SAN MARINO. Giornata della Memoria: “Chi non vuole ascoltare dovrà poi provare”…di Don Gabriele Mangiarotti

Siamo in prossimità della Giornata della Memoria e sappiamo che non può essere un gesto scontato il ricordare la tragedia della shoah. Credo che dobbiamo da un lato riconoscere le radici perverse di quanto accaduto, e insieme scoprire le tante, troppe connivenze che hanno permesso il deflagrare di questo terribile momento di morte, ma dobbiamo anche riscoprire i volti e i cuori di coloro che hanno, con la loro vita, con il loro insegnamento, con il loro sacrificio e la loro testimonianza, costituito un argine a questa follia omicida.

In questi giorni i vari mezzi di comunicazione offrono delle trasmissioni e dei documenti cinematografici di tutto rispetto, che aiutano a una riflessione e a un giudizio.

Ricordo, tra i tanti, Vento di primavera, che tra l’altro fa riflettere sulle dolorose connivenze dei politici, e mostra gesti di altissima umanità e solidarietà: come è stato possibile non accorgersi del male fatto a tanti, anche bambini? Perché tanto odio che ottenebrò la coscienza di tante persone fino a farle conniventi col male (e non basta dire, come nella poesia del Giusti, strumenti ciechi di occhiuta rapina), perché la coscienza non si può cancellare, né le voci coraggiose non si può fare finta che non esistano.

Basta pensare alle omelie del Vescovo Von Galen che, oltre a rammentare quanto stava accadendo, suggeriva i mezzi per reagire costruttivamente:

«Farsi duri! Rimanere solidi! In questo momento non siamo il martello, ma l’incudine. (…) Chiedetelo al fabbro e fatevelo dire da lui: ciò che viene forgiato sull’incudine riceve la sua forma non solo dal martello, ma anche dall’incudine. L’incudine non può, né ha bisogno, di ribattere; deve solo essere solida, dura. Se è sufficientemente resistente, solida, dura, l’incudine resiste di solito più a lungo del martello. Per quanto il martello possa colpire con violenza, l’incudine se ne sta lì nella sua tranquilla compattezza e servirà ancora a lungo a dare forma a quel che sarà forgiato di nuovo. (…) Quel che si sta forgiando in questo tempo tra l’incudine e il martello è la nostra gioventù, la tenera gioventù che sta crescendo, ancora immatura, ancora educabile. Non possiamo sottrarla alle martellate dell’assenza di fede, dell’odio del cristianesimo, a dottrine e costumi menzogneri. (…) Purtroppo non potete sottrarre i vostri figli alle martellate dell’avversione alla fede e alla Chiesa. Anche l’incudine, però, contribuisce a plasmare. La vostra casa, il vostro amore e la vostra fedeltà di genitori, la vostra vita cristiana esemplare siano l’incudine resistente, solida, dura e incrollabile che riceve l’urto dei colpi nemici, che sempre ravviva le ancora deboli energie dei giovani e li conferma nel santo proposito di non farsi allontanare dalla via che porta a Dio».

(omelia di mons. Clemens August von Galen del 20 luglio 1941, in Günter Beaugrand, Il vescovo che disse “no” a Hitler).

E non possiamo dimenticare la testimonianza dei giovani della Rosa bianca, sia per la chiarezza del loro giudizio, maturato in amicizie costruttive che hanno legato tra loro varie generazioni, sia per la capillarità coraggiosa dei loro interventi, per cui non hanno esitato a mettere a rischio la loro vita pur di dare voce alla verità.

Questo scrivevano in un loro volantino diffuso in moltissime copie: «Perché il popolo tedesco e? rimasto cosi? inerte dinanzi a crimini cosi? orrendi, crimini cosi? estranei alla razza umana?

Difficilmente qualcuno cerca di comprendere, e? cosa accettata come un fatto e scacciato dalla mente. Il popolo tedesco ricade nel suo profondo, stupido sonno che incoraggia questi criminali fascisti dando loro la possibilità di compiere i propri crimini che ovviamente mettono in atto. E’ questo il segno che il popolo tedesco e? stato brutalizzato nei suoi più intimi sentimenti umani? Che nessuna corda vibra in esso commuovendosi alla vista di simili azioni? Che e? ormai affondato in una fatale assenza di coscienza dalla quale non verrà mai più risvegliato? Sembrerebbe cosi? e sarà certamente cosi? se i tedeschi non si risveglieranno da questo stato di letargia, se non protesteranno dovunque e ogniqualvolta potranno farlo contro questa cricca di criminali, se non parteciperanno al dolore di queste centinaia di migliaia di vittime.

E non solo dovranno partecipare a questo dolore ma dovranno manifestare molto di più: un senso di corresponsabilità nella colpa. Perché attraverso questo atteggiamento apatico hanno fornito a questi uomini malvagi l’opportunità di fare ciò che hanno fatto; hanno tollerato questo “governo” che ha assunto su di se? un enorme carico di colpa e che ha sparso su tutti la vergogna.

Ogni uomo vuole essere escluso da questo tipo di colpa ma ciascuno continua lungo questa via nella più placida, più serena coscienza. Ma non potrà essere escluso perché e? colpevole, colpevole, colpevole!»

Nella nostra amata e antica terra della libertà, questo ricordo e queste lucide testimonianze ci spronano a difendere con tutte le nostre forze sia la dignità di ogni uomo sia la difesa dei suoi diritti, soprattutto per coloro che sono deboli e indifesi. Ogni cedimento al male e alla sua logica si rivela come delitto contro tutta l’umanità. Il bene, come il male, è indivisibile.

Don Gabriele Mangiarotti