San Marino. Governo commissariato e nuove prospettive politiche… di Tancredi Falconeri

Come era facile prevedere (vedi il mio editoriale del 28 agosto), i lavori consigliari di agosto e settembre hanno confermato il momento di grande debolezza di Governo e Maggioranza che dopo 3 mesi di muro contro muro hanno dovuto platealmente scendere a patti con un’opposizione che per la prima volta in questa legislatura si è mostrata compatta.

La trattativa, intensificatasi durante la prima settimana di settembre, tra la Democrazia Cristiana (le altre forze di maggioranza si sono mostrate ancora una volta totalmente ininfluenti) e le quattro forze di opposizione ha portato allo sblocco dello stallo dei lavori consigliari e ci ha regalato una prospettiva rinnovata per gli equilibri del fine legislatura.

Ma in cosa consiste questa tanto pubblicizzata mediazione?
Nell’immediato l’accordo ha consentito al Segretario di Stato Marco Gatti di non uscire totalmente massacrato dal cul-de-sac in cui aveva trascinato la maggioranza in cambio dello slittamento delle Residenze Fiscali non Domiciliate al 31 marzo 2024 e dell’accoglimento di alcuni emendamenti qualificanti presentati dalle opposizioni (aumento assegni familiari, aumento rimborso interessi su muto prima casa e impegno programmatico sull’ICEE).

Ma è sulla prospettiva che si sono verificate le novità più interessanti. Numeri alla mano è infatti evidente come l’inedita compattezza permetterà alle forze di opposizione di indirizzare lo svolgimento dei lavori consigliari a suo piacimento.
E allora è facile prevedere che sino alla, imminente, fine della legislatura Governo e Maggioranza dovranno concordare l’agenda proprio con i partiti di minoranza in una sorta di commissariamento perenne. Ed è altrettanto semplice immaginare che questo tipo di scenario incederà sullo schema di maggioranza alla base della prossima legislatura.

Perché al di là dei giochini e delle strategie elettorali saranno le affinità programmatiche a definire il prossimo Governo che dovrà affrontare problematiche senza precedenti. E dovranno essere gli elettori a scegliere tra proposte che appaiono da subito molto differenti.

Meglio Alleanza Riformista che per bocca del suo neo Segretario di Stato Gian Nicola Berti annuncia la “necessità di implementare quanto prima l’organico nella PA” o Libera che invece denuncia come la prospettiva di un posto sotto lo Stato non può più essere l’unica aspirazione per le giovani generazioni e propone misure a sostegno della piccola impresa?

Meglio Repubblica Futura che si è riscoperta convintamente europeista ma è manifestamente incompatibile con l’attuale Banca Centrale Sammarinese o Motus Liberi che si è dimostrata l’alleato di Governo più mansueto ma è molto scettica sull’integrazione europea?

I nodi da sciogliere sono dunque tanti e molto intricati.

Quello che appare evidente è che lo schema dettato dal Grande Capo Giancarlo Venturini durante l’ultima Festa dell’Amicizia (“il prossimo governo partirà dall’attuale maggioranza”) appare di giorno in giorno più difficile da attuare. Anzi, impossibile.

Tancredi Falconieri