San Marino. Giorni cruciali per il futuro di Carisp

Ieri l’assemblea della Fondazione San Marino ha approvato la proposta del Cda per trattare con lo Stato la modi ca della quota di partecipazione nella banca.

Domani pomeriggio si riunirà il Cda dell’istituto che dovrà approvare il bilancio.

Sono giorni cruciali per il futuro assetto di Cassa di Risparmio. Ieri si è riunita l’assemblea dei soci della Fondazione San Marino Cassa di Risparmio Sums che di Carisp è secondo azionista con il 46,31% del pacchetto azionario.

Come da ordine del giorno è stato nominato un nuovo membro del Consiglio di Amministrazione. Si tratta di Francesca Masi che prende il posto di Marco Biordi. Nominati anche due nuovi soci: Luciano Scarponi e Daniele Volpini.

Più delicata la seconda parte della riunione con l’assemblea che ha approvato la proposta del Cda per trattare con lo Stato la modifica della quota di partecipazione della Fondazione in Cassa di Risparmio.

Il governo ha infatti avviato formalmente la trattativa per ottenere un maggiore peso azionario rispetto al 46,47% attuale, forte dell’ingente apporto di capitali degli ultimi anni tra prestati e ricapitalizzazione.

Una situazione preoccupa non poco i soci della Fondazione che temono che la trattativa possa in qualche modo portare addirittura alla fine dell’associazione.

Determinante per questo aspetto sarà il bilancio 2016 di Carisp. E veniamo al secondo appuntamento importante
di questi giorni ovvero alla riunione del Consiglio di amministrazione della banca che si terrà domani pomeriggio.

A presiederlo ancora Nicola Romito, le cui dimissioni sono state respinte dal Cda nei giorni scorsi. All’ordine del giorno c’è l’approvazione del bilancio di esercizio del 2016 che, per essere approvato dai soci entro fine mese, dovrà per forza essere depositato entro il 10 maggio in Tribunale.

La paura della Fondazione è che il nuovo Cda proceda con ulteriori svalutazioni dei crediti Delta che porterebbero in estrema difficoltà il bilancio di Cassa. Se ciò dovesse accadere sarebbe necessaria una ulteriore ricapitalizzazione. A quel punto la Fondazione, ormai con le casse vuote, dovrebbe alzare le mani e lasciare spazio all’azionista di maggioranza. Con una nuova immissione di liquidi lo Stato otterrebbe il completo controllo della Cassa, obiettivo da mesi indicato da maggioranza e governo, anche se resta da capire con che soldi lo Stato attuerebbe la ricapitalizzazione dato che il portafoglio pubblico è vuoto.

Davide Giardi, La Tribuna