossime tornate referendarie.

Cioè i sammarinesi non potranno esprimersi liberamente e democraticamente su come e quanto verrà dato dei loro soldi alla partitocrazia! I quali dovranno subire sempre e comunque decisioni prese dall’alto, continuare a pagare le tasse e i vari balzelli per salvare dallo sfascio sia i partiti che il sistema bancario, oramai al tracollo!

Quanto per ancora? Per quanto tempo ancora i sammarinesi subiranno in silenzio questo stato di cose, queste vere e proprie imposizioni? Per quanto ancora la partitocrazia tirerà la corda? Fra quanto si spezzerà?

Non abbiamo ancora le motivazioni di questa non approvazione da parte del Collegio Garante, ma appena le avremo le renderemo pubbliche in modo che ogni lettore-cittadino possa rendersi conto il motivo per il quale il referendum che abbassava i costi della politica non è stato approvato, di fatto salvando la partitocrazia.

Non credo che i referendari abbandoneranno mai l’idea di togliere i finanziamenti alla politica.

Marco Severini – Direttore del Giornalesm.com