Quello legato ai rifiuti è un tema immenso che ci vede tutti colpevolmente in ritardo. Alcune menti lungimiranti ne hanno parlato in tempi non sospetti senza ricevere nessun tipo di considerazione. Per esempio Oriana Fallaci aveva colto subito la grande contraddizione di imporre ai cittadini la raccolta differenziata senza vietare a monte la produzione della plastica. Che occorre un ragionamento complessivo lo ha affermato a gran voce qui a San Marino il consigliere di Npr Gerardo Giovagnoli che in un suo intervento in Consiglio Grande e Generale ha detto: “Il rifiuto deve essere considerato solo un costo o anche un possibile valore? Bisogna ripartire da questa domanda. Fare delle considerazioni a carattere generale che tengano conto di tutti gli aspetti. In questi anni ci siamo arrovellati nel cercare un modello che fosse aderente alle possibilità e alle esigenze della Repubblica ma bisogna ammettere che questo modello non lo abbiamo trovato. Il porta a porta ad esempio non è l’unica possibilità per fare la raccolta differenziata. Ora si parla di estendere la percentuale della raccolta differenziata fino al 70%, non mi è chiaro se questo ammontare sempre crescente quando viene conferito all’esterno viene valorizzato, ovvero se rappresenta solo un costo o se viene riconosciuto come valore. Non dobbiamo continuare a concentrarci solo sulla modalità più o meno civile con cui viene fatta la raccolta. Poi c’è un ragionamento che va fatto a monte, ovvero avere modelli economici e processi produttivi che tengano conto della necessità di dover produrre meno rifiuti possibili. La minor produzione di rifiuto deve avvenire alla fonte. San Marino su questo non può inventarsi tante cose ma nelle sue catene produttive e commerciali può dare indicazioni per ridurre alla sorgente l’ammontare di tonnellate di rifiuti da dover conferire e riciclare.
Si può valutare anche la produzione energetica da rifiuti, esiste una tecnologia in questo senso che non può essere ignorata. Noi esportiamo rifiuti e importiamo energia, in tutti i casi, quando esportiamo e quando importiamo sosteniamo dei costi. E’ allora necessario un ragionamento avanzato che tenga conto di soluzioni innovative. Sul tema va fatto un costante aggiornamento. Trasformiamo anche le polemiche in un processo virtuoso, definiamo assieme un modello funzionale che non si aggrappi a scelte politiche fatte nel passato o a dogmatismi, guardiamo a modalità innovative che tengono in conto tutto il processo. Il macchinario che fa il processo dell’umido ad esempio è costoso e non funziona”. Bene ha fatto il consigliere di Npr a porre sul tavolo un tema che l’emergenza Covid aveva fatto sparire dal radar della politica mondiale e che invece a ben vedere ha a che fare con la nostra sopravvivenza sulla terra. L’auspicio è così quello che le sue parole servano da monito. A meno che l’umanità munita di mascherine che però non si cura di non inquinare non stia cercando di abituarsi piano piano alla mancanza d’aria. Come quel tizio al quale il medico non essendoci ormai più nulla da fare, aveva prescritto le sabbiature.
Repubblica Sm