San Marino. Gli anticorpi contro il malaffare ci sono, vedi l’AIF. Ma guai ad appisolarsi! … di Alberto Forcellini

In un anno, il 2020, ci sono state ben 187 segnalazioni in materia di riciclaggio di proventi illeciti, con un aumento del 23,8 per cento rispetto all’anno precedente. Era l’anno del Covid, anzi del lock down, quando le aziende e le attività commerciali erano quasi tutte chiuse, quando gli unici soldi che giravano era quelli della spesa quotidiana. O almeno così eravamo convinti.

Ce lo dice l’AIF (Agenzia di Informazione Finanziaria) nella consueta relazione annuale, presentata e discussa nella sessione consiliare di aprile. La situazione emergenziale scatenata dalla pandemia ha registrato diversi cambiamenti nel modus operandi, nelle tecniche e negli schemi adottati dai criminali per riciclare proventi illeciti. Nella versione integrale della relazione, l’Agenzia descrive alcuni dei principali cambiamenti nel panorama dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo a seguito della pandemia da COVID-19, ma anche le modalità di osservazione e di intervento per tenere sotto controllo queste dinamiche.

Dal punto di vista statistico, la grande maggioranza delle segnalazioni di operazioni sospette provengono dai soggetti finanziari, in particolare dalle banche (128 segnalazioni, pari al 68% del totale) mentre i restanti Soggetti Finanziari ne hanno trasmesso complessivamente 22 (pari al 12% del totale).

Nel 2020 sono aumentate anche le segnalazioni da parte dei professionisti (Avvocati/Notai e Commercialisti): 23 segnalazioni a fronte di 13 nel 2019, pari al 12% del totale. In questa categoria, la parte del leone la fanno, come di consueto i Commercialisti (20 segnalazioni), pertanto da parte di avvocati/notai si registrano solo le altre 3. Continua a rimanere sostanzialmente marginale l’apporto dei Soggetti Non Finanziari che hanno inviato, in netto aumento rispetto al 2019, ben 10 segnalazioni (pari al 5% del totale). Nel periodo di riferimento, le 187 segnalazioni di operazioni sospette ricevute dall’Agenzia, hanno originato l’apertura di 102 casi.

A seguito degli approfondimento effettuati, l’AIF ha provveduto a trasmettere all’Autorità Giudiziaria 9 casi, per le successive indagini di competenza, di cui 7 per sospetto riciclaggio e 2 per altri reati. Nel corso del 2020, l’incidenza media percentuale dei casi trasmessi all’Autorità Giudiziaria rispetto ai casi aperti dall’AIF, cosi? come negli anni precedenti, si attesta attorno al 10%.

Sempre al tribunale sono state trasmesse anche 12 relazioni integrative rispetto ai casi già segnalati. Nella relazione AIF viene evidenziato come nei casi (sospetti) di riciclaggio trasmessi all’Autorità Giudiziaria, i proventi illeciti sono ipotizzati come correlati principalmente alla truffa e appropriazione indebita, soprattutto in ambito societario.

Il lavoro di AIF è stato apprezzato e promosso dagli interventi dei Consiglieri in Aula a livello bipartisan, e tra questi non sono mancati gli inviti a proseguire sulla strada della compliance internazionale e della trasparenza, allo stesso tempo di contenere la burocrazia e ricercare maggiore snellezza nelle procedure per gli operatori e i professionisti. Tutti i dati e le analisi conseguenti sull’efficacia delle misure di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, sono stati formalizzati in un rapporto ufficiale adottato durante la 61esima riunione plenaria del Moneyval tenutasi dal 26 al 30 aprile 2021.

In questo sintetico report della lunga relazione sembra che vi sia una presa di coscienza del rischio che incombe sul Titano e della sua forte permeabilità alle attività illecite, come del resto evidenziato dalla relazione della Commissione Antimafia, di cui abbiamo già parlato. È vero però che forse vi sono ancora lacune nella percezione della pericolosità latente del fenomeno.

Per realtà sociali lontane come San Marino dalle regioni in cui operano queste organizzazioni e che non sono confrontate con le manifestazioni più violente di questa criminalità, è difficile rendersi conto dei pericoli. È però necessario guardare più in là, in particolare concentrarsi sul riciclaggio dei proventi di queste organizzazioni.

Non ci interessano le polemiche strumentali, né riteniamo che siano possibili facili soluzioni. Continuiamo però ad interrogarci su ciò che accade nel territorio e che vede inscindibilmente legati andamenti economici, legalità o illegalità a seconda del punto di vista, tenuta sociale, senso civico, credibilità delle Istituzioni, governo della Cosa pubblica, cultura dell’impresa e del lavoro, ruolo svolto dai soggetti intermedi. È indispensabile perciò l’avvio di una stagione che veda tutti gli attori istituzionali e sociali condividere una strategia contro il radicamento della criminalità organizzata, a partire dalla diffusione della cultura della legalità nel lavoro e nel fare impresa, per una gestione partecipata dei beni sequestrati e confiscati, facendo rete contro le estorsioni nell’economia, educando le nuove generazioni alla legalità. Inoltre, occorre dare il giusto spazio ai corpi intermedi (tutti, anche quelli che rappresentano il lavoro) che insieme alle Istituzioni possano definire il contesto per una cittadinanza consapevole.

a/f