San Marino. Giudici infallibili e difesi a spada tratta? Solo quando fa comodo… – “Qui gatto… ci cova” la rubrica di David Oddone

Oggi vorrei proporre un ragionamento semplice, lineare, ma soprattutto assolutamente generale, senza alcun riferimento specifico alla cronaca locale.

Ho sempre creduto che la magistratura andasse rispettata e lasciata in pace, senza alcun tipo di ingerenza.

Pure oggi sono fermamente convinto che nel momento stesso in cui la magistratura è realmente indipendente e messa nelle condizioni di esserlo e di lavorare con mezzi e strumenti adeguati, rappresenti la più importante risorsa a disposizione della società.

Le sentenze, quando arrivano da un giudice terzo e imparziale, vanno sempre e comunque accettate. Certamente impugnate se non ci soddisfano, criticate anche duramente nel caso, ma vanno accettate.

Errare è umano e la storia è zeppa di errori giudiziari clamorosi, sia ben chiaro. Ma un conto sono appunto gli errori, un altro il dolo.

In Italia, così come da altre parti, siamo circondati dai giustizialisti della prima ora, fra politici e giornalisti. Si tratta di quelli sempre pronti a puntare il dito, a chiedere le dimissioni di chi viene colpito da avviso di garanzia, a sbattere il mostro in prima pagina.

I processi prima ancora che in Aula, vengono celebrati nelle piazze. E’ il cosiddetto linciaggio mediatico che non fa onore a quelle società che vogliono dirsi civili.

Spesso e volentieri le ipotesi dell’accusa vengono prese per oro colato, senza attendere nemmeno l’udienza preliminare!

Eppure, puntualmente, i “censori de noantri”, sono i primi a gridare allo scandalo qualora siano loro (o i loro amici) a finire nella tagliola della macchina giudiziaria.

Insomma il giustizialismo, le richieste di dimissioni, l’infallibilità della procura, valgono sempre e soprattutto per gli altri, mai per se stessi.

Così come il rispetto per il lavoro dei magistrati: essi vanno sempre e comunque sostenuti quando colpiscono il nostro avversario. Se si azzardano a toccare i novelli “censori”, allora diventano magicamente brutti e cattivi.

Per non parlare dei documenti del Tribunale che vengono pubblicati dai media: è facile passare dagli applausi e le crasse risate di approvazione e dileggio, alle accuse di chissà quali violazioni della privacy o prevaricazione dei diritti della difesa.

Purtroppo tutto il mondo è paese e le cattive abitudini si radicano evidentemente ovunque.

E allora certi ragionamenti in bocca a chi magari si è sempre sentito e definito moralmente superiore, finanche strenuo difensore delle toghe, stridono non poco.

Ciò che manca in taluni personaggi è la coerenza: lo vediamo bene in Italia, della quale sfortunatamente il Titano è specchio.

David Oddone

Rubrica “Qui gatto… ci cova”