San Marino. Gerardo Giovagnoli (Psd): San Marino e l’Accordo di associazione al centro dei lavori del Parlamento europeo

Gerardo Giovagnoli

Gerardo Giovagnoli

Mentre in Repubblica taluni vaticinano che l’Accordo di associazione si è arenato e che la firma non arriverà nemmeno entro l’anno, il Parlamento europeo (PE), evidentemente ignaro della sorte già segnata, in questi giorni sta lavorando al rapporto, da approvare a luglio, sul medesimo Accordo.

La Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo sta infatti redigendo il cosiddetto “Draft interim report” sulla proposta di decisione del Consiglio Europeo sulla conclusione del negoziato dell’Accordo di associazione e, contestualmente, ha chiesto alla Commissione Mercato Interno e Protezione dei Consumatori ed alla Commissione Economia ed Affari Monetari, un parere sul testo suddetto, con la proposta di emendamenti.

I tre documenti, consultabili in rete, sono molto utili per capire quanto il PE sia ingaggiato ed anche quale sia il punto di vista dei Parlamentari europei.

Intanto si evince l’apprezzamento per Andorra e San Marino, per aver scelto la strada della maggior integrazione, per l’impegno nel Consiglio d’Europa verso i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto e per la vicinanza politica dimostrata in questi anni di “guerra d’Europa”, poi si denota il supporto che i Parlamentari europei danno all’Accordo, che sostengono debba essere firmato ed entrare in vigore velocemente, tenendo anche conto delle specifiche sfide che i due piccoli paesi dovranno affrontare per entrare nel Mercato unico, principale obiettivo dell’Accordo.

Tanto è vero questo che nel testo del rapporto, sia nella parte di testo introduttiva, che quella specifica sull’Accesso al Mercato unico, si trovano riconoscimenti per le peculiari caratteristiche di Andorra e San Marino, nonché l’offerta di assistenza amministrativa e tecnica per l’allineamento alle regole europee.

Non solo, ma è impressionante notare, viste le lamentele che si ascoltano in Consiglio, che vi siano emendamenti al testo che tendono ad evidenziare che sono San Marino ed Andorra ad avere un guadagno sproporzionato e che il ritorno economico o strategico dei cittadini dell’Unione Europea siano limitati e addirittura che sia l’Ue a sobbarcarsi troppi oneri amministrativi.

D’altro canto, altri emendamenti – evidentemente abbiamo buoni amici a Bruxelles – richiedono di assicurare che le piccole e medie imprese beneficino dell’Accordo senza incorrere in eccessivi costi o complicazioni burocratiche, nonché, ancora più significativo, che dovrebbero essere posti in essere meccanismi semplificati per avere accesso ai Fondi strutturali e di investimento per fare crescere i nostri piccoli paesi.

Non viene tralasciato nemmeno il vero elemento che sta facendo tardare la firma dell’Accordo, che non è il cosiddetto clarifying addendum, già concordato e includente solo un impegno per giungere ad un accordo tra San Marino e Italia dopo l’entrata in vigore ma prima dell’entrata nel Mercato unico per le nostre banche, bensì la scelta, in mano ai 27 paesi, di stabilire la natura dell’Accordo che può essere di competenza esclusiva o mista. Ebbene, il testo in valutazione al PE contiene un indirizzo, una preferenza, verso la competenza esclusiva, quella che permetterebbe la ratifica dell’Accordo attraverso il solo voto del Parlamento e non di tutti i singoli paesi.

Insomma, se la massima istituzione ad elezione diretta dell’Ue già si prepara al voto di un rapporto sull’Accordo di associazione, non scommetterei su un suo insabbiamento.

Tutto ciò succede mentre Monaco, che ci ha accompagnato fino alle ultime fasi del negoziato, viene inserito nella black list dell’Ue dei paesi non cooperativi rispetto al riciclaggio ed alla lotta contro il terrorismo.

Tutto il contrario di quanto avvenuto a San Marino: l’esigenza di trovare un nuovo accordo con l’Ue dopo quello di Cooperazione del 1991, emerse proprio nel momento in cui San Marino era in black list, molto indietro rispetto ai temi della trasparenza e dello scambio di informazioni. Da quel momento in avanti, da circa 15 anni, le strade dell’adeguamento internazionale, del ripristino del rapporto con l’Italia e la firma del nuovo accordo e quella dell’integrazione, si sono congiunte e mai più separate.

Vi è convergenza di volontà e di atti perseguiti da San Marino attraverso 4 governi e praticamente tutti i partiti, dell’avvenuto ingresso in una famiglia ampia e piena di prospettive. Non vi è nessun’altro miglior sigillo a tale percorso dell’Accordo di associazione.

Gerardo Giovagnoli
Segretario Internazionale PSD