Cari sammarinesi, preparate i popcorn: la maggioranza – commentando la condanna in secondo grado del Commissario della Legge Alberto Buriani e dell’ex Segretario di Stato del Governo AdessoSm – ha tirato fuori dal cilindro un comunicato che sembra ispirato da un neurone che soffre di solitudine. (addirittura sbagliando i capi di di imputazione o meglio non mettendoli tutti ndr):
“Esprimiamo preoccupazione per quanto emerso, auspicando che si possa fare piena luce su tutte le implicazioni che questa vicenda comporta, e ribadiamo che nessun potere dello Stato può essere sottratto a controllo, responsabilità e limite”.
Standing ovation, signori! Parole che brillano come un faro… spento. Perché, diciamocelo, questo “auspicio” di piena luce è come promettere un tesoro senza dare la mappa.

La sentenza del 23 giugno 2025 ha già inchiodato Alberto Buriani e Simone Celli per tentata concussione, con il nostro Zeus da operetta che scagliava ordinanze come fulmini e il chierichetto di Adesso.SM che giocava al galoppino.
Ma il Tribunale individua responsabilità penali. Quelle politiche? Tocca a voi, cari consiglieri del Consiglio Grande e Generale, cara maggioranza e cara minoranza tirarle fuori dal fango, con nomi, cognomi e simboli. O pensate di cavarvela con un altro comunicato in stile volantino per turisti, scritto con l’inchiostro della superficialità?
La maggioranza si batte il petto, parla di “controllo” e “limite”, ma dove sono i fatti? Il “golpe bianco” – quell’assalto silenzioso al Titano, orchestrato con carte bollate e titoloni “arringa-folla” – non è stato un incidente di percorso. È stato un sistema, una ragnatela tessuta anche per responsabilità di chi, tra i “sessanta” consiglieri, ha lasciato che Buriani brandisse le sue ordinanze come una clava e Celli scribacchiasse decreti come una Monica Lewinsky qualunque.
E ora? Invece di annunciare formalmente l’istituzione di una Commissione d’Inchiesta parlamentare per scavare fino al midollo e sputare fuori chi era manovalanza di Palazzo o ha soltanto coperto, avallato o applaudito lo scempio dello scorso decennio, la maggioranza si limita a un “auspichiamo”. Fantastico, come auspicare la pace nel mondo mentre gli unici due leader senza una loro guerra sono Xi Jinping e Kim Jong-un.
Cari Pdcs, Libera, PSD, Alleanza Riformista e Giovanna Cecchetti (oltre che cara Rete, visto il comunicato stampa di ieri – leggi qui), la luce non si accende con le belle parole: si accende con un progetto di legge preciso e finalizzato a porre in essere una seria indagine parlamentare, con un dibattito in Consiglio Grande e Generale e, soprattutto, con il coraggio di scavare nella mer… melma con cui si è addirittura illegittimamente chiusa una banca sammarinese. E, poi, senza l’impossibile ricerca di conclusioni sottoscritte all’unanimità, condizione che rende pressochè ridicole – o perlomeno incomplete – quelle tratte nella precedente commissione d’inchiesta.
Altrimenti, il vostro comunicato resterà solo l’ennesimo post-it appiccicato sul vuoto… Magari di fianco a quello del piano di sviluppo economico.
E poi, ancora oggi, incredibilmente, a Palazzo c’è chi, invece di illuminare, getta benzina con la speranza che si appicchi un incendio ai Tavolucci e in Via del Voltone… Parliamo di Repubblica Futura, il partito che non perde occasione per seminare zizzania contro il Tribunale e Banca Centrale, come se la giustizia fosse un punching ball e Catia Tomasetti una punching bag.
Vi dice nulla il nome Mario Venturini? O Nicola Renzi? Già, perché – parola di Tomasetti, sotto giuramento – il nostro Celli, condannato per aver provato a piegare BCSM, consigliava alla Presidente di “avvicinarsi” a questi due signori.
Avvicinarsi? Per un aperitivo a Dogana? Per una chiacchierata sul meteo? Non ce lo ha mai voluto dire Celli… Ma quel silenzio risuona come un urlo che fa tremare i sampietrini di Piazza della Libertà.
Sta di fatto che Repubblica Futura, che oggi si riempie la bocca di “legalità”, era il pilastro di Adesso.SM, la maggioranza che ha lasciato Celli scorrazzare come un cane sciolto, con il collare dorato ben stretto. Coincidenza? Forse, ma – secondo me -, in senso assoluto, le coincidenze puzzano sempre di copione scritto a tavolino.
Intanto, il Tribunale, con Giovanni Canzio al timone, sta rimettendo la giustizia sui binari, nonostante i sassi lanciati da chi vede ogni riforma della giustizia come un affronto personale. E Bcsm, con Tomasetti che ha resistito a pressioni da film noir (e non solo dalla “Cricca”), è un baluardo che non si piega.
La sentenza del 23 giugno scorso è una vittoria, ma non basta.
Le aule di giustizia puniscono i reati; il Consiglio deve punire la complicità o la responsabilità politica. Un lettore di GiornaleSM, con l’occhio sveglio di chi ha smesso di abboccare alle favole, lo ha detto chiaro: i complici sono ancora lì, magari a predicare dal Consiglio con l’aureola di cartone. E chi sono? La maggioranza vuole “piena luce”? Bene, allora l’accenda!: istituisca una Commissione d’Inchiesta, chiami i responsabili per nome e simbolo, e smetta di nascondersi dietro comunicati che lascerebbero perplessi dei ragazzini, plurineuronici, di terza media.
Cari sammarinesi, il “golpe bianco” non è un pettegolezzo da bar: è ormai certificato in più d’una sentenza e in più di un procedimento giudiziario in corso.
È nelle conseguenze determinate su un Paese saccheggiato da chi usava decreti come bombe carta, titoloni come ghigliottoine e ordinanze come molotov.
La maggioranza dice di auspicare giustizia? Allora smetta di “auspicare” e agisca.
Altrimenti, sarebbe solo un altro capitolo del copione, un’altra spazzata che riempie il tappeto. E voi, cittadini, non lasciate che chi deve agire si limiti ad “auspicare”… Li avete votati per agire o per “auspicare”? Quindi, preparate i pomodori: il Pianello è grande, e il lancio potrebbe diventare presto libero.
Enrico Lazzari