Tre fatti successi in questi ultimi tempi, mi hanno suggerito questo articolo. Ho visto alla Tv il pianto dirotto di un’infermiera. Per il fatto di dichiararsi lesbica, alcuni vigliacchi omofobi le hanno distrutto l’auto. Doveva essere punita.
Da poco sono passati i due anni dall’approvazione consiliare della LEGGE SULLE UNIONI CIVILI ( LEGGE 20 NOVEMBRE 2018 n.147).
Papa Francesco ha espresso aperture e accoglienza verso le coppie gay (subito ridimensionato dal gruppo di potere vaticano, che ha sempre comandato anche sui Papi). Non è mancata poi la canea sguaiata delle destre e degli atei devoti.
Questi eventi mi hanno suggerito di dare un’occhiata alla storia, sul come sono stati trattati gli omosessuali. Sono brevi cenni a leggi e trattamenti punitivi più significativi, senza la pretesa di una ricostruzione storica. Mi riferisco in particolare alla società medievale e post medievale.
Non parto dal Codice di Hammurabi che prevedeva l’evirazione per l’ omosessualità, nemmeno dall’antica Grecia, dove esisteva una pratica normale (specie fra i ceti ricchi), tanto da essere chiamata “l’amor greco”. Né mi soffermo sull’antica Roma, dove era sostanzialmente tollerata.
Purtroppo l’intolleranza trova terreno favorevole in alcune posizioni storiche moralistiche del cristianesimo. Il manifesto dell’intolleranza più feroce, lo scrive un Cardinale nato a Ravenna agli inizi dell’anno Mille. E’ San Pier Damiani, teologo, vescovo, venerato come santo e proclamato Dottore della Chiesa nel 1828.
Ve ne riporto un tratto. Non vi spaventate della crudezza del testo. Dal Liber Gomorrhianus (1049):
Si va diffondendo dalle nostre parti un vizio così gravemente nefasto e ignominioso, che se non vi si opporrà al più presto uno zelante intervento punitore, di certo la spada dell’ira divina infierirà enormemente annientando molti. (…) Questa turpitudine viene giustamente considerato il peggiore fra i crimini, poiché sta scritto che l’onnipotente Iddio l’ebbe in odio sempre ed allo stesso modo, tanto che mentre per gli altri vizi stabilì dei freni mediante il precetto legale, questo vizio volle condannarlo, con la punizione della più rigorosa vendetta (…). Ed è ben giusto che coloro che, contro la legge di natura e contro l’ordine dell’umana ragione, consegnano ai demoni la loro carne per godere di rapporti così schifosi, condividano con i demoni la cella della loro preghiera.”
Secondo alcuni storici, nel Medioevo si possono individuare due posizioni differenti fra il Basso e l’Alto. In tutto l’Alto Medioevo (VI-XI secolo), prevale una malcelata intolleranza verso l’omosessualità, per lo più ignorata e trattata alla stregua di altri peccati, come l’adulterio ed i rapporti prematrimoniali e fuori dal matrimonio. Poi nel Basso Medioevo (XII-XV secolo), si passa ad una ostilità vera e propria, che si trasforma in persecuzione fino alla condanna alla pena più grave, cioè la pena capitale. Durante tutto l’Alto Medioevo, in Europa Occidentale, non si hanno tracce di legislazione civile contro gli omosessuali fino a Carlo Magno.
E’ nel corso del XIII secolo che si assiste, più o meno in tutta l’Europa Occidentale, ad un’ondata di intolleranza via via sempre più feroce nei confronti dell’omosessualità. Questa ondata di intolleranza e violenza si manifesta anche contro altre minoranze nella società del basso medioevo, tra cui gli eretici e le streghe.
La crescente intolleranza e rifiuto dell’omosessualità non è certo prerogativa esclusiva della Chiesa, tant’è che anche ampie classi della società medioevale e comunale disprezzano e condannano l’omosessualità, tra cui l’emergente classe borghese dei mercanti. Anche la società comunale e le leggi civili cambiano radicalmente: ad es. negli Statuti Bolognesi del 1259 si esortano i cittadini a denunciare i sodomiti, puniti con l’esilio, mentre chi offriva ospitalità agli omosessuali nella propria casa era punito con la morte]. In tutto il XIII secolo si promulgano leggi in Germania, Francia e Svizzera che puniscono gli omosessuali condannandoli al rogo. Nel 1293 viene attestata in Italia la prima condanna al rogo di un omosessuale, accusato di sodomia.
Durante tutto il XIV secolo, la pena capitale tramite il rogo viene adottata in tutta Italia, e verrà mantenuta nel XV secolo, condannando, in molti comuni e signorie, anche la sodomia tra uomo e donna, oltre che tutti gli atti omosessuali. A Milano, sotto gli Sforza, chi denunciava gli omosessuali veniva ricompensato tramite denaro. Un caso particolare rappresenta la repubblica fiorentina, dove fino al 1400 gli omosessuali non venivano puniti con il rogo, ma con multe pecuniarie associate alla castrazione e al taglio della mano destra se il reo si dimostrava recidivo. Venivano bruciati sul rogo i forestieri che commettevano atti sodomitici durante il loro passaggio nel territorio fiorentino. Nel 1430 anche la legislazione di Firenze si fece più severa, con pene pecuniarie più alte: tuttavia la pena capitale al rogo era prevista solo in caso di recidiva, più precisamente alla quarta volta in cui veniva commesso il reato.
A Siena gli omosessuali sorpresi a commettere atti “contro natura”, subivano una multa di 300 lire. E in caso di inadempienza, erano puniti con l’impiccagione per i genitali.
Cosa dicono GLI STATUTI SAMMARINESI?
Il contesto culturale, morale e religioso della società in cui sono nati, è ovviamente lo stesso degli statuti dei comuni italiani. Se ne parla nel LIB. III, rubrica LXXIV. Mette insieme una serie di delitti in campo sessuale: del ratto, adulterio, incesto, stupro, fornicazione, sodomia e lenocinio. L’omosessualità è chiamato con il termine classico di SODOMIA: il nefando delitto della sodomia. “Sappia che soggiace alle pene stabilite dalle leggi, senza nessun riguardo di età”. Non so se nel precedente testo degli Statuti fosse precisato il tipo di pena. Venivano puniti anche l’adulterio e i rapporti sessuale irregolari. Con una aggravante: se il delitto sessuale avveniva fra ebrei e cristiani, era punito nel modo più grave : “Se poi un Giudeo conoscerà carnalmente una Cristiana, o se un Cristiano una Giudea, tanto l’uomo, quanto la donna, in entrambi e casi, siano puniti sul capo, in modo che muoiano”.
Gli omofobi di oggi, che non vogliono la famiglia omosessuale, non vogliono una legge più severa contro le forme di violenza verso i gay, per combattere l’omosessualità, potrebbero ritornare alla pratica del rogo. Che si è dimostrata molto efficace!
Domenico Gasperoni