Siamo alla vigilia di un importante referendum. Parliamo con il Presidente del Psd Matteo Rossi del primo quesito, quello sulla modifica della legge elettorale.
Perché il Paese ne ha bisogno?
“Il Paese ha bisogno di questa modifica migliorativa della legge elettorale che consente alla politica di ritornare a dialogare, consente ai partiti di confrontarsi e di trovare delle soluzioni condivise. Sembra retorica, ma la prossima legislatura rappresenta veramente l’ultimo appello per il Paese e le soluzioni per risollevarci andranno ricercate nella condivisione e nel dialogo; abbiamo bisogno di ripristinare la pace sociale e la politica deve mettere ordine a questo caos. Per farlo servono regole che premiano la ricerca della condivisione piuttosto che lo scontro, il dialogo piuttosto che la barricata, la mediazione politica piuttosto che non prendere delle decisioni al solo scopo di non far saltare il fragile equilibrio che tiene unito un Governo di minoranza, generato dal ballottaggio, come quello di Adesso.sm. Vi siete mai chiesti perché in due anni e mezzo, nonostante le sollecitazioni di mezzo mondo, questo Governo non è riuscito a fare nemmeno una piccola riforma? San Marino ha bisogno di un cambio di passo, la politica deve tornare a essere interprete delle necessità del Paese e il Consiglio Grande e Generale deve tornare a essere rappresentativo della volontà della cittadinanza e deve tornare a svolgere il suo lavoro, cioè fare le leggi”.
La coalizione Adesso.sm si sta sgolando per far passare il messaggio che nessun referendum ha mai fatto cadere un governo. E’ un modo per mettere le mani avanti?
“Quello che sostengono è una mezza verità, l’altra metà ve la svelo io: il Governo cadrà a causa dell’incapacità conclamata di dare soluzioni ai problemi reali del Paese, cadrà a causa delle politiche di sviluppo che non portano sviluppo, cadrà a causa dell’aggravarsi della situazione dei conti pubblici, cadrà a causa dell’ecatombe fatta sul sistema finanziario, cadrà a causa di una politica estera confusionaria e inconsistente, cadrà a causa degli scandali che coinvolgono Segretari di Stato, cadrà perché ad oggi lo stato di salute di San Marino è nettamente peggiore di quello che abbiamo lasciato il 4 Dicembre 2016 dopo il ballottaggio. Per cui è vero che nessun referendum ha mai fatto cadere un Governo, ma davanti ad una vittoria del SI’ sulla modifica della legge elettorale, che rappresenterebbe un forte dissenso al governo dei Marino e dei Nicola, credo che nemmeno il famoso ultimo samurai possa fare a meno di alzare bandiera bianca”.
Come cambieranno gli scenari dopo l’esito del referendum?
“Occhio e croce ad oggi l’80% del Paese che è da una parte e il 20% (forse meno) dall’altra. Il percorso che sta portando al referendum è stato pieno di colpi di scena, come l’approvazione dell’ordine del giorno delle opposizioni riguardante la Commissione d’Inchiesta sul Cis. Quindi, indipendentemente dall’esito del referendum, gli scenari sono in evoluzione continua e persino nella granitica maggioranza l’insofferenza è tanta. Il referendum, che dà la possibilità alla cittadinanza di esprimersi per la prima volta dopo il ballottaggio, servirà sicuramente a qualcuno per riprendersi dall’incantesimo del 4 dicembre 2016 e in ogni caso, per quel poco che gli rimane, questo Governo non avrà nessun tipo di appoggio da parte di nessun partito di opposizione, men che meno da parte del Psd che è già al lavoro per la fase successiva di ricostruzione, per cui noi stiamo costruendo e continueremo a farlo assieme a chi dimostrerà di avere la forza di segnare la discontinuità con il presente”.
Ampliando il raggio, parliamo di elezioni europee dove ad eccezione dell’Italia è andato molto bene il partito Europa Verde. Il tema della salute è al centro. Il resto del mondo pare molto preoccupato dell’imminente arrivo del 5G. Anche a San Marino si è cominciato a parlare di possibili rischi. Quale opinione si è fatto?
“L’elettorato di sinistra ha premiato nei paesi più avanzati d’Europa chi ha portato una sensibilità ambientale chiara e radicale. Il tema diventerà fondamentale a breve anche nel sud Europa: i valori di sinistra si ritrovano assolutamente nella preservazione del pianeta e nello sviluppo dell’economia del ventunesimo secolo che sarà ecocompatibile – anzi i vecchi slogan socialisti e post comunisti non sono più apprezzati, dobbiamo sorpassare il secolo scorso mettendo come sempre la freccia a sinistra. In merito al 5G ci sono opinioni discordanti e non essendo un tecnico, né della salute né delle telecomunicazioni, mi limito a dare un giudizio politico. E a mio avviso a San Marino il 5g –come ho già avuto modo di esprimere- è solo un’operazione di marketing (politico) alla quale ci ha spesso abituato il partito che detiene la delega alle telecomunicazioni in questa indimenticabile legislatura”.
A proposito di Ue, è un percorso che il segretario Renzi sta ancora portando avanti in beata solitudine?
“E’ iniziato martedì il confronto con la Segreteria e i partiti sul negoziato UE. E’ iniziato ora che siamo a fine maggio e nel corso dell’estate pare si arrivi alla parafatura. Non si capisce perché si sia dovuti arrivare alla fine a dover accelerare. Ripetiamo che il percorso di associazione trova nella cittadinanza una grande curiosità e preoccupazione, alimentata anche dal contesto mediatico in cui siamo. E’ ora di mettere in evidenza i vantaggi, che sono tanti, ma anche gli adeguamenti che saranno onerosi. Il PSD sa bene che l’entrata nel mercato unico, che purtroppo non è l’adesione piena come qualcuno paventa, sarà una grande opportunità soprattutto sul lato bancario perché finirà l’isolamento e il conteggio solo in negativo della raccolta bancaria e perché potremo accedere ai fondi di ultima istanza della Banca Centrale Europea. Il punto continua ad essere uno: noi ora siamo paese terzo eppure ci dobbiamo adeguare ad una moltitudine di regole, senza essere considerati allo stesso livello degli altri paesi UE. Alla faccia della sovranità e di quelli che dicono che conviene rimanere non integrati alla UE”.