La difficile situazione venutasi a creare all’interno del Partito Socialista trova origine da una gestione del Partito incerta, che ha gradualmente portato a smarrire e a non esercitare appieno il ruolo di primo partito di opposizione, assegnato dall’elettorato nella consultazione del novembre 2012 al Partito Socialista.
Nel giro di pochi mesi, a volte di settimane, la linea politica è mutata con estrema disinvoltura. Si è passati dai tentativi di dialogo con le forze politiche dell’area liberaldemocratica al chiedere con forza che il Governo andasse a casa nell’interesse del Paese, passando poi per la “Terza Via”, linea fortemente caldeggiata dal Segretario del Partito, sconfessata però rapidamente per tornare alla vocazione , già precedentemente espressa a più riprese dalla maggioranza della Dirigenza, di sponda del Governo, covando l’illusione di rimediare un posto a tavola.
La linea ondivaga ed incoerente posta in essere dal Partito Socialista ha inevitabilmente creato due correnti di pensiero. A chi perseguiva con tenacia la politica di sostegno al Governo, nel nome di una non meglio specificato senso di responsabilità, si opponeva la visione di coloro i quali ritenevano che il Partito avesse dovuto invece fare una opposizione ferma, dura e decisa nei confronti forse del peggior Governo degli ultimi trent’anni, che gradualmente sta facendo scivolare il Paese verso la recessione.
Questo stato di cose ha prodotto un mutamento negli atteggiamenti interni al Partito. Le decisioni hanno cominciato a formarsi fuori dal confronto franco e leale all’interno degli organismi del Partito Socialista. In gruppi e gruppetti sempre più ristretti e spesso si è assistito al fatto che le decisioni assunte ufficialmente negli organismi non trovavano riscontro poi nei comunicati ufficiali resi pubblici.
Tanto che nel periodo settembre/ottobre 2014 in Direzione la divaricazione delle linee politiche è emersa apertamente.
L’atteggiamento indeciso ed in alcuni casi sfuggente del Segretario del Partito ha contribuito a favorire lo stato di cose innescato.
Poi, ad aggravare le cose, nel mese di novembre vengono rese pubbliche registrazioni sonore e visive che immortalano alcuni esponenti di primo piano del Partito Socialista dediti a pratiche elettorali (Elezioni del 2012) davvero sconcertanti, che di certo non hanno contribuito a far crescere la creibilità del Partito Socialista e la sua immagine.
Purtroppo i giovani Consiglieri protagonisti del video, anzichè assumersi le proprie responsabilità, hanno preferito minimizzare adducendo argomentazioni che suonano come offesa nei confronti dell’intelligenza dei Sammarinesi e degli elettori.
Hanno pensato di risolvere il problema con un esposto in tribunale, ma la questione evidentemente non è giuridica ma bensì etica e politica. Quel che è apparso è inequivocabile, e il Partito Socialista ne esce con le ossa rotte.
Ora, con una scelta affrettata e non frutto di confronto nel Partito, la dirigenza ha scelto di andare al Congresso anticipato, nel bel mezzo dell’attuale, complesso momento politico. Visto che rispetto all’episodio delle registrazioni tutto era stato minimizzato, non si è ben capita la motivazione vera della decisione assunta. Potrebbe semplicemente essere stata presa la palla al balzo per tentare di liberarsi della minoranza del Partito che negli ultimi mesi non si è allineata alla politica della “stampella” al Governo. Se così fosse, l’orizzonte della dirigenze del P.S. si dimostrerebbe assai limitato e molto pericoloso.
Il prossimo Congresso Generale del Partito dovrà segnare davvero un cambiamento netto e radicale. Il rinnovamento dovrà essere reale e non gattopardesco, come forse troppe volte è stato nel movimento socialista.
Ma non dovrà essere solo un fatto generazionale. Dovrà essere un fatto culturale, etico e politico. Prima ancora di pensare al Governo del Paese, che sembra essere il chiodo fisso di qualche rampate senza successo, si dovrà pensare al Partito, che dovrà uscire dalla celebrazione del Congresso forte nei principi, saldo nei valori, determinato nella identità, capace nell’azione e credibile negli uomini, che dovranno essere liberi, non ricattabili, spendibili, autorevoli.
Se il bel giorno si vede dal mattino, purtroppo l’avvio delle procedure congressuali non lasciano presagire nulla di buono. Infatti la nostra Corrente, che pure è stata ufficialmente presentata alla Dirigenza del P.S., è stata tagliata fuori da ogni livello preparatorio del Congresso. Evidentemente nessuno deve disturbare il manovratore e la Dirigenza socialista non vuole attorno nessuno che la pensi in modo diverso, ciò nel rispetto dei rituali della vecchia politica di cui la dirigenza del Partito, al di là delle chiacchiere, ne è diligente interprete.
Nonostante ciò, con spirito costruttivo, la Corrente del Partito Socialista “Liberamente San Marino” propone e chiede ufficialmente che nel documento Congressuale che sarà predisposto dal Comitato di Direzione, siano inseriti i seguenti punti:
1) Intransigenza sulla “Questione morale”. Appoggio alla Magistratura senza riserve e pretesa che il Tribunale agisca in tutte le direzioni, facendo emergere la verità delle cose nei tempi più rapidi possibili.
2) Regole interne trasparenti, con particolare attenzione ai conflitti di interesse. Rendere inaccessibile la candidatura a cariche interne al Partito o al Consiglio Grande e Generale a coloro i quali hanno praticato il connubio politica/affari; il voto di scambio; la compra/vendita dei voti.
3) Porre al bando il sistema delle “Cordate”, che hanno creato, come abbiamo ben visto, danni enormi al nostro Paese, e che inoltre premiano i mediocri, gli incapaci, gli impreparati, in una parola gli obbedienti al capo-bastone. Combattere con tutte le forze il sistema elettorale delle “cordate” deve essere un obiettivo primario del Partito Socialista. Basta con le “cordate” di parenti, di soci di società, di amministratori delegati di società, ecc. ecc., poichè tutto ciò droga e alla fine condiziona i partiti e le forze politiche di elezione in elezione e di congresso in congresso, innescando un processo di impoverimento del livello della classe politica e dirigente e dei componenti il Consiglio Grande e Generale, che poi porta ai risultati deleteri che abbiamo conosciuto in questi mesi e che sono oggi sotto gli occhi di tutti. Quindi appoggio incondizionato al referendum per la preferenza unica. Una testa un voto. Così le “cordate” saranno troncate.
4) Appoggio al referendum sul finanziamento dei partiti. Porre tetti adeguati alle spese delle forze politiche è giusto, perchè l’attività politica deve tornare a basarsi anche sulla passione e sul volontariato. I moderni strumenti di comunicazione poi possono aiutare le forze politiche nella divulgazione delle idee, delle iniziative, delle proposte. Daltronde è bene che ci si muova secondo le possibilità e nel nome del partito non è possibile indebitarsi, così come è accaduto al Partito Socialista, per mantenere di fatto stipendi e privilegi a funzionari in esubero che nel loro insieme vengono a costare più del contributo pubblico erogato.
5) Il Partito Socialista deve mantenere la propria identità e devono essere scoraggite posizioni ibride tendenti alla costituzione di nuovi contenitori per forze politiche in difficoltà e singoli elementi in cerca di accasamenti da spacciare quali proposte innovative frutto della modernità.
6) Il Partito Socialista deve dare un giudizio negativo dell’attuale Governo. Uno dei peggiori governi degli ultimi trent’anni. Incapace di risolvere i problemi strutturali di San Marino. L’inerzia e l’inconcludenza del Governo sta portando il Paese alla rovina. Dal Congresso Socialista, se ancora non sarà successo nulla al momento della sua celebrazione, deve giungere un invito fermo, forte,deciso affinchè il Governo vada a casa!
7) il Partito Socialista deve essere aperto al confronto e al dialogo con tutte le forze politiche. In chiave prospettica deve essere in grado di mettere in campo un progetto politico-economico-sociale che si faccia carico della graduale soluzione dei problemi di San Marino e dei Sammarinesi, divenendo polo di attrazione per forze politiche e cittadini. Eventuali responsabilità di Governo potranno essere assunte solo assieme alle forze politiche disponibili a condividere il nostro progetto, quindi le cose da fare e come farle, senza lasciare spazi indefiniti, fonte di incertezza ,di disagio e spesso di naufragio delle compagini governative.
8) Predisporre un programma realistico e realizzabile di pochi ma decisivi punti in grado di risolvere i problemi dei sammarinesi e di rilanciare l’economia del nostro Paese, giunto ormai, sul piano economica, a livelli di guardia davvero preoccupanti. A tale scopo dichiariamo la piena disponibilità al confronto sulle proposte.
San Marino, 23 gennaio 2015