“Il sistema previdenziale evidenzia crepe e cedimenti e non credo reggerà”.
Intervista a Giuliano Tamagnini, segretario generale della Csdl.
Segretario, siccome quest’anno non ci sarà il consueto comizio del primo maggio, che negli ultimi anni ho avuto l’onore e il privilegio di condurre, vorrei che qualcosa la dicesse a Tribuna. A cominciare da una fotografia del Paese, che le chiedo di scattare. Qual è la situazione?
“Il Paese, per certi versi, non è cambiato rispetto a qualche anno fa. Certo, ci sono le premesse normative per stare nel consesso internazionale, ma il problema che riscontro è la grande difficoltà che ha ancora una certa parte politica di staccarsi dal passato. Bisogna risolvere al più presto la questione morale, che del resto ormai è anche penale. La politica non può abdicare al proprio ruolo e ha il dovere di fare pulizia al proprio interno, senza pensare: ‘tanto ci pensa la magistratura’. Un atteggiamento poco rispettoso dei giudici, ma anche di se stessi. Allo contempo, mi auguro che arrivino quanto prima gli eventuali rinvii a giudizio e i susseguenti processi. Perché chi fa politica deve essere scevro da qualsiasi ombra. Ci tengo a ribadire inoltre, come quello dei magistrati oggi sia un lavoro encomiabile”.
Primo maggio. Negli ultimi anni abbiamo sempre cominciato il dibattito con una frase: più che la festa dei lavoratori, pare la festa di pochi privilegiati. E’ ancora così?
“La disoccupazione è preoccupante. I dati ufficiali parlano di 1500 persone, ma io penso che siano quasi 2000. Senza contare che grosse aziende sono in estrema difficoltà, dunque nei prossimi mesi potrebbero aggiungersi altre centinaia di lavoratori che non saranno più tali. Numeri che grosso modo ricalcano quelli dello scorso anno, dunque il dato che emerge è che non c’è ripresa. Ma ciò che maggiormente spaventa e non lascia intravedere spiragli è che la classe dirigente non ha ancora messo a punto un progetto di politica economica degno di questo nome”.
Crede che indebitarsi per finanziare la crescita sia giusto?
“Non sono contrario a priori e ideologicamente a un indebitamento virtuoso per sostenere un progetto serio di sviluppo. Allo stesso tempo credo che le banche debbano tornare ad investire nell’economia reale per sostenere quelle imprese che oggi non hanno liquidità. Io credo che gli istituti di credito, certamente quelli che hanno avuto aiuti dallo Stato col credito d’imposta, debbano aiutare il Paese, soprattutto in questo particolare e difficile momento storico. Vorrei inoltre che chi ha la disponibilità economica, partecipi al bilancio dello Stato con un prelievo una tantum: penso alla possibilità di tassare i grandi concentramenti immobiliari”.
Qual è lo stato di salute del sistema pensionistico?
“Il sistema previdenziale evidenzia crepe e cedimenti e non credo reggerà: ci sono sempre più pensionati e meno lavoratori. E’ necessario correggere il sistema. Chi versa deve riprendere ricapitalizzato ciò che ha versato, ovvero quanto succede in tutta Europa. Fermo restando naturalmente i diritti acquisiti. A prescindere dal Fondiss o dal secondo o primo pilastro, dico che non si può spendere di più di ciò che si guadagna”.
Qual è la sua posizione sul cosiddetto polo del lusso?
“Abbiamo incontrato fugacemente due volte gli imprenditori del polo del lusso: la prima volta per una ventina di minuti, dove ci siamo sostanzialmente presentati; la seconda invece ci siamo visti in sede di convocazione di governo. In quest’ultima occasione ci hanno esposto per linee molto generali il progetto. Fatta questa premessa, io credo che sia un progetto che vale la pena valutare, soprattutto alla luce dell’investimento economico e dell’impegno occupazionale promesso. Le posso dare una anticipazione: proprio martedì ho chiamato la proprietà per avere un incontro ed andare nel dettaglio di quello che si vuole fare a San Marino. Una volta che avremo tutti gli elementi, chiederemo al governo di spiegarci che cosa hanno in mente. Anche perché per ora di concreto c’è solo la variante al Prg. Mi lasci però dire anche un’altra cosa: avere trattato questi investitori che vogliono portare soldi nel nostro Paese, come ha fatto qualcuno, non mi è parso un bell’esercizio di stile e non ci abbiamo fatto una bella figura. Quando un imprenditore esprime un interesse ad inve- stire, io credo che dovremmo essere quantomeno educati e gentili. Poi se quello che ci viene proposto non ci convince, abbia- mo naturalmente la facoltà di ringraziare e salutare”.
Che ne pensa della banca cinese?
“Come Csu ci sta molto a cuore l’internalizzazione del sistema. Credo che le nostre banche abbiano interesse e vantaggi nel confrontarsi con chi fa finanza a livello internazionale, anche per imparare qualcosa. Una banca internazionale che vuole investire a San Marino non mi fa certo paura. E neppure la Cina: d’altra parte oggi le risorse vanno cercate e trovate nei Paesi in crescita. Aggiungo che ho visto girare denaro molto sporco qui e non era certo cinese! Semmai sono gli intermediari di certe operazioni che mi lasciano qualche dubbio, soprattutto perché io credo che potere economico e quello politico debbano essere divisi, in modo da non innescare dubbi e ombre, in progetti che sono magari seri e importanti”.
Come sta il settore immobiliare? Crede si debba tornare a parlare di residenze?
“Il mercato immobiliare è più che fermo. In questi 20 anni si è costruito troppo e male, facendo girare risorse di dubbia provenienza. Detto questo il settore non deve e non può considerarsi morto e non si può bloccare. A partire dal nuovo piano regolatore, visto che siamo fermi a quello del ’92, il quale prevede che praticamente tutto possa essere edificabile. Oggi è necessario puntare sull’ecosostenibilità. Lei mi chiede delle residenze: una legge buttata lì così, non serve a nulla. All’interno di un serio processo di sviluppo generale che oggi non vedo invece, è un argomento che per quanto mi riguarda non è un tabù. Di certo se la concessione di residenze dovesse rimanere in mano al potere politico, questo creerebbe certamente problemi e possibili distorsioni”.
Il casinò può essere una opzione percorribile?
“Non ho un rifiuto pregiudiziale. Di certo non possiamo basare il nostro sviluppo solo su questo. Sarebbe inoltre necessario capire come percepirebbero i vicini, un interesse da parte nostra nel settore. Per esperienza posso dirle che se portiamo via ricchezza a qualcuno, quella giurisdizione reagisce. E oggi non siamo nelle condizioni di creare una nuova reazione da parte dell’Italia”.
Quale l’importanza del memorandum d’intesa con Bankitalia per lo sviluppo del Titano?
“Il futuro del Paese passa da qui. Padoan è stato eloquente: ci ha fatto grandi complimenti per la white list, ma allo stesso tempo ci dice che siamo in fase di assestamento e controllo. Quando avremo dimostrato – e mi riferisco alla classe politica – di avere assimilato e di applicare con- certamente le leggi e normative internazionali, firmeremo. Mi pare che tutto sia legato alla credibilità di alcune persone. Non possiamo certo andare a trattare con gente legata al vecchio modo di fare economia”.
Alla luce di quello che si vede e si legge, resta ancora europeista?
“La Csdl è per una adesione piena all’Europa. Il 18 marzo è partito l’accordo di associazione e la Ue tratta con noi, Monaco e Andorra. A quello che so l’Europa ci chiede di recepire tutte le libertà, in particolare quelle di capitali, persone, beni e servizi. Questa sarà la base inderogabile dell’accordo e su questi contenuti la commissione non transige. Ebbene ora sappiamo cosa vuole da noi Strasburgo. Credo però sia anche il caso di capire che cosa vogliamo noi dall’Europa: a cominciare da progetti europei, magari nel campo della formazione. Proprio a questo proposito abbiamo chiesto un incontro al segretario agli esteri per conoscere quale sarà il nostro approccio nel trattare con la commissione europea”.
La Smac sta funzionando quale strumento di contrasto all’evasione?
“Non posso risponderle. Solo a metà del prossimo anno vedremo i dati del 2015. Il 2014 ha chiuso in ‘cavalleria’, a causa delle associazioni che sino all’ultimo hanno tentato di fare saltare tutto. Il segretario alle finanze in Consiglio si aspetta entrate maggiori. Anche io mi aspetto entrate maggiori, soprattutto da quelle categorie meno virtuose dei dipendenti”.
Che cosa state facendo per le categorie più disagiate? I numeri della Caritas diffusi dal nostro giornale sono drammatici.
“Le do una bella anticipazione: nell’ambito del fondo straordinario di solidarietà, prevedremo il pasto gratis in mensa per quei soggetti a livello elevatissimo di indigenza. Si tratta fortunatamente di pochi casi, ma mi pare un bel segnale. Entro il mese di maggio decideremo, io credo tuttavia verrà dato senza alcun problema il via libera, in accordo con lo Stato”.
David Oddone, La Tribuna