San Marino. Governo bocciato dai cittadini: parla Luca Beccari (Dc)

Domenica il governo ha perso ogni residua credibilità e se andrà avanti lo farà nella piena consapevolezza di andare contro la volontà dei cittadini che, è inutile nasconderlo, hanno votato principalmente per mandarlo a casa. Si votava per modificare una legge elettorale che ha dato la possibilità ad una minoranza di diventare maggioranza grazie al ballottaggio e di guidare il Paese conducendolo nella situazione in cui versa ora. Il referendum ha visto la costituzione di due comitati, quello per il sì e quello per il no. Quest’ultimo ha cercato di parlare alla pancia del Paese introducendo da subito il tema legato ad inciuci e ballottini. Con il risultato di non sortire alcun effetto, è bastato ai cittadini prendere atto del pulpito dal quale proveniva la predica (basti dire che l’avvocato difensore del comitato contrario al referendum per la modifica della legge elettorale era Antonella Mularoni: Ambasciatore a disposizione, membro del direttivo di Bcsm nominato da Repubblica Futura, Vice Presidente dell’Agenzia di Sviluppo). Ha così vinto il sì superando la soglia del 60%. A questo punto andranno cambiate le regole del gioco. Ne abbiamo parlato con il rappresentante del comitato del sì ed esponente della Dc Luca Beccari:

E’ soddisfatto del risultato?
“Io credo che sia stata una vittoria molto netta e positiva, perché chiaramente il quesito era non facilmente masticabile dalla gente, non era un quesito popolare che parlava alla pancia dei cittadini come magari lo era quello sul tetto degli stipendi. Molta gente ha fatto fatica a comprendere, il quesito non creava interesse. E’ stato anche difficile sfondare lo slogan del no ai ballottini che è stato messo in campo dalla maggioranza. Il rischio era di vincere con dei margini più bassi considerata anche l’affluenza non alta. Abbiamo invece avuto la stessa affluenza del tetto sugli stipendi che era un referendum strapopulista. Una riflessione va fatta sul fatto che avremmo avuto anche i numeri per riuscire a sfondare il tetto del quorum”.

C’è chi è entrato nel merito dei numeri parlando di voti che sarebbero andati persi.
“La mia visione è che il referendum non debba essere confrontato con le politiche anche perché non ci sono i candidati e sono andate a votare la metà delle persone. Ciò che è chiaro è che la gente non vuole più il ballottaggio, non vuole più un governo con premi di maggioranza. Il dato significativo è che le persone non si riconoscono in un governo eletto in quel modo. I cittadini vogliono governi rappresentativi, che pesino realmente nel Paese. Questa maggioranza non è una maggioranza altrimenti sarebbe riuscita a muovere tanti no”.

Il governo deve andare a casa?
“Non è che il Paese va bene. Accanto al risultato del referendum c’è la manifestazione dei pensionati, ci sono i comunicati di Anis e delle altre associazioni di categoria. Il governo dovrebbe leggere tutto insieme, se la può cantare e suonare ma i fatti dicono che non ha una maggioranza nel Paese. Io sono contentissimo, spiegare alla gente una cosa così difficile non era facile, ci volevano 5 minuti e avevi già superato la soglia di attenzione. Ciononostante siamo riusciti a trasmettere il messaggio. Un messaggio che è riuscito a vincere a dispetto della campagna denigratoria del comitato per il no. Il governo purtroppo di fronte ad altre sconfitte è rimasto determinato ad andare avanti. Un tempo i governi cadevano per molto molto meno”.

Ma che il governo faccia un passo indietro e non si ostini a negare la realtà, arrivati a questo punto, appare l’unico atto di buon senso.
“L’esito è chiaro – ha detto il consigliere della Dc Stefano Canti – questo governo è stato eletto al ballottaggio dunque indirettamente la cittadinanza con il referendum lo ha delegittimato votando sì alla modifica della legge elettorale. Ora faccia le valigie e vada a casa”.

Repubblica Sm