Discontinuità con il passato”, “ridare credibilità e reputazione al Paese”, “assumere decisioni chiare, nette e immediate”: non capita tutti i giorni di sentire parole così ultimative rivolte al governo sammarinese, tanto meno se a pronunciarle sono non gli oppositori politici, ma uno degli interlocutori più importanti delle istituzioni politiche, e cioè gli industriali. I quali con una nota di Anis diffusa ieri, hanno dato un ruvido ultimatum al Congresso di Stato, proprio mentre i segretari si stavano difendendo in consiglio da una gragnuola di colpi. Vale la pena riferire integralmente la nota di piazzetta Bramante Lazzari: “Il Consiglio Direttivo Anis è molto preoccupato per il rapido degradarsi della situazione politico istituzionale del Paese. Un Paese che arranca, con un bilancio dello Stato che preoccupa seriamente, con imprese e lavoratori in grave difficoltà; un Paese che ha bisogno di profonde riforme. La magistratura va sostenuta nella consapevolezza che farà appieno il suo dovere. Noi però abbiamo l’obbligo di andare avanti, senza perdere tempo, soppesando bene le azioni da compiere. Il dato oggettivo è che stiamo vivendo una gravissima crisi politica. Così come è oggettivo che non è possibile attendere a lungo prima di assumere le decisione necessarie per ridare fiducia ai cittadini, credibilità e reputazione al Paese. Avremo modo e tempo per analizzare e comprendere dove e come abbiamo sbagliato; oggi però crediamo sia opportuno prendere una chiara posizione per far conoscere il pensiero di Anis e dei suoi imprenditori che in questi anni così difficili hanno continuato ad investire nelle imprese e nel Paese con serietà e determinazione. Chiediamo quindi alla politica di assumere decisioni chiare, nette e immediate su quattro aspetti prioritari: legalità e trasparenza nelle relazioni dello Stato e con lo Stato; garantire la tenuta del bilancio dello Stato attraverso un taglio netto della spesa corrente per evitare il concreto pericolo di una crisi di liquidità; la riforma delle imposte indirette; la riforma del mercato del lavoro. A ciò si deve accompagnare una reale discontinuità con il passato. Immediatamente Anis si farà parte attiva, attraverso un serrato confronto, per verificare se vi sono le condizioni per portare a termine queste riforme”. Così gli industriali: che, quando osservano dubitativamente “se vi sono le condizioni”, mostrano di non crederci molto. Nella convulsa giornata di ieri, di forte significato anche l’intenzione comunicata dalla Centrale Sindacale Unitaria di valutare “la possibilità di costituirsi parte civile”. I sindacati ritengono “impossibile non rimanere sbalorditi di fronte all’entità economica dei sequestri avviati dal Tribunale, diventa quindi un dovere assoluto dello Stato costituirsi parte civile nei processi che seguiranno, al fine di accertare i danni materiali subiti dalla Pubblica Amministrazione e quindi pretendere gli opportuni e adeguati risarcimenti”.
La voce di Romagna