Dai cieli sopra il Castellaro a quelli europei. In mezzo, tanti anni di studio anche all’estero e alcune centinaia di ore di volo. Giacomo Terenzi, classe 2003, ventidue anni da compiere fra una decina di giorni, è tornato temporaneamente a casa per preparare la tesi, dopo aver conseguito lo scorso gennaio, in Spagna, il brevetto di Pilota Commerciale. Una passione per il volo cominciata fin da piccolo, guardando “Indagini ad alta quota” (il programma televisivo che analizzava incidenti, mancati incidenti, dirottamenti ed attentati aerei realmente accaduti) poi continuata e alimentata con incrollabile determinazione.
Che scuole hai fatto per arrivare a questo traguardo?
Ho fatto le medie a San Marino, poi sono andato a Forlì presso l’Istituto Tecnico Aeronautico. Dopo la maturità, ho fatto il percorso triennale, dove il primo anno sono stato in Irlanda presso l’Istituto SETU (South East Technological University) e il secondo presso la scuola di volo FTEJerez. La Fly Trianing Europe, che si trova a Jerez de la Frontera in Spagna, è un istituto all’avanguardia in Europa per l’addestramento al volo.
Quindi, quante lingue parli?
Inglese e italiano come prima lingua, lo spagnolo solo come conoscenza basica.
La materia più difficile?
Ho fatto 14 esami in Spagna e per me, la materia più difficile, è stata Fly planning, ovvero pianificazione di volo, perché è una sorta di sommatoria delle altre materie e quindi gli esercizi erano molto complessi.
La materia che più ti ha affascinato?
Navigazione aerea.
Quante ore di volo hai fatto per arrivare all’esame?
Oltre 220 ore di volo.
E cosa hai provato quando ti sei trovato su per aria?
Il volo più emozionante è il primo che si fa da soli, in genere dopo 12 ore di volto. L’ho fatto a Forlì, durante il quarto anno all’Aereonautico, dove poi ho conseguito la licenza di pilota privato PPL (Pilot Private Licence), ovvero il brevetto base da cui è obbligatorio partire per imparare a pilotare un aeroplano. Era l’estate 2021, tra luglio e agosto, avevo solo 18 anni.
Hai avuto paura?
No, paura no. È stata una cosa improvvisa, a cui non ero emotivamente preparato perché quel giorno, invece del solito istruttore è arrivato il capo della scuola, una donna. Oggi volo io con te, mi disse. Bene, ero tranquillo. Facciamo i primi due voli, atterriamo, e lei mi disse: adesso voli da solo. Rimasi un poco sconcertato, poi lei è scesa e io sono partito da solo.
Quale areo era?
Un monomotore, non ultraleggero, che si chiama Diamond DA 20.
Quali altri aerei hai guidato?
Il Diamond DA 42 e il Piper Warrior.
Dopo il diploma conseguito a Forlì, hai continuato a studiare all’estero, qual è il tuo titolo adesso?
In pratica, ora sono Pilota Commerciale, perché ho conseguito la licenza CPL.
Cosa puoi fare con questo titolo?
La licenza di pilota commerciale permette a un pilota di volare, in maniera retribuita (questa è la differenza sostanziale tra le due licenze) come comandante o come copilota a bordo di aerei civili.
Quindi puoi pilotare anche gli aerei d linea?
Sì, ma ogni macchina ha la sua abilitazione di tipo. In pratica, se voglio pilotare un Boeing 737 devo avere quel tipo di abilitazione e così per gli altri aerei. L’abilitazione avviene direttamente presso le compagnie aeree dopo aver superato il colloquio preventivo. Ma prima bisogna prendere il Bachelor studies in pilot studies, titolo accademico che corrisponde alla laurea di primo livello in scienze di pilotaggio. Questo programma consente ai cadetti piloti di diplomarsi con un titolo riconosciuto a livello europeo.
In cosa consiste?
Nella prosecuzione degli studi dopo aver conseguito il titolo di CPL, fare degli altri esami e dare la tesi. Dopo di che, la scuola redige una lista dei piloti che hanno superato l’esame di laurea. Da questa lista le compagnie aeree attingono i nomi per assumere i nuovi piloti.
Su cosa stai preparando la tua tesi e quando è prevista a discussione?
L’argomento che ho scelto è: utilizzo dei sistemi di navigazione satellitare nell’aviazione moderna. La discussione è a maggio.
Ci sono altri ragazzi sammarinesi che fanno lo stesso percorso di sudi?
Sì due, dei quali uno ha già preso il diploma.
Il fatto di essere cittadino sammarinese, come è stato accolto dai tuoi colleghi?
Direi bene. Alla fine, sia in Irlanda che in Spagna c’erano studenti di varie nazionalità. In ogni caso, inizialmente non sapevano neanche dove fosse San Marino.
Visto che eri abituato alla cucina della mamma e della nonna, ottime cuoche, come ti sei trovato con il mangiare?
Beh, a scuola si mangia in mensa. Quando ero in Irlanda, cucinavo io.
Dopo la tesi, quali sono i tuoi obiettivi?
Prima cosa, entrare in una compagnia e cominciare a lavorare, anche facendo un po’ di gavetta. Non mi spaventa. Poi, piano, piano, scalare tutta la gerarchia, fino a diventar comandante.
Invece, Giacomo ragazzo, non pilota, quali sogni ha?
Penso a sogni che hanno un po’ tutti: mettere da parte un po’ soldi, trovare una ragazza e poi mettere su famiglia.
Riesci a coltivare qualche hobby, visto che sei sempre in giro per il mondo?
Mi piace andare in palestra e giocare coi video giochi. Mi piaceva molto il calcio, ma mi viene difficile praticarlo perché non riesco a dare continuità. Quando ho tempo, vado all’Aereo Club di Torraccia.
La tua famiglia, come ha preso la tua decisione di andare a studiare a Forlì, quando avevi appena 14 anni?
Le scelte erano solo due: o fare l’ITI in Città e andare a Forlì dopo due anni, oppure andare subito all’Aeronautico. Sono andato subito. I miei genitori mi hanno sempre sostenuto, nonostante i costi siano stati molto alti, sia per la licenza di pilota privato, sia per quella commerciale. Non dico che costino come un appartamento, ma ci vanno vicino.
Adesso sono contenti?
Direi di sì. I miei genitori, i mei nonni, tutta la famiglia è venuta in Spagna quando ho preso la licenza commerciale, lo scorso gennaio, ed è stata una bella festa per tutti.
Angela Venturini