La seduta del Consiglio Grande e Generale di luglio si terrà probabilmente alla fine del mese (23-30/07). Questo quando il 21 luglio potrebbe aver già segnato uno spartiacque perché i tanti correntisti di Banca Cis attendono lo sblocco dei pagamenti. Scadono infatti il 21 luglio i 90 giorni del decreto che ha permesso di prorogare il blocco di ulteriori tre mesi rispetto a quelli previsti dalla legge. Ora che venga adottato un nuovo decreto per una nuova proroga del blocco dei pagamenti appare improbabile e anche impensabile. E’ però legittimo chiedersi che cosa si stia facendo perché ciò non accada. Ne abbiamo parlato con il consigliere della Dc Stefano Canti.
“Restano tre settimane prima della scadenza del termine del blocco dei pagamenti fissato come già detto per il 21 luglio p.v. Tre settimane per trovare una soluzione definitiva per il rilancio di Banca Cis. Dopo l’approvazione della legge sulla risoluzione delle crisi bancarie – dove, mi preme ricordarlo, la politica (maggioranza e opposizione) ha trovato una condivisione unanime – è calato un silenzio assordante tipico di un segnale di ripresa economica, qui invece non ci sono segnali positivi e per questo trovo strano tutto questo silenzio attorno alle vicende che riguardano il sistema bancario. Come dicevo, la politica assieme alle associazioni datoriali e sindacali, ha aperto un tavolo di confronto nel quale una prima risposta è stata data e trovo giusto che questo tavolo possa proseguire per dare risposte ulteriori a partire da quella relativa allo sblocco dei pagamenti di Banca CIS ed alla manifestazione di interesse all’acquisto dello stesso istituto bancario. Personalmente, allo stato attuale, ritengo inverosimile che ci sia un’acquirente che voglia comprare la banca; ma se veramente ci fosse un acquirente con soldi da investire e con tutti i requisiti richiesti, allora sarebbe benvenuto perché credo che rappresenterebbe un vero segnale di ripresa del nostro sistema bancario e dell’intera economia e soprattutto significherebbe che la Repubblica di San Marino si sta aprendo a nuovi orizzonti. Diversamente qualora, su Banca CIS dovesse essere applicata la Legge recentemente approvata sulla “risoluzione delle crisi bancarie”, saranno richiesti ulteriori interventi da parte della politica. Anche qualora la manifestazione di interesse per l’acquisto di questo istituto dovesse richiedere l’adozione di ulteriori provvedimenti normativi (oltre a quelli già adottati) la politica sarebbe chiamata in causa e per questo ritengo doveroso proseguire il confronto al tavolo che si è aperto e/o nella cornice di una Commissione Finanze magari in seduta segreta. Credo sia importante che la politica sia messa a conoscenza dei termini della richiesta di acquisto da parte di coloro che hanno manifestato interesse e soprattutto se l’imprenditore è disposto a ricapitalizzare la banca con mezzi propri o mediante un intervento pubblico. Su questi temi così vitali per il nostro Paese ritengo che il confronto sia cruciale per non ritrovarsi in piena estate (come già successo nel recente passato con i famosi Decreti Legge estivi di Giugno 2017) con altri provvedimenti dei quali non si è nemmeno discusso”.
Sembra dunque che una soluzione sia parecchio lontana a meno che non vi sia l’intenzione di escludere nuovamente la maggioranza del Paese dalle decisioni che contano. E’ ancora un mistero il perché improvvisamente nelle redazioni dei giornali sammarinesi e italiani la settimana scorsa sia approdato il comunicato di un compratore che anziché rapportarsi con Bcsm, rispettando la regola della riservatezza, ha pensato piuttosto di annunciare Urbi et orbi le proprie intenzioni. E’ dovuta intervenire Bcsm parlando di notizie destituite di fondamento. Poi la stampa estera ha rincarato la dose: “E tiene banco l’ennesima folkloristica storia, con tanto di comunicati e interventi di Banca Centrale, intorno a una improbabile offerta dalla Francia per una banca (Cis) in grave difficoltà: l’acquirente sarebbe Lunalogic che non è un’attrazione di Mirabilandia ma una piccola e assai poco capitalizzata realtà di consulenza parigina che non si può pensare possa essere seriamente interessata a rilevare una banca sull’orlo del crac a San Marino”. Questo ha scritto Mario Gerevini sul Corriere della Sera. Il nostro governo invece sulla vicenda ha pensato bene di non dire nemmeno una parola. E’ la solita trasparenza?
Repubblica Sm