Sul referendum del 15 maggio scendono in campo anche i segretari di Stato. Ieri da Palazzo Pubblico il primo dei tre incontri programmati dai rappresentanti di governo, in vista dell’appuntamento referendario è stato inaugurato da Teodoro Lonfernini, Gian Carlo Venturini e Giuseppe Maria Morganti, intenzionati per prima cosa a sgombrare il campo dalle «tante inesattezze» ascoltate sul polo della moda. «Su questo progetto-Paese – dice il segretario di Stato al Turismo, Lonfernini – invitiamo i cittadini a formare le proprie convinzioni, partecipando ai momenti di approfondimento organizzati da entrambi i comitati, quello per il sì e per il no». Anche se, da parte dell’esecutivo, aggiunge, resta forte l’auspicio che ‘The market’ sia realizzato a San Marino. Infatti «è un progetto del congresso di Stato – puntualizza Lonfernini – un investimento privato importante e rappresenta il grande desiderio del Paese a tornare ad alzare il livello dal punto di vista economico, sociale e istituzionale». Venturini, segretario di Stato agli Interni, passa in rassegna gli altri quesiti referendari: sull’abolizione del quorum ricorda che solo tre anni fa la soglia è stata abbassata dal 33% al 25%, proprio per incentivare la partecipazione ai referendum. Venturini sottolinea poi i costi di una tornata referendaria per lo Stato: circa 300 mila euro a volta. Sul tetto degli stipendi pubblici a 100mila euro: già per legge, ricorda, le retribuzioni devono essere inferiori ai 150 mila euro, mentre «il quesito referendario interessa oggi appena 25 funzionari, per lo più medici, magistrati e cariche della vigilanza bancaria e ispettive, tutti settori strategici per il Paese». Infine dubbi anche sulla preferenza unica, «un sistema che avvantaggerebbe chi è già noto». Interviene quindi Morganti sul polo della moda: «San Marino oggi è una terra affidabile per investimenti esterni di grande portata, vogliamo cogliere questa opportunità di ripresa?».
