Il tema giustizia non dà requie alla politica. Inoltre da che è stato nominato il nuovo dirigente del Tribunale, Giovanni Guzzetta, la tensione è diventata ancora più alta. Il problema della sua incompatibilità lo ha sollevato per primo il consigliere del Pdcs Marco Gatti che più e più volte all’indomani della nomina è tornato a battere su questo chiodo. L’incompatibilità del dirigente Guzzetta deriverebbe dal suo ruolo di presidente del consiglio di amministrazione di una società e il fatto di esserlo da quasi un anno sarebbe fonte di ulteriore imbarazzo perché tali informazioni che avrebbero potuto comportare la sua decadenza furono sottaciute quando egli era membro del Collegio Garante. Lente di ingrandimento alla mano, ora i consiglieri del Pdcs Marco Gatti e Pasquale Valentini chiedono in un’interpellanza di poter veder chiaro anche sulla sua retribuzione. Recita il testo dell’interpellanza. “In data 29 dicembre 2018 il Congresso di Stato, con Delibera n. 44 Pratica n. 139 – 67/2018/XXIX, deliberava il trattamento economico e la durata dell’incarico al prof. Giovanni Guzzetta per la funzione di Dirigente del Tribunale. A seguito della suddetta Delibera, i sottoscritti Consiglieri interpellano il Congresso di Stato per conoscere se la stessa è stata inviata al controllo di legittimità, stante che il compenso è stabilito all’art.6, comma terzo, della LQ 145/2003 s.s.m. e: se la risposta è positiva, in quale data e se la stessa è stata legittimata; se la risposta è negativa, su quale base normativa, di rango superiore a quella della Legge Qualificata, è stata disposta la Delibera. Interpellano altresì il Segretario di Stato per la Giustizia, quale referente, per conoscere se la durata dell’incarico è stata deliberata dal Consiglio Giudiziario Plenario, come previsto all’art. 6, comma secondo, della LQ 145/2003 s.s.m. e: se la risposta è positiva, in quale data; se la risposta è negativa, su quale base normativa, di rango superiore a quella della Legge Qualificata, è stata disposta la Delibera”. Anche il consigliere di Rete Roberto Ciavatta ha dedicato buona parte del suo intervento in comma comunicazioni al tema della giustizia. E ha detto: “con la delibera n. 44 del 29 dicembre il governo, ovvero la politica, stabilisce lo stipendio, l’indennità e la durata dell’incarico del nuovo dirigente del Tribunale. Ciò a dispetto del fatto che ci sono delle leggi che stabiliscono diversamente. La durata per esempio deve essere decisa dal Consiglio Giudiziario Plenario, dove invece non se ne è mai discusso, l’ha decisa la politica. Per ciò che concerne lo stipendio, la legge stabilisce che deve essere quello del Commissario della Legge però non può esserci alcuna indennità aggiuntiva. Ciononostante mi è parso di aver capito che lo stipendio stabilito dalla delibera non sia come quello di un normale commissario ma di un commissario con tutti gli scatti di anzianità (vuoi farlo partire da zero come qualunque altro lavoratore del mondo?). La delibera indica due elementi entrambi fuori legge. Perché allora non decidere che le leggi non si rispettano più”? Infine tornando sull’incompatibilità: “non è una questione di accanimento o di considerare indegna una persona. Noi abbiamo fatto una visura così come avrebbero dovuto fare per senso del dovere gli altri consiglieri. Il segretario Renzi non può assolutamente dire che lo dovevamo chiedere al diretto interessato. Peraltro al neo dirigente va chiesto anche conto del perché per otto mesi ha sottaciuto l’informazione di essere amministratore di una società”.
Repubblica Sm