Chieste due rogatorie nel corso di quest’anno
IL DENARO provento del gioco d’azzardo illecito e dallo spaccio di droga di quella che viene definita la «mala romana» con i suoi addentellati con gli ex componenti della Banda della Magliana, veniva ripulito sul Titano, ma non prima di essere passato dai casinò della Croazia. I magistrati sammarinesi da tempo sono attenti a questo filone malavitoso che si è servito di banche e fiduciarie del Titano per pulire montagne di denaro di più che dubbia provenienza, tanto che nel corso di quest’anno sono state due le rogatorie che hanno interessato personaggi a vario titolo lagati alla malavita del capitale che in questo momento è sconvolta da un’inchiesta che ha già portato in carcere e agli arresti domicialiri una quarantina di persone, mentre altrettante sono indagate (indagati a piede libero, destinatari di informazione di garanzia e sottoposti a perquisizione anche l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno). Pesanti i reati di cui vengono accusati: associazione di tipo mafioso[1], estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e di altri reati, con l’aggravante delle modalità mafiose e dell’associazione armata. Da questa mega inchiesta non sembra essere estranea, nemmeno questa volta, la repubblica di San Marino. Infatti in una delle numerose intercettazione telefoniche di cui si sono serviti gli inquirenti quella avvenutia tra il presidente della Cooperativa 29 giugno’, Salvatore Buzzi e la sua compagna Alessandra Garrone, si cita per la prima volta San Marino. Non viene esplicitato in modo estremamente chiaro il ruolo del Titano in alcuni passatti ma piuttosto esplicito il riferimento a un personaggio che viene chiamato Carlo, che per i magistrati che hanno coordinato l’inchiesta, potrebbe essere Carlo Maria Guarany, vice responsabile della Cooperativa. Il nome di San Marino torna nelle dichiarazioni di un collaboratore che citando una conversazione proprio con Massimo Carminati (ex terrorista di estrema destra dei Nar ed ex membro della Banda della Magliana), la persona che gli inquirenti considerano a capo dell’associazione suggeriva di trasferire denaro all’estero attraverso una testa di legno’ che avrebbe portato il denaro in qualche posto sicuro che poteva essere o la Svizzera o San Marino. Naturalmente il servizio aveva un costo: una provvigione tra il 4 e il 5 per cento della cifra trasportata, non inferiore ai 100 mila euro in contanti per ogni viaggio. Dalla Svizzera o da San Marino, dichiara un collaboratore agli inquirenti, quei soldi dopo un primo lavaggio’, sarebbero stati trasferiti in Liechtenstein o alle Cayman. Monica Raschi