La Segreteria di Stato al Territorio chiarisce che le spese per i lavori di bonifica dei rifiuti
stoccati nel primo sito ex Beccari Srl sono a carico di BAC, proprietaria dell’immobile. E grazie
alle “Modifiche al Codice Ambientale” recentemente introdotte (D.D. n.25/2021) lo Stato potrà
rivalersi sugli immobili in caso di bonifica ambientale eseguita da parte dell’amministrazione
pubblica. Una scelta coraggiosa, mai effettuata dalle amministrazioni precedenti.
Proseguono i lavori di bonifica del primo sito della Ex Beccari Srl, annunciati proprio da questa
Segreteria durante la scorsa settimana, dopo un lavoro congiunto e di metodo durato oltre un anno
condotto dal Coordinamento della Protezione Civile.
Una vittoria di tutti i sammarinesi, che vedranno presto chiusa una brutta pagina di storia legata
alle politiche ambientali di questo paese. E che non vedrà lo Stato spendere soldi pubblici per la
bonifica. Sono tre i siti oggetto di deposito illecito di rifiuti della Ex Beccari Srl ed i lavori in corso
presso uno di essi sono totalmente a carico della proprietà attuale, la Banca Agricola Commerciale.
Un dettaglio ampiamente chiarito nella nota diffusa proprio nell’annunciare l’inizio dei lavori, ma
che l’ex gestore delle politiche ambientali e territoriali durante la penultima legislatura sembra non
aver colto. Già, perché non c’è nessun “trucco” e nessun “inganno” nel chi, ereditando una
situazione di completo stallo nei fatti, si è dato un metodo di lavoro e fissato delle scadenze di
tempo per portare fatti concreti al cospetto della cittadinanza, avvalendosi del contributo di
professionisti e facendo lavorare alacremente i propri uffici in capo alla pubblica amministrazione,
per giungere con rapidità e attenzione a una risoluzione adeguata.
Nei comunicati del libero cittadino Augusto Michelotti è evidente la sua frustrazione e la politica
del rancore di chi avrebbe dovuto, ma purtroppo, non ha dato, le risposte che oggi stanno arrivando
sui temi riguardanti il Territorio e l’Ambiente. È bieco accusare di poca trasparenza e incapacità il
sottoscritto (per inciso e per rispetto istituzionale “Segretario di Stato” e non “Sig. Canti”),
chiamato ad amministrare la cosa pubblica proprio su questi temi, che tengo a precisare, sono stati
affrontati con metodo, attraverso soluzioni frutto di impegno e competenze, arrivando a elaborare
il Decreto Delegato n.25/2021 “Modifiche al Codice Ambientale”. Preciso inoltre per onestà
intellettuale, mancante al sig. Michelotti, che le attuali modifiche al Codice Ambientale non sono
state predisposte dal precedente governo, poiché nulla è stato lasciato sul tavolo della Segreteria di
Stato. Quest’ultime sono frutto dell’impegno del gruppo di lavoro istituito con la Delibera di
Congresso n. 36 dell’11 febbraio 2020, composto da esperti delle Segreterie di Stato per il
Territorio e Ambiente, per gli Affari Interni, per la Sanità, per l’Industria, per il Lavoro,
Avvocatura dello Stato, Protezione Civile, Dipartimento di Prevenzione e AASS. Ulteriori
contributi sono stati apportati in sede di confronto politico ed un ringraziamento particolare è
rivolto al Movimento Civico Rete, da sempre particolarmente attento alle tematiche ambientali.
Credo sia importante sottolineare che, tra le novità più importanti, c’è l’inasprimento delle
sanzioni penali con l’introduzione della prigionia di primo o secondo grado per chi si rende
responsabile di disastri ambientali e la possibilità da parte dello Stato di potersi rivalere sulla
proprietà privata in caso di bonifiche ambientali eseguite dall’amministrazione pubblica qualora
non eseguite da coloro che hanno arrecato il danno o dalla proprietà.
Inoltre le modifiche al codice ambientale introducono ulteriori aspetti di cui purtroppo, nelle
precedenti politiche ambientali, non abbiamo potuto trovare traccia:
-la figura del Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti per le imprese, in modo da garantire
l’applicazione delle norme ambientali vigenti a San Marino in maniera più capillare ed efficace su
tutto il territorio;
– la disciplina che riguarda i sottoprodotti e le cosiddette “materie prime seconde”, allineandosi
all’Emilia Romagna e introducendo due registri elettronici per le imprese che rispettino i parametri
produttivi al fine di ridurre la produzione dei rifiuti garantendone la tracciabilità dei flussi;
– requisiti puntuali per il rilascio o l’eventuale revoca delle licenze per le aziende che gestiscono e
trattano rifiuti in territorio;
-sanzioni più severe per disincentivare gli abbandoni di rifiuti, anche di piccola entità;
-un passo decisivo per permettere a San Marino di diventare il primo Paese a non
commercializzare più prodotti “usa e getta” in plastica.
Concludo con una domanda che mi sorge spontanea: perché se tutte queste norme e azioni erano
così facili e scontate da attuare, non sono state introdotte dal mio predecessore nella passata
legislatura?
Segreteria di Stato al
Territorio e all’Ambiente