San Marino. Giustizia, mozione di sfiducia contro Renzi

La bufera che si è scatenata sulla giustizia dopo che martedì scorso il consigliere del Ps Denise Bronzetti ha portato a conoscenza dell’aula consiliare la lettera del prof. Giovanni Guzzetta che metteva a parte i commissari della commissione giustizia di essere stato contattato dal segretario Renzi e dal presidente della commissione Zavoli per la sua eventuale disponibilità a ricoprire il ruolo di magistrato dirigente, è sfociata ieri nella mozione di sfiducia nei confronti del segretario alla giustizia sottoscritta da tutti i consiglieri di minoranza. A spiegarne in profondità le ragioni è stato il consigliere del Pdcs Pasquale Valentini: “La legge non dà facoltà al segretario alla giustizia o al presidente della commissione giustizia di fare questo tipo di consultazioni. Io penso che il prof. Guzzetta che fa parte del Collegio dei Garanti si sia preoccupato e che per questo abbia deciso di scrivere una lettera. Il collegio garante ha uno statuto per cui le modalità con cui ci si rivolge a quell’organismo sono molto delicate e non sono tollerati contatti da parte di membri singoli di governo come per esempio non è stata tollerata la lettera che gli fu indirizzata dal consiglio grande e generale che a inizio di questa legislatura venne considerata irricevibile. Per non parlare poi di come non sia assolutamente normale che la nomina avvenga con modalità che nessuna norma prescrive. Si dice che l’ha chiesto il magistrato facente funzione che invece ha lanciato un grido d’allarme che spettava alla commissione giustizia cogliere. Il segretario da Bruxelles dice che l’opposizione vuol far perdere tempo mentre la realtà è che si sta cercando di svuotare dall’interno la credibilità del consiglio grande e generale che viene eletto democraticamente dalla cittadinanza. A darne la misura è il fatto che subito dopo la convocazione della seduta della commissione giustizia (venerdì) che ha all’ordine del giorno solo la nomina del magistrato dirigente sia già stato convocato il consiglio giudiziario plenario”. Intervenendo su questo punto anche il consigliere indipendente Dalibor Riccardi si era espresso molto duramente annunciando di voler rappresentare il più grande oppositore di questo modo di fare politica portato avanti da Alleanza Popolare che a suo dire avrebbe fatto ormai terra bruciata in tutti gli ambiti. Anche il consigliere di Rete Roberto Ciavatta ha parlato di come ci sarebbe la volontà di fare in modo che una persona nominata da Ap all’interno del collegio garante vada ora a ricoprire il ruolo di magistrato dirigente.

Repubblica Sm