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  • San Marino. Girandola di rinvii a giudizio: il tribunale impegnato a riscrivere la storia del “gruppo criminale” … di Alberto Forcellini

    Una raffica di rinvii a giudizio piovuta come una bomba a grappolo sugli “uomini forti” della passata legislatura. Quelli che all’insegna del “voglio, posso, comando” hanno quasi distrutto un Paese. Siamo ancora seduti sulle macerie che hanno lasciato.

    Nella rete sono caduti i vertici di Banca CIS, ma anche l’intero pool di Banca Centrale, compreso il presidente Grais e lo “sceriffo” Savorelli, con tutti i compagnucci. E perfino il “fantomatico” Confuorti. Così infatti era stato definito dall’allora capogruppo di RF dietro alle denunce sempre più pressanti e motivate di Rete.  Insomma, un fantasma. Che però aleggiava su ogni scelta di tipo economico finanziario, che comandava non solo sul CIS, ma anche in Banca Centrale e Cassa di Risparmio. Col beneplacito del governo di allora.

    È una bella vittoria per i partiti che dal 2017 al 2019 hanno fatto opposizione alla coalizione Adesso.sm, le cui scelte e i cui comportamenti hanno sempre avvallato l’operato dei personaggi di cui sopra. Per puro sfizio, siamo andati a rileggere le cronache consiliari di quei tempi, gli interventi della maggioranza, le relazioni di Celli e quelle di Renzi: da mettersi le mani nei capelli. Non erano da meno: Marco Podeschi, Andrea Zafferani, Guerrino Zanotti e quel Franco Santi che sul lavoro nero in Ospedale non aveva mosso un dito. Dai banchi dei Consiglieri è molto difficile dire quanti fossero davvero consapevoli del “progetto” che stava venendo avanti, alcuni votavano solo per spirito di partito, senza nessuna coscienza critica. Solo Tony Margiotta si rese conto del pasticcio che stavano creando sugli NPL e si dimise. Gli fecero passare un brutto quarto d’ora.

    Col passaggio di legislatura, il cambio di governo e l’avvio di un processo di risanamento sia sul fronte economico finanziario, sia su quello della giustizia, è partita una nuova campagna denigratoria contro l’attuale maggioranza, con il preciso obiettivo di sviare l’opinione pubblica dal marciume che si tentava di coprire. Poi sono arrivate le due relazioni della Commissione di inchiesta sulle banche, che hanno fatto un racconto devastante sugli interessi occulti che si muovevano sul Titano e sulle incredibili collusioni. Eppure, specialmente RF, non ha mai speso una parola contro Grandoni e contro il suo braccio forte in tribunale. Le sue battaglie degli ultimi due anni sono state indirizzate a dirottare le colpe negli anni precedenti al 2017. Durante i quali comunque, l’allora AP, era sempre al governo.

    In effetti, la storia degli ultimi 20 anni si può dividere in due parti: la San Marino tangentizia e off-shore, e la San Marino confuortiana. Entrambe disastrose. Le responsabilità politiche, in entrambi i casi, sono altrettanto gravi di quelle penali. A ben ragione Rete, commentando i recenti rinvii a giudizio afferma che si sarebbe aspettata almeno delle scuse da parte di chi per anni ha definito i suoi esponenti “visionari”. Ed è stata molto moderata, Rete, perché ha subito una vera e propria gogna mediatica durata anni e tuttora perdurante.

    Importante anche la nota ufficiale della DC, uscita un paio di giorni fa, che evidenzia come “già nel recente passato era stata evidenziata la responsabilità dei Partiti storici nel non avere fatto fronte, in maniera sufficientemente adeguata, ai fenomeni distorsivi che avevano interessato il tessuto economico e finanziario del nostro Paese. Il Partito Democratico Cristiano Sammarinese consapevole di questo giudizio ha preso da tempo le distanze da questo modo di operare”. Sottolinea quindi il cambiamento ormai in atto da tempo.

    Sono affermazioni forti, che si aggiungono ad un’azione di governo portata avanti con determinazione, proprio al fine di fare chiarezza e di perseguire i colpevoli che hanno portato la Repubblica sull’orlo del default.

    Ne consegue un quadro politico rafforzato proprio dalle recenti vicende giudiziarie, nonostante gli sforzi di qualcuno per destabilizzarlo. È vero che nella maggioranza ci sono dei distinguo, soprattutto da parte di Motus, sempre più in linea con RF e con la pretesa di voler fare quello che gli pare. Sembra non aver capito, ancora, che una maggioranza composita come quella attuale, può portare avanti solo le riforme e le leggi che siano compiutamente condivise. Non è automatico che le forze politiche si presentino alle prossime elezioni con la stessa composizione. Anche perché ci sono in atto molti cambiamenti.

    A parte Rete, che continua a lavorare con lo stesso spirito di servizio e con la stessa forza delle sue origini, gli altri movimenti sono praticamente spariti. La DC ha una storia e una tradizione che non le faranno sicuramente mancare il consenso elettorale. Libera si trova in mezzo al guado. RF ha conservato solo una grande carica di odio. Poi c’è da tenere in considerazione la circolazione dei Consiglieri da una parte all’altra dello schieramento e la nascita di nuove forze politiche.

    Ma al momento, quello che interessa a tutti è che il tribunale abbia finalmente messo fine all’impunità finora assicurata al “gruppo criminale” e sembra fortemente deciso a riscrivere la storia di questi ultimi anni.

    a/f