Nuova udienza del maxiprocesso sul Conto Mazzini.
Giornata, quella di ieri, praticamente monopolizza dall’avv. Stefano Pagliai, difensore di Claudio Podeschi e Giovanni Lonfernini il quale ha iniziato ad intervenire alle 9:45 ed ha concluso alle 13. Piu? di tre ore di intervento, quindi, denso di questioni pregiudiziali e preliminari che hanno toccato la gestione dei fascicoli processuali concernenti i propri assistiti. Pagliai ha parlato di violazione sistematica del diritto di difesa durante l’intera fase inquirente. Podeschi denuncia fascicoli stralciati da altri per crearne di nuovi con conseguente aggiramento dei termini di legge, imputazioni mai contestate e rispetto alle quali non si e? stati posti in condizioni di esercitare il diritto di difesa.
“La legge sul Giusto Processo e? una legge avanzatissima dal punto di vista delle garanzie riconosciute all’indagato ed all’imputato. Se io l’avessi in Italia farei i salti di gioia per i diritti che riconosce. Peccato che a San Marino sia stata del tutto disapplicata”. Conseguenti le dure conclusioni del difensore: “Va annullata l’attivita? di indagine e bisogna ritornare in istruttoria. Ripartire da capo garantendo il diritto di difesa anche in forza della Convenzione Europea per i diritti dell’Uomo”.
Ulteriore questione ha riguardato la nullita? dei capi di imputazione per associazione per delinquere e per riciclaggio. “Si parla di un sistema di diffusa corruttela, di malcostume ampiamente praticato. E si pretende che a pagare per quel sistema siano soltanto poche persone che si trovano oggi qui imputate. Ma se la responsabilita? e? ‘di sistema’ non e? la magistratura che se ne deve occupare, bensi? e? la politica che deve elaborare e rielaborare una certa fase storica ritenuta superata e proporre gli sbocchi per superarla”.
E ancora: “Anche durante Tangentopoli si contesto? un sistema diffuso ma nessuno arrivo? mai a contestare a Craxi, Andreotti e Forlani un’associazione a delinquere perche? non ve ne sono gli estremi”. Chiarisce poi Pagliai come nel decreto di citazione non venga contestato un solo episodio di corruzione: “Si sono mescolate le carte. L’associazione a delinquere avrebbe perseguito scopi corruttivi. I reati di riciclaggio trovano come reato presupposto una non meglio precisata attivita? di corruttela.
Ma le corruzioni dove sono? Dove sono queste famose tangenti? Cosa hanno prodotto questi anni di indagini?”.
Con riferimento alla posizione di Giovanni Lonfernini, Pagliai ha ricordato come l’indagine iniziata nel febbraio del 2014 abbia spazzato via i vertici di un partito politico: “Partito politico di opposizione. Dura, ma di opposizione responsabile. Chissa? come mai” aggiunge suggestivamente. Ha ricordato come per primo Giovanni Lonfernini per “sensibilita? e senso di responsabilita?” abbia abbandonato il ruolo di membro del Consiglio Grande e Generale. “Non ho condiviso quella scelta. Non l’ho condivisa perche? so come vanno a finire questi processi e gli avevo chiesto di resistere. Non l’ho condivisa ma l’ho rispettata ed ammirata perche? so che viene da una persona che ha sempre fatto politica per passione, non per interesse; la polizia giudiziaria che ando? a fargli la perquisizione si stupi? delle piccole dimensioni dell’abitazione di Lonfernini. E che si pensavano di trovare, la reggia di Versailles?” dice il difensore. Colpo di scena quando si contesta duramente l’operato dei magistrati inquirenti. “Si e? provveduto al sequestro del cellulare di Lonfernini, si e? sigillato in busta chiusa e si sarebbe dovuto procedere a perizia garantendo il di- ritto della difesa. All’interrogatorio avvenuto pochi giorni dopo, invece, sono state poste domande ben precise sul contenuto di quel cellula- re. Chi e? che lo ha guardato senza che si rispettassero le procedure di legge? Se le norme processuali non si rispettano il potere giudiziario si trasforma in arbitrio. Se per prima e? la Magistratura a non rispettare
le norme, che credibilita? puo? avere questo procedimento e questo processo?”. Alla fine della sua lunga “arringa” – e siamo solo all’inizio del processo – Pagliai ha chiesto gia? in questa fase il proscioglimento per tutti i reati contestati a Giovanni Lonfernini e il proscioglimento di Podeschi e Baruca per alcuni capi di imputazione. Per entrambi invece, la remissione degli atti in istruttoria.
Atti nulli per indeterminatezza anche per l’avvocato Maria Selva, che difende Pier Marino Menicucci, col collega Maurizio Simoncini che ha rincarato: “Si e? indagato per anni senza che le persone ne avessero una minima nozione”. Per il difensore di Giuseppe Roberti, Rossano Fabbri, il suo assistito non e? voluto venire a San Marino perche? sapeva che sarebbe stato arrestato, “e a
San Marino – ha detto – non c’e? un termine di previsione massima per la custodia cautelare. Inoltre non esiste un filtro – ha aggiunto – come in Italia, dove il Gip ad esempio puo? intervenire in tal senso”.
Per Moreno Maresi, che difende l’architetto Luigi Moretti, e? stato “posto in serio pericolo un baluardo del diritto di difesa, ossia la conoscenza per far si? che mi possa difendere o anche, paradossalmente, ammettere gli addebiti in presenza di prove schiaccianti. Qui esistono fascicoli di cui nulla sappiamo”.
Per un giornale garantista qual e? Tribuna, l’udienza di ieri, ci si lasci dire, e? stata emblematica. A leggere gli atti di accusa – e non potrebbe essere altrimenti – verrebbe voglia di chiudere la porta e gettare via la chiave: gli impu- tati appaiono colpevoli oltre ogni ragio- nevole dubbio. A sentire invece le tre ore di arringa di Pagliai, gli imputati al con- trario sembrano vittime sacrificali del sistema: puri e incontaminati. Esempio lampante di come uno stesso fatto letto e guardato da angolazioni diverse, puo? suscitare emozioni molto contrastanti. Se un giornale ad esempio ospitasse ogni giorno solo il punto di vista delle difese, probabilmente si sodalizzerebbe con gli imputati. Esempio concretissimo del dovere alla responsabilita? che han- no i media e della difficolta? e delicatezza del ruolo di chi invece e? chiamato a decidere della sorte degli imputati: motivo in piu? questo per garantire alla magistratura la necessaria serenita?. Una prima risposta in questo senso e? gia? arrivata: chi ha fomentato la piazza e si aspettava tifo da stadio e “violenza” all’interno del Kursaal – creando in primo luogo un danno all’arbitro – e? rimasto fortunatamente deluso.