Giovedì 22 aprile sarà la Giornata della Terra. L’Earth Day è la più grande manifestazione ambientale del pianeta, l’unico momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia. Fu istituita nel 1970 a seguito di un gravissimo disastro ambientale causato da una fuoriuscita di petrolio a Santa Barbara in California. L’idea si deve a John McConnell, un attivista per la pace che si era interessato anche all’ecologia: credeva che gli esseri umani dovessero avere l’obbligo di occuparsi della terra e condividere le risorse in maniera equa; dovessero celebrarne la vita e la bellezza e, insieme, promuovere la pace. Per lui la celebrazione della vita sulla Terra significava anche mettere in guardia tutti gli uomini sulla necessità di preservare e rinnovare gli equilibri ecologici minacciati, dai quali dipende tutta la vita sul pianeta.
Oggi, la celebrazione della Giornata della Terra, che cade un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera, coinvolgerà fino a un miliardo di persone in oltre 190 Paesi e avrà una parola chiave per tutti: sostenibilità.
È ormai coscienza comune, direttamente conseguente dalla conoscenza, che l’inquinamento da eccessiva antropizzazione e da produzione industriale provochi un’alterazione dell’ambiente, che si riflette sulle condizioni di vita umana e sulla salute. Ne abbiamo avuto una percezione esatta durante il lockdown, quando il fermo delle attività e del traffico veicolare, hanno fatto respirare l’ambiente a noi circostante. Abbiamo visto fiori e animali che sembravano spariti, abbiamo ammirato la limpidezza dell’acqua del mare, abbiamo respirato un profumo d’aria che ci eravamo dimenticati. Poi è tornato tutto come prima, come se non avessimo imparato niente.
D’altra parte, è noto che l’inquinamento atmosferico da PM 2.5, subito dopo dieta sbagliata, fumo, ipertensione e diabete, è uno dei fattori di rischio più importanti per la salute e causa ogni anno 2.9 milioni di morti premature in tutto il mondo.
I cambiamenti climatici agiscono direttamente e indirettamente nel determinare un’ampia varietà di malattie, favorendone nuove e agendo come forza moltiplicatrice per molte delle problematiche già esistenti. Ad esempio, sono un fattore determinante per la diffusione di malattie infettive, poiché alterano le condizioni ambientali favorendo la replicazione dei vettori che trasmettono il patogeno, cioè gli insetti.
Ancora. Il cambiamento climatico determina un cambio delle precipitazioni atmosferiche, con sempre più frequenti manifestazioni estreme, come inondazioni e siccità, scioglimento dei ghiaccia, alterazione della flora e della fauna. Questi fenomeni hanno conseguenze sulla vita nelle zone più povere del pianeta, innescando migrazioni e fenomeni sociali destabilizzanti. Se aggiungiamo: deforestazione, antropizzazione e avvicinamento degli animali all’uomo abbiamo un ambiente propizio allo sviluppo di malattie infettive e la mobilità umana ne aumenta la diffusione, com’è il caso del Covid-19.
Ogni cittadino, nella sua singolarità, può aiutare il Pianeta Terra. Mangiare con consapevolezza, non sprecare, non gettare rifiuti nell’ambiente, riciclare e riusare, sono piccoli gesti che possono contribuire a ridurre l’inquinamento e di conseguenza i cambiamenti climatici. Il resto spetta alle attività produttive, alle grandi aziende, ai governi. Ciò ha indotto gli Stati a stipulare convenzioni multilaterali, regionali, bilaterali ed a predisporre strumenti volti a proteggere l’ambiente in ogni sua forma. Questa presa di coscienza ha dato avvio a numerosi studi e ricerche scientifiche sullo stato di salute del pianeta, che a loro volta sono stati la base per gli impegni internazionali sotto forma di convenzioni.
Ciò nonostante, fino agli anni ’80, l’approccio all’ambiente ha avuto una connotazione prevalentemente settoriale e riparatoria, nel solco di una politica ambientale non preventiva, volta perlopiù al rimedio del danno prodotto. Solo a partire dai primi anni ’90, si è fatta strada una nuova prospettiva improntata alla prevenzione e riduzione degli ecodisastri. Questa è la strada da percorrere, perfezionare, ottimizzare. Anche per sconfiggere il Covid e tutte le sue varianti. E perché smetta di uccidere.
a/f