San Marino. Giustizia, quali sono i reali interessi dell’opposizione?

Se c’è stato chi come il consigliere di Libera Rossano Fabbri si è detto lieto che la presa d’atto dei due giudici d’appello sia finalmente giunta in aula consiliare, c’è anche chi come il consigliere di Npr Maria Luisa Berti ha invece affermato a chiare lettere di non esserlo affatto. “Ci tengo – ha specificato con forza – a non avallare questa presa d’atto, tanti consiglieri hanno evidenziato quanto sia delicata la materia, il fine di ciascuno di noi è ovviamente quello di cercare di fare in modo che la giustizia possa funzionare con celerità, di sapere legiferare al meglio. La giustizia deve applicare le leggi, deve di conseguenza dare dei segnali forti di rispetto di quelle stesse leggi e delle procedure. Tutto l’iter per arrivare alla nomina invece non ha rispettato le procedure. Oggi apprendiamo che c’è un esposto del prof. Barchiesi che ha evidenziato profili di possibili irregolarità, prendiamo poi atto che è stata inviata una ulteriore richiesta dove si chiede di sapere quali conseguenze ha avuto tale esposto. C’è una situazione non chiara e non è accettabile la leggerezza di chi afferma che eventualmente ci saranno dei ricorsi. Se ci dovessero essere dei ricorsi e quei ricorsi dovessero essere vinti le conseguenze per lo Stato sarebbero devastanti. Io voglio che sia messo a verbale che tale iter non è rispettoso né del consiglio, né della magistratura, né del tribunale, né dei cittadini”. Dello stesso avviso il segretario Gatti che in linea con i ragionamenti svolti anche dal collega Belluzzi ha parlato di un “bando fatto in deroga alla legge la quale stabilisce il criterio di una corsia preferenziale per la carriera interna e stabilisce altresì che eventuale deroga sia motivata da una relazione che non è stata presentata”. “Inoltre – ha proseguito – la sentenza del Collegio Garante dice che la presa d’atto non è necessaria ma allo stesso tempo essa non viene abrogata lasciandoci con un vuoto procedurale. L’esecutivo nella legge non è mai citato, la ragione credo sia perché deve rimanerne fuori”. Il consigliere di Npr Alessandro Mancini si è concentrato a sua volta sulla sentenza: “sono anch’io dell’avviso che le sentenze vadano rispettate ma una sentenza non può essere superiore alla legge”. Una risposta ai consiglieri di opposizione che per tutto il pomeriggio di ieri hanno tentato di impartire improbabili lezioni sulla giustizia è arrivata dal consigliere di Npr Gian Nicola Berti: “Sono rimasto basito: non riuscivo a capire perché si sollevassero polemiche sul fatto che un Consiglio di Stato non riusciva a far giurare dei giudici. Il Consiglio Grande e Generale era sciolto e quindi non poteva fare la presa d’atto. Eppure c’era chi continuava a spingere. Quando vedi questi comportamenti anomali, ti chiedi: perché questo interesse della politica a nominare due giudici? Il nostro tribunale ha bisogno di giudici che siano lontani dalle sedi e dalla dialettica della politica. Giudici che devono essere lontani dal Segretario di Stato per la Giustizia. Dovevano essere distanti dal Segretario di Stato precedente, ma così non era. Questo voler forzare a fare una presa d’atto mi ha insospettito. Prima di fare questo bando qualcuno ha messo a capo del tribunale un politico. Il Consiglio Giudiziario Plenario riceve l’input dall’ex Segretario Renzi. Questo lo confessa Guzzetta nell’ultima relazione. Cosa scopri? La legge Guzzetta ha fatto un fantastico regalo: le nomine politiche sono più di quelle togate. Erano consapevoli che stavano commettendo una violazione, ma l’hanno portata avanti lo stesso. Una vicenda che ancora una volta porterà del fango al nostro Paese. Nel nostro ordinamento c’è una norma che si applica a tutti gli altri che dice che nei concorsi i membri delle commissioni non possono essere colleghi. Barchiesi ci scrive, se ne lamenta e ritiene che sia un motivo di invalidità del concorso: tra i giudicanti c’erano un colleghi di università dei vincitori. Logicamente dobbiamo fermarci un attimo e invito la Reggenza a riflettere. C’è un problema che è ancora più grande che è l’interesse dello Stato. Possiamo permetterci, dopo essere stati condannati dalla Cedu, di mettere in tribunale giudici che potrebbero non avere i requisiti? Trovo inammissibile minacciare di sindacato la Reggenza nel caso di mancato giuramento dei giudici d’appello: a mio avviso ci sono i presupposti per una denuncia”.

Repubblica Sm