San Marino. Gli occhi decidono in una frazione di secondo … di Barbara Tabarrini (La RepubblicaSM)

Si siedono sul divano. Faccio la padrona di casa ‘volete qualcosa da bere?’ L’orario era un po’ insolito per una visita, poi da parte di un riminese vista la distanza, poco più di mezzogiorno. ‘Tu sei la famosa Barbara che ha accalappiato quell’orso del nostro Stefanino, nato a pallone e bomboloni. Devi sapere che da piccoli per noi le femminucce erano nemici giurati. Chi faceva qualche bacio di nascosto con la morosina delle elementari era praticamente escluso dalla compagnia o meglio avrebbe giocato in porta per sei mesi nella nostra partitella quotidiana delle 2 e mezzo del pomeriggio. Da piccoli volevamo fare tutti gol e giocare in porta era una punizione. Una forma semplice per dire o noi o la morosina. ‘AAAh annamo bene, proprio bbene’ direbbe Sora Lella, pensai fa me e me. ‘Poi c’era Stefanino che dopo cinque minuti andava in porta per fare giocare in attacco il condannato. Stefano partiva, ci ‘scartava’ tutti facendo sempre gol anche se era portiere’. ‘Non esagerare –incassa il novello Maradona- anzi esagera esagera, la ‘piovra’ qui deve sapere chi era Stefanino..’. ‘Va beh..ragazzi (si fa per dire) vi lascio soli. Devo finire alcune cose in giardino’. Classica exit strategy per lasciarli rinverdire i ricordi di sterili supremazie mascoline o calcistiche. ‘Se puoi rimani.. ci tengo..Stefano in questi mesi al telefono mi ha parlato tanto di te ed ho piacere che rimanga anche tu’. Il clima si fa un po’ meno leggero. Sguardo veloce tra me il Pres, come in banca durante le riunioni, lo facciamo tuttora in presenza di altre persone al giornale. Lo fanno tutte le coppie affiatate.
Lo guardo con gli occhi da punto interrogativo, risponde con le orbite pensanti per una frazione di secondo, replico con le pupille leggermente dilatate ‘me ne vado..rispondi’ ed ecco che le sue palpebre in movimento danno l’autorizzazione a restare. Il tutto in meno di un secondo. Nel più assoluto silenzio. Stefano era in modalità ascolto, un po’ sorpreso ma forse consapevole di quello che avrebbe detto di lì a poco il nostro ospite. Io imbarazzata di questa mia presenza voluta per meriti sconosciuti, al buio, quasi come un’interrogazione non prevista alle scuole medie dove non ti aspettavi la chiamata sentendoti poco preparata (continua)
Barbara Tabarrini