La vicenda della presa d’atto dei giudici di appello civili si arricchisce di un nuovo capitolo. Un “capitolo” determinante che mette fine almeno per il momento alla querelle rinviandola a questo punto al futuro governo, come d’altra parte era giusto che fosse. Piccolo riassunto per i lettori. Nei giorni scorsi era stato il Giudice delle Appellazioni Penali Francesco Caprioli, in una lettera inviata al Dirigente del Tribunale Guzzetta, a chiarire le ragioni che lo avevano portato a revocare il decreto che fissava l’avvio del processo d’appello sul “Conto Mazzini”. Il professor Caprioli – secondo quanto riportato a suo tempo dalla Smtv in un puntuale servizio – avrebbe affermato che il 29 luglio aveva fissato al 10 ottobre l’inizio del processo “Conto Mazzini” in Appello, immaginando fosse imminente, all’epoca, la presa d’atto del Consiglio per la nomina dei Giudici d’Appello Civile e Amministrativo. Ma questo passaggio non c’è stato perché – scrive – “a quanto mi è dato comprendere, un altro potere dello Stato si astiene dal compiere un atto dovuto”. In estrema sintesi insomma il processo dei processi sarebbe stato rinviato perché i magistrati penali sarebbero oberati dalle cause civili che non gli competono ma che devono comunque seguire e dunque farebbero fatica anche a seguire i loro di processi. Per le opposizioni si tratta di un atteggiamento inaccettabile e una forzatura. D’altra parte appare ovvio e scontato che una decisione tanto delicata sulla presa d’atto di due nuovi giudici debba per forza di cose essere presa da un Consiglio in carica e non da uno dimissionario come quello attuale. Dalla maggioranza o ex maggioranza si è insistito invece perché nel Consiglio prima delle elezioni, si potesse addivenire alla presa d’atto di tali Giudici con tanto di accuse di ostruzionismo. Dal canto nostro ci siamo chiesti e ci chiediamo il perché di tutta questa fretta e di tutto questo “eccitamento” soprattutto da parte di una particolare forza politica. Ebbene ci ha pensato il prof. Luca Barchiesi a tagliare la testa al toro e togliere tutti quanti dall’imbarazzo, portando di fatto al rinvio della questione verosimilmente ai prossimi mesi. Come? Con un ricorso depositato alla Eccellentissima Reggenza (ieri pubblicato in esclusiva su giornalesm.com, ndr) nel quale si chiede di annullare d’ufficio il bando per motivi di fatto e di diritto dettagliati nel documento. Come noto nel concorso vinto poi da Morrone e Treggiari (i due giudici di appello civile per i quali appunto dalla ex maggioranza chiedono la presa d’atto per la definitiva assunzione), il prof. Barchiesi era arrivato terzo dunque era stato tagliato fuori. Al lato pratico ora la questione è in mano alla Eccellentissima Reggenza e non più in quelle del Consiglio. Una vera e propria “bomba” che va a inserirsi in un ambito, quello della Giustizia, che continua a vivere a San Marino un momento non proprio agevole da quando è stata allontanata l’allora Magistrato Dirigente Valeria Pierfelici. A questo punto, visto che ormai la questione non è più politica, ma prettamente amministrativa, si spera che si diano tutti quanti una calmata. Auspichiamo inoltre che il processo sul Conto Mazzini possa ripartire nel più breve tempo possibile visto che questo stop non è più oggettivamente tollerabile. Aggiungiamo, infine, che alla luce dell’iniziativa del prof. Barchiesi ancora una volta le opposizioni hanno agito per il meglio: col senno di poi attendere nella presa d’atto in attesa di maggiore chiarezza si è dimostrata la scelta più azzeccata.
